Ho un sogno per l'Europa

I propositi di un osservatore attento e autorevole delle questioni riguardanti il Vecchio Continente in vista di un anno decisivo per l'Unione Europea 

Parole chiave: Unione (59), Europa (177), 2015 (11), solidarietà (43)
Ho un sogno per l'Europa

Sogno un’altra Unione Europea che continui  a vivere nel tempo, senza limitarsi a sopravvivere, cambiando ritmo e verso per recuperare le occasioni perse e per rispondere alle domande dei suoi cittadini ed essere all’altezza delle sfide che l’attendono.

Sogno che i responsabili politici dell’UE, eletti dai cittadini o designati dai Governi, ridiano vigore alle Istituzioni comunitarie, inventate per fare crescere la comunità dei popoli europei e non solo unificare  il suo mercato interno e, adesso, con quello degli Stati Uniti.

Sogno che Jean-Claude Juncker, i suoi colleghi e successori nella Commissione europea imparino le lezioni di Altiero Spinelli e Jacques Delors; che Angela Merkel non tradisca il progetto di Konrad Adenauer e Helmut Kohl e che Matteo Renzi si ispiri in Europa alla saggezza di Alcide De Gasperi, Carlo Azeglio Ciampi e Romano Prodi.

Sogno che Mario Draghi continui a governare in autonomia la Banca centrale europea, ma senza fornire alibi ai politici Unione Europea, troppo inclini a non rischiare e a delegare ad altri loro responsabilità affidategli dal voto popolare, tentato oggi dal rifiuto dell’euro, se non accompagnato da politiche economiche di ispirazione comunitaria e non soltanto tedesca.

Sogno che i nostri rappresentanti al Parlamento proseguano sulla strada del rafforzamento democratico dell’Ue, facendo valere a fondo i poteri attribuitigli dal Trattato di Lisbona e anteponendo gli interessi dell’Europa a quelli dei loro Paesi e partiti di provenienza, grazie anche all’incalzare di una società civile europea meno frammentata e litigiosa. Sogno che la complessa Amministrazione dell’UE resista a derive tecnocratiche, impari a parlare con il linguaggio della gente, si sforzi di semplificare le procedure e, soprattutto, abbia l’umiltà di ascoltare i cittadini europei.

Sogno cittadini europei che, abbandonate le lamentazioni, riprendano in mano la costruzione della futura Unione Europea che, senza il loro impegno, non andrà lontano e finirà per avvitarsi su se stessa, tradendo la sua vocazione originaria.

Sogno un’Unione Europea, in grado di meritarsi il Nobel per la pace ricevuto nel 2012, riscattandosi dalle tragiche “guerre civili” dell’Europa nel secolo scorso dalle quali viene e restando sensibile alle sofferenze generate dai conflitti che lambiscono oggi le sue frontiere e straziano molte regioni del mondo.

Sogno un’Unione Europea che riscopra il valore della solidarietà, la pratichi nei fatti oltre che iscriverla nei primi articoli dei suoi Trattati, da rivedere comunque al più presto, senza rinunciare a riprendere la strada verso una Costituzione europea.

Sogno un’Unione Europea aperta al mondo, accogliente con quanti vengono tra noi spinti dalla fame e da repressioni politiche e attiva nel promuovere lo sviluppo dei Paesi in difficoltà, riparando al male fatto nel corso di secoli di colonizzazione, continuando a lottare per la salvaguardia del pianeta e dando per prima l’esempio di coraggiose politiche ambientali.

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