Il Papa: l’uomo è accecato dal potere, ma Dio lo salva facendosi piccolo

Nella seconda giornata in Polonia la Messa al Santuario di Jasna Góra e l’incontro con i giovani della GMG

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Nella seconda giornata in Polonia la Messa al Santuario di Jasna Góra e l’incontro con i giovani della GMG

E’ ferito il cuore dell’uomo. E’ ferito dalla violenza degli ultimi attentati, ed è ferito dall’odio e dalla divisione che, incurante del messaggio di pace del Vangelo, vorrebbe contrapporre l’umanità in due blocchi distinti: “noi contro di loro”. Ma qui, davanti al volto sfregiato della Madonna Nera, davanti a questa tavola che la tradizione vuole sia stata dipinta dallo stesso San Luca, che porta i segni dei colpi d’ascia inferti durante le guerre degli Ussiti, nel 1430, tutto si ricompone. Davanti alla maestà di questa immagine, conservata nel Santuario di Jasna Gora, hanno sostato San Giovanni Paolo II, Giovanni XXIII, Benedetto XVI, ma anche Suor Faustina Kowalska, padre Kolbe, e molti personaggi del passato come Niccolò Copernico o Santa Edvige regina di Polonia.

E’ sempre intenso l’incontro con la Madonna Nera e, dopo aver fissato i nostri occhi in quelli calmi ed indagatori della Vergine, dopo esserci fatti condurre da Lei a guardare Gesù, allora anche noi possiamo assaporare un po’ di quel Mistero, quel “passaggio interiore” di cui ha parlato anche Papa Francesco: “Che possa compiersi, per tutti e per ciascuno, un passaggio interiore, una Pasqua del cuore verso lo stile divino incarnato da Maria: operare nella piccolezza e accompagnare da vicino, con cuore semplice e aperto”.

Il Papa, nel suo secondo giorno in Polonia ha celebrato la Santa Messa a Czestochowa. Accompagnato da una folla incalcolabile, il Santo Padre ha raggiunto in papamobile la collina di Jasna Góra poi, entrato nel Santuario, si è trattenuto in preghiera silenziosa proprio davanti alla grande icona, dove ha portato in omaggio una rosa d’oro.

L’omelia di Papa Francesco a Jasna Góra

Nella sua omelia, Francesco ha osservato come il Regno di Dio, “contrariamente a quanto ci aspetteremmo e magari vorremmo, ora come allora, non viene in modo da attirare l’attenzione (Lc 17,20), ma viene nella piccolezza, nell’umiltà”.

Il Papa ha ricordato come la pienezza dei tempi sia inaugurata con la venuta di Dio "nato da donna". Nessun ingresso trionfale, nessuna manifestazione imponente dell’Onnipotente: “Egli non si mostra come un sole abbagliante, ma entra nel mondo nel modo più semplice, come un bimbo dalla mamma, con quello stile di cui ci parla la Scrittura: come la pioggia sulla terra (cfr Is 55,10), come il più piccolo dei semi che germoglia e cresce (cfr Mc 4,31-32)”.

“Il tempo si restringe, e la manifestazione di Dio avviene sempre nella piccolezza. Così avviene l’inizio dei segni compiuti da Gesù (v. 11) a Cana di Galilea”.

Non c’è un gesto eclatante compiuto davanti alla folla, nemmeno un intervento che risolve una questione politica scottante, come la sottomissione del popolo al dominio romano. Avviene invece, in un piccolo villaggio, un miracolo semplice, che rallegra lo sposalizio di una giovane famiglia, del tutto anonima.

Eppure “l’acqua cambiata in vino alla festa di nozze è un grande segno”, perché “ci rivela il volto sponsale di Dio”, di un Dio “che si mette a tavola con noi, che sogna e compie la comunione con noi”. Ci dice che “il Signore non mantiene le distanze, ma è vicino e concreto, sta in mezzo a noi e si prende cura di noi, senza decidere al posto nostro e senza occuparsi di questioni di potere. Predilige infatti farsi contenere in ciò che è piccolo, al contrario dell’uomo, che tende a voler possedere qualcosa di sempre più grande. Essere attratti dalla potenza, dalla grandezza e dalla visibilità è tragicamente umano, ed è una grande tentazione che cerca di insinuarsi ovunque; donarsi agli altri, azzerando le distanze, dimorando nella piccolezza e abitando concretamente la quotidianità, questo è squisitamente divino”.

 

 

Dio ci salva dunque facendosi piccolo, vicino e concreto.

“Anzitutto Dio si fa piccolo. I piccoli parlano la sua stessa lingua: l’amore umile che rende liberi. Perciò chiama persone semplici e disponibili a essere suoi portavoce, e a loro affida la rivelazione del suo nome e i segreti del suo Cuore”.

