Cattolici e Luterani: l’unità inizia dalla solidarietà

Il perchè di questo Viaggio in Svezia e le testimonianze di cattolici e luterani che hanno rischiato la loro vita per gli altri

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Il perchè di questo Viaggio in Svezia e le testimonianze di cattolici e luterani che hanno rischiato la loro vita per gli altri

Sono trascorsi cinque secoli da quel 31 ottobre 1517 in cui Martin Lutero affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg le sue 95 tesi. Ma sono anche trascorsi 50 anni da quando il Beato Paolo VI diede il via al confronto ecumenico tra Cattolici e Luterani. Un dialogo che è stato portato avanti da San Giovanni Paolo II ed anche da Papa Benedetto XVI, che nel 2011 incontrò i Luterani ad Erfurt.

E’ lo stesso Gesù che ci parla dalle pagine del Vangelo di Giovanni e ci raccomanda di restare uniti: “Padre che siano una cosa sola, come noi” (Gv 17,11). Anche San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, raccomanda l’unità tra i cristiani: “Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. [...] Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?” (cfr. 1Cor 1,10-13)

No, Cristo non è stato diviso: “L’unità tra i cristiani - ha sottolineato Papa Francesco - è una priorità, perché riconosciamo che tra di noi è molto più quello che ci unisce di quello che ci separa. Il cammino intrapreso per raggiungerla è già un grande dono che Dio ci fa e, grazie al suo aiuto, siamo oggi qui riuniti, luterani e cattolici, in spirito di comunione, per rivolgere il nostro sguardo all’unico Signore, Gesù Cristo”.

Caritas e Federazione Luterana lavoreranno insieme

Uno dei frutti prodotti da questo dialogo è la collaborazione tra diverse organizzazioni della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa Cattolica. Caritas Internationalis e Lutheran World Federation World Service hanno firmato una dichiarazione comune di accordi, allo scopo di sviluppare e consolidare una cultura di collaborazione per la promozione della dignità umana e della giustizia sociale.

Senza Gesù non possiamo fare nulla

Nell’omelia pronunciata durante la preghiera ecumenica nella Cattedrale di Lund il Papa ha osservato che la separazione è stata un’immensa fonte di sofferenze e di incomprensioni; ma al tempo stesso ci ha portato a prendere coscienza sinceramente che senza di Lui non possiamo fare nulla (cfr. Gv 15,5), dandoci la possibilità di capire meglio alcuni aspetti della nostra fede.  “Gesù è colui che ci sostiene e ci incoraggia a cercare i modi per rendere l’unità una realtà sempre più evidente”.

Lutero ci interpella

“Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa è la domanda che costantemente tormentava Lutero. In effetti, la questione del giusto rapporto con Dio è la questione decisiva della vita. Come è noto, Lutero ha scoperto questo Dio misericordioso nella Buona Novella di Gesù Cristo incarnato, morto e risorto. Con il concetto di “solo per grazia divina”, ci viene ricordato che Dio ha sempre l’iniziativa e che precede qualsiasi risposta umana, nel momento stesso in cui cerca di suscitare tale risposta. La dottrina della giustificazione, quindi, esprime l’essenza dell’esistenza umana di fronte a Dio.

La testimonianza che il mondo aspetta

Gesù intercede per noi come mediatore presso il Padre, e lo prega per l’unità dei suoi discepoli “perché il mondo creda” (Gv 17,21). “Questo - ha osservato il Papa - è ciò che ci conforta e ci spinge a unirci a Gesù per chiederlo con insistenza: «Dacci il dono dell’unità perché il mondo creda nella potenza della tua misericordia». Questa è la testimonianza che il mondo sta aspettando da noi”. Come cristiani saremo testimonianza credibile della misericordia nella misura in cui il perdono, il rinnovamento e la riconciliazione saranno un’esperienza quotidiana tra noi. “Insieme possiamo annunciare e manifestare concretamente e con gioia la misericordia di Dio, difendendo e servendo la dignità di ogni persona. Senza questo servizio al mondo e nel mondo, la fede cristiana è incompleta”.

L’unità inizia dalla solidarietà

In serata nell’Arena di Malmo si sono susseguite svariate testimonianze di cattolici e luterani che hanno rischiato la loro vita per gli altri: quella di Pranita, una giovane indiana impegnata nelle tematiche ambientali; quella di Mons. Héctor Gaviria, direttore della Caritas in Colombia; quella di Marguerite Barankitse, una giovane donna originaria del Burundi, ora esiliata in Ruanda, che ha adottato 7 bambini orfani e ne assiste molti altri tramite un’associazione caritativa; e quella di Rose Lokonyen, che viene dal Sud Sudan e ora vive in Kenya come rifugiata.

“Per noi cristiani è una priorità andare incontro agli emarginati” ha commentato Papa Francesco che si è commosso ascoltando l’intervento di  Mons. Antoine Audo, Vescovo Caldeo ad Aleppo: “È ammirevole che tu, caro fratello, continui a lavorare in mezzo a tanti pericoli per raccontarci la drammatica situazione dei siriani. Ciascuno di loro è nel nostro cuore e nella nostra preghiera. Imploriamo la grazia della conversione dei cuori di quelli che detengono la responsabilità dei destini di quella regione”.

In chiusura dell’incontro è intervenuto il presidente della Federazione Luterana Mondiale, il Vescovo Munib Younan: “Il nostro storico incontro sta inviando un messaggio al mondo intero: i forti impegni religiosi possono portare verso una riconciliazione pacifica invece che creare più conflitto al nostro mondo già turbato”. “Ringraziamo Dio – ha concluso – perché stiamo passando dal conflitto alla comunione”.

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