Il vertice Onu sul Clima alla luce della "Laudato Si"
Si apre un summit nella capitale francese di importanza straordinaria
Alla vigilia dell’apertura a Parigi della Conferenza ONU sul clima, un appello è stato rivolto ai Capi di Stato e di governo da cardinali, patriarchi e vescovi, in rappresentanza delle associazioni continentali delle conferenze episcopali nazionali.
Prosegue l’onda lunga provocata dalla coraggiosa enciclica di papa Francesco, quella “Laudato sì” che ha scosso il mondo per la sua lucidità e la sua attenzione al legame tra la salvaguardia del creato e l’accesso ai beni comuni, un intreccio tra l’appello in favore di nuove politiche ambientali, le loro ricadute sulle politiche sociali, sui fenomeni migratori e la lotta contro le diseguaglianze nel mondo.
Che sia forte la dimensione sociale di questa enciclica lo avevano intuito, ancora prima della sua pubblicazione, negli USA dove il New York Times non aveva esitato a paragonarla alla “Rerum novarum” del 1891, uno dei caposaldi della dottrina sociale della Chiesa.
E’ sulla scia di questo insegnamento che le conferenze episcopali, già largamente chiamate in causa nella “Laudato sì”, lanciano il loro messaggio alla vigilia del Vertice si Parigi.
Anche in questo documento, non a caso in linea anche con l’eccezionale “leggibilità” dell’enciclica, le dieci proposte formulate sono apprezzabili per franchezza e sobrietà di linguaggio.
Si va dalla richiesta di “una completa decarbonizzazione entro la metà del secolo” e la necessità di “porre fine all’era dei combustibili fossili”, fino ad “accettare che il clima e l’atmosfera sono beni comuni globali appartenenti a tutti e destinati a tutti”.
La preoccupazione espressa è che la Conferenza ONU approdi a “un accordo globale equo, generatore di un vero cambiamento e giuridicamente vincolante” per limitare “drasticamente l’aumento della temperatura globale” e promuovere “nuovi modelli di sviluppo e di stili di vita compatibili con il clima”, garantendo a tutti l’accesso all’acqua e alla terra.
La dimensione sociale è ulteriormente riconfermata dalla richiesta di “garantire, a tutti i livelli del potere decisionale l’inclusione e la partecipazione dei più poveri” e di rispondere ai bisogni immediati delle comunità più vulnerabili.
L’appello, ricordando quanto in passato si siano disattesi gli impegni assunti, richiama la necessità di chiarire come i Paesi onoreranno gli impegni finanziari, dando così prova di un approccio realista al tema e lasciando intravedere l’esigenza di controllare da vicino l’operato di ciascuno e le dichiarazioni dell’ONU per le quali, in occasione dell’ultima Assemblea Generale di New York, papa Francesco aveva chiesto una maggiore efficacia concreta.
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