La Santa Messa viene celebrata in occasione del 1050° anniversario del Battesimo della Polonia. Papa Francesco ha ricordato proprio i “tanti figli e figlie del vostro popolo”, i martiri “che hanno fatto risplendere la forza inerme del Vangelo”; le persone semplici eppure straordinarie “che hanno saputo testimoniare l’amore del Signore in mezzo a grandi prove”; gli annunciatori “miti e forti della Misericordia” come san Giovanni Paolo II e santa Faustina. “Tramite questi canali del suo amore, il Signore ha fatto giungere doni inestimabili a tutta la Chiesa e all’intera umanità”.

“Dio è vicino” il suo Regno è vicino (cfr Mc 1,15): “il Signore non desidera essere temuto come un sovrano potente e distante, non vuole restare su un trono in cielo o nei libri di storia, ma ama calarsi nelle nostre vicende di ogni giorno, per camminare con noi”.

“È quello che, anche come Chiesa, siamo chiamati sempre a fare: ascoltare, coinvolgerci e farci prossimi, condividendo le gioie e le fatiche della gente, così che il Vangelo passi nel modo più coerente e che porta maggior frutto: per positiva irradiazione, attraverso la trasparenza della vita”.

“Infine, Dio è concreto”. Il Verbo si fa carne, nasce da una madre, nasce sotto la legge (cfr Gal 4,4), ha degli amici e partecipa a una festa: l’eterno si comunica trascorrendo il tempo con persone e in situazioni concrete.

Due fili intrecciati

In Maria troviamo la piena corrispondenza al Signore: al “filo divino” si intreccia così nella storia un “filo mariano”. “Se c’è qualche gloria umana - ha osservato Francesco - qualche nostro merito nella pienezza del tempo, è lei: è lei quello spazio, preservato libero dal male, in cui Dio si è rispecchiato; è lei la scala che Dio ha percorso per scendere fino a noi e farsi vicino e concreto; è lei il segno più chiaro della pienezza dei tempi”.

Scoprire ciò che manca alla pienezza della vita

“A Cana come qui a Jasna Góra, Maria ci offre la sua vicinanza, e ci aiuta a scoprire ciò che manca alla pienezza della vita. Ora come allora, lo fa con premura di Madre, con la presenza e il buon consiglio, insegnandoci a evitare decisionismi e mormorazioni nelle nostre comunità. Quale Madre di famiglia, ci vuole custodire insieme, tutti insieme. Il cammino del vostro popolo ha superato, nell’unità, tanti momenti duri; la Madre, forte ai piedi della croce e perseverante nella preghiera con i discepoli in attesa dello Spirito Santo, infonda il desiderio di andare oltre i torti e le ferite del passato, e di creare comunione con tutti, senza mai cedere alla tentazione di isolarsi e di imporsi”.

Un piccolo incidente

Prima di iniziare la Messa, Papa Francesco è inciampato sulle scale, mentre stava incensando l’altare. Con il turibolo fra le mani ha perso l’equilibrio, ma si è subito rialzato ed ha proseguito la funzione senza riportare conseguenze.

L’incontro con i giovani

Nel pomeriggio si svolgerà uno degli eventi più attesi: l’incontro con i giovani nel parco Jordan a Blonia.

"Finalmente ci incontriamo!" così Papa Francesco ha salutato i giovani che lo attendevano a Blonia. Francesco non cessa mai di stupirci: per incontrare i giovani il Papa ha viaggiato in tram dall'Arcivescovado di Cracovia al parco di Blonia. Sul tram, bianco e giallo, con la scritta: "tram del Papa", insieme al Pontefice c'erano anche il cardinale Stanislaw Dziwisz, il sindaco di Cracovia, ed un gruppo di giovani portatori di handicap con i loro accompagnatori.

In mezzo ad una festa di colori e bandiere, i giovani, provenienti da tutto il mondo, hanno presentato i "Testimoni della Misericordia" : San Vincenzo de’ Paoli per l'Europa, la Beata Teresa di Calcutta per l'Asia, Santa Maria MacKillop per Australia e Oceania, Santa Giuseppina Bakhita per l'Africa, San Damiano de Veuster Molokai per l'America del Nord e la Beata Irma Dulce per l'America latina.

 

 

L'omaggio a San Giovanni Paolo II

Il primo pensiero del Papa è andato a San Giovanni Paolo II: "In questa sua terra natale vorrei ringraziare specialmente San Giovanni Paolo II - poi, rivolgendosi ai tantissimi giovani - ma forte, forte!", è lui che ha dato impulso a questi incontri ed ora "dal cielo egli ci accompagna nel vedere tanti giovani appartenenti a popoli, culture, lingue così diverse con un solo motivo: celebrare che Gesù è vivo in mezzo a noi. E dire che è Vivo, è voler rinnovare il nostro desiderio di seguirlo".

Il mondo vi guarda

"Quando Gesù tocca il cuore di un giovane o di una giovane - ha proseguito - questi sono capaci di azioni veramente grandiose. È stimolante sentirli condividere i loro sogni, le loro domande e il loro desiderio di opporsi a tutti coloro che dicono che le cose non possono cambiare". Poi, scatenando un'ondata di applausi ha aggiunto: "È bello, e mi conforta il cuore, vedervi così esuberanti. La Chiesa - direi di più: il mondo - oggi vi guarda e vuole imparare da voi".

