La partita in corso tra Europa e Mondo

Cosa sta accadendo a livello internazionale: populismi e ritorno dei nazionalismi ostacolano il processo di interdipendenza

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Il fischio di inizio partita era venuto da Brexit, senza che l’Unione Europea mostrasse fretta di scendere in campo. Adesso che quel fischio è stato ripetuto, non senza arroganza, da Donald Trump l’UE finalmente si muove e i primi giocatori europei cominciano a toccare palla.

Qualche giorno ha ci ha provato il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, alla vigilia del Vertice di Malta, senza grande successo. Un primo segnale che qualcosa però si stava muovendo è venuto da Angela Merkel, in margine allo stesso Vertice, con l’allusione a una opzione non nuova, quella di un’Unione Europea a più velocità, che ha alimentato interrogativi e qualche confusione.

Dopo l’incontro della settimana scorsa a Berlino tra la Cancelliera e il Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, sono arrivati i primi chiarimenti pesanti, come si addice al peso politico dei due numeri uno dell’UE.

Intanto perché Berlino? Non solo perché più comodo per i due interlocutori vicini di sede, con Draghi a Francoforte, ma anche perché Berlino si profila sempre di più come la capitale politica dell’UE, al punto che il governo canadese ne vorrebbe fare la sede per la sua ambasciata presso l’Unione Europea, suscitando irritazioni a Bruxelles e Strasburgo.

Al di là di questi segnali di fumo, l’incontro tra Merkel e Draghi non è stato banale. Intanto è servito a precisare che quando si parla di Europa a più velocità, non s’intendono diversificazioni di fondo tra i 19 Paesi dell’eurozona, semmai tra questi e quelli che non hanno adottato l’euro. E già aver precisato questo è una base di partenza chiara, anche se la strada per arrivarci non sarà facile e alla fine non è detto che tutti i Paesi dell’euro arrivino al traguardo che non può che essere quello del cantiere di un’Unione politica.

Altro importante chiarimento è che il percorso verso questa Unione dovrà avere come perno l’euro, moneta “irrevocabile” e non divisibile tra un euro del nord e uno del sud. A significare che dovrà esistere una solidarietà politica costruita attorno all’unificazione monetaria, in attesa di promuovere una maggiore convergenza economica e alcune essenziali politiche comuni, a cominciare da cooperazioni rafforzate in tema di politica estera, di sicurezza e di difesa, anche se a questo stadio ancora nessuno dei massimi responsabili europei fa cenno a un futuro esercito europeo.

Il tema di una difesa comune europea, seppure da sviluppare all’interno della NATO, sta guadagnando terreno dopo le zampate di Trump all’Alleanza atlantica giudicata “obsoleta” e dopo le tensioni alimentate da oltre Atlantico verso Cina e Iran e gli ammiccamenti alla Russia di Putin, sempre più attore globale, attiva  non solo ai confini dell’Ucraina, ma anche nel Mediterraneo e in Siria.

Il futuro della sicurezza europea, stretta nella tenaglia tra Trump e Putin e minacciata dalle irruzioni terroristiche, non può più essere delegato a nessuno e tocca anche all’UE assumerne i costi, politici ed economici, orientandone l’esito al mantenimento della pace sul continente e alla sua promozione nel resto del mondo. Un tema questo che sta particolarmente a cuore ai Paesi approdati nell’UE dall’ex-Unione Sovietica e che adesso temono l’orso russo, come nel caso della Polonia, oggi non più tanto sicura dell’ombrello americano.

Superfluo osservare che Merkel e Draghi non sono stati i soli a scendere in campo. Lo hanno fatto anche i leader di area socialista in un Vertice a Lisbona, si muovono in questa direzione anche i candidati di centro e di sinistra alle elezioni presidenziali francesi per scongiurare una vittoria di Marine Le Pen, si sono già espressi con un loro memorandum i governi di Belgio, Olanda e Lussemburgo e ci sta lavorando il governo italiano. L’Italia dovrà preparare due importanti appuntamenti che potranno pesare non poco sul futuro della UE: il Consiglio europeo, a marzo in Campidoglio, in occasione dei sessant’anni del Trattato di Roma e il G7 di maggio a Taormina, cui parteciperà per la prima volta Donald Trump. Saranno anche due occasioni nelle quali si potranno vedere le formazioni in campo per una partita che può dare una svolta alla politica mondiale e a quella europea. 

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