Bruxelles. La condanna di Papa Francesco: “no a violenza cieca”

Una mattina di terrore a Bruxelles. In un telegramma il Papa ha condannato la "violenza cieca" ed ha espresso vicinanza alle vittime, ai loro familiari ed ai soccorritori. La riflessione dei vescovi italiani

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Bruxelles. La condanna di Papa Francesco: “no a violenza cieca”

Il triste bilancio, ancora provvisorio, degli attacchi all’aeroporto internazionale ed alla metropolitana di Bruxelles, è di 34 morti e 136 feriti. La strage avrebbe potuto avere conseguenze maggiori, almeno un terzo ordigno sarebbe stato rinvenuto inesploso all’aeroporto. Tutto questo a pochissimi giorni dalla cattura di Salah Abdeslam, accusato per avere preso parte agli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre.

Il messaggio di Papa Francesco

In un telegramma a firma del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, indirizzato all’arcivescovo di Malines-Bruxelles, Mons. Jozef De Kesel, Papa Francesco ha espresso il suo dolore ed ha condannato la “violenza cieca” di questi attentati. Si legge nel testo: “Appresa la notizia degli attentati di Bruxelles, che hanno colpito numerose persone, Sua Santità affida alla misericordia di Dio le vittime degli attentati e si unisce in preghiera al dolore delle loro famiglie. Il Santo Padre condanna nuovamente la violenza cieca che causa così tanta sofferenza e implorando a Dio il dono della pace, invoca sulle famiglie colpite e sui belgi il beneficio delle benedizioni divine”. Francesco ha espresso la sua vicinanza ai feriti e ai loro familiari ed a tutti quelli che stanno prestando i soccorsi “chiedendo al Signore di portare loro conforto e consolazione nella prova”.

Il cordoglio dei Vescovi belgi

Anche la Conferenza Episcopale del Belgio ha espresso “costernazione” e “partecipazione all’angoscia di migliaia di viaggiatori e le loro famiglie, gli addetti all’aviazione e le equipe di soccorso che si ritrovano ancora una volta in prima linea”. “Affidiamo alla preghiera - prosegue il messaggio - questa nuova situazione drammatica, in particolare le vittime”.

I vescovi europei

Anche la Conferenza delle Chiese europee “esprime tutto il suo dolore per la perdita di vite umane e la rottura della pace” e condanna in un comunicato “gli attacchi violenti richiamando a dare risposte di pace nelle ore e nei giorni che seguiranno”. “Preghiamo per coloro che hanno perso la vita, le loro famiglie e le comunità, e per le persone che rischiano la propria incolumità per aiutare gli altri”. “In questo tempo di Quaresima e Settimana Santa, siamo colpiti da queste esplosioni di violenza”, ha detto il segretario generale Kek, Heikki Huttunen. “Come abitanti di Bruxelles e del l’Europa, fratelli e sorelle in umanità, dobbiamo trovare di nuovo la nostra strada e contribuire tutti alla costruzione di una società in cui ognuno si sente sicuro e partecipa al bene comune”.

La preghiera del nunzio

Il nunzio apostolico a Bruxelles, mons. Giacinto Berloco, in un’intervista rilasciata alla Radio Vaticana ha dichiarato: “Preghiamo che il Signore illumini tante persone che hanno progetti che sono contro l’uomo; e quando un progetto è contro l’uomo è anche contro Dio. E allora preghiamo il Signore, che possa illuminare le menti e i cuori di queste persone. E che di avvenimenti come questi non ve ne siano altri in futuro”.

I vescovi italiani, parla il segretario generale Cei Nunzio Galantino

Come si apprende da un comunicato diffuso dall’Ufficio comunicazioni sociali Cei, interpellato da alcune testate giornalistiche in merito agli attentati che stamane hanno colpito Bruxelles, monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei, ha dichiarato: “Al dolore per le vittime e alla solidarietà con i famigliari si unisce la nostra ferma condanna, come vescovi italiani, per questi attentati, che contribuiscono ad accrescere a tutti i livelli un clima di insicurezza e di paura. Questa tragedia ci ricorda tristemente come non ci siano posti sicuri e al riparo dal fanatismo, di qualsiasi matrice esso sia. In questi momenti tutti – non solo chi ha responsabilità di governo – ci chiediamo cosa fare, come reagire, come difenderci. Certamente vanno confermate e rafforzate le misure di sicurezza già in atto. Nel contempo, però, siamo convinti che esse da sole non possano risolvere ragionevolmente ed efficacemente questo dramma, come non potranno farlo le politiche di chiusura, i muri, il filo spinato. In un momento tanto difficile dobbiamo tutti riflettere e intraprendere strade nuove, prima fra tutte quella dell’integrazione sociale e culturale, almeno per quanti si rendono disponibili. Come vescovi riteniamo che sia questa la sfida che ci attende, convinti che da qui debba partire la reazione di tutti rispetto a questa ‘guerra mondiale a pezzi’ come l’ha definita Papa Francesco”.

Padre Lombardi: non lasciamoci dominare dalla paura

"Il terrorismo è la testimonianza dell’odio assurdo, della negazione del rispetto della vita per l’altro, anche se innocente, per diffondere