La misericordia ha il volto giovane

"Perché un cuore misericordioso ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante. Dire misericordia insieme a voi, è dire opportunità, è dire domani, impegno, fiducia, apertura, ospitalità, compassione, sogni".

Poi la domanda rivolta ai tantissimi giovani: "Ma voi siete capaci di sognare?" e dalla spianata di Blenia si è alzato un coro di "sì!". "Quando il cuore è aperto e capace di sognare - ha ripreso il Papa - c’è posto per la Misericordia, c’è posto per accarezzare coloro che soffrono, c’è posto per mettersi accanto a quelli che non hanno pace nel cuore o a cui manca il necessario per vivere, o la cosa più bella: la fede".

E' molto coinvolgente Papa Francesco ed ha conquistato il cuore dei ragazzi che lo ascoltano: "Misericordia. Diciamo insieme questa parola: misericordia, tutti! Un’altra volta! Un’altra volta, perchè il mondo senta!".

 

 

I giovani pensionati ed i venditori di fumo

Ma qualche volta i giovani si lasciano andare: "Mi addolora incontrare giovani che sembrano  - pensionati - prima del tempo. Mi preoccupa vedere giovani che hanno - gettato la spugna - prima di iniziare la partita. O che si sono arresi senza aver cominciato a giocare. Sono giovani essenzialmente annoiati... e noiosi".

E accanto al problema dei giovani sfiduciati, c'è anche quello di chi si lascia sedurre dai "venditori di fumo": "Fa pensare quando vedi giovani che perdono gli anni belli della loro vita e le loro energie correndo dietro a venditori di false illusioni – ce ne sono! Venditori di false illusioni che vi rubano il meglio di voi stessi. E questo mi addolora. Io sono sicuro che oggi fra voi non c’è nessuno di questi, ma voglio dirvi: ce ne sono di giovani pensionati, giovani che gettano la spugna prima della partita, ci sono giovani che poi entrano nella vertigine con le false illusioni e finiscono nel niente".

"Cari amici, vi chiedo: volete per la vostra vita quella vertigine alienante o volete sentire la forza che vi faccia sentire vivi e pieni? Vertigine alienante o forza della grazia? Cosa volete: vertigine alienante o forza di pienezza? Cosa volete?".  Guarda la folla. "Non si sente bene!". I ragazzi gridano più forte. "Per essere pieni, per avere una vita rinnovata, c’è una risposta, c’è una risposta che non si vende, c’è una risposta che non si compra, una risposta che non è una cosa, che non è un oggetto, è una persona, si chiama Gesù Cristo. Un applauso! Vi domando: Gesù Cristo si può comprare?". I ragazzi rispondono "No!". "Gesù Cristo si vende nei negozi? Gesù Cristo è un dono, è un regalo del Padre, il dono del nostro Padre. Chi è Gesù Cristo? Tutti! Gesù Cristo è un dono! Tutti! E’ il regalo del Padre".

Indaffarati come Marta, contemplativi come Maria

Prima del discorso del Santo Padre è stato letto il brano del Vangelo che racconta la cena di Gesù a casa di Marta e di Maria: "Le molte occupazioni ci fanno essere come Marta: attivi, distratti, sempre di corsa di qua e di là... Ma spesso siamo anche come Maria: davanti a un bel paesaggio, o un video che ci manda un amico nel cellulare, ci fermiamo a riflettere, in ascolto".  "Vuoi una vita piena? - ha chiesto il Papa - comincia a lasciarti commuovere! Perché la felicità germoglia e sboccia nella misericordia: questa è la sua risposta, questo è il suo invito, la sua sfida, la sua avventura: la Misericordia".

"Allora tutti insieme, chiediamo al Signore: Signore lanciaci nell’avventura della misericordia! Lanciaci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri (siano recinti o reti); lanciaci nell’avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita. Lanciaci ad accompagnare coloro che non ti conoscono e dirgli lentamente e con tanto rispetto il tuo nome, il perché della mia fede. Spingici, come Maria di Betania, all’ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male".

"Fa’ che volgiamo il nostro sguardo, come Maria di Nazareth con Elisabetta, che volgiamo i nostri sguardi ai nostri anziani, ai nostri nonni per imparare dalla loro saggezza. Io vi domando: voi parlate con i vostri nonni? Eh! Così così, eh? Cercate i vostri nonni, loro hanno la saggezza della vita e vi diranno cose che commuoveranno il vostro cuore".

"Eccoci, Signore! Mandaci a condividere il tuo Amore Misericordioso. Vogliamo accoglierti in questa Giornata Mondiale della Gioventù, vogliamo affermare che la vita è piena quando la si vive a partire dalla misericordia, e che questa è la parte migliore, è la parte più dolce, è la parte che mai ci sarà tolta. Amen".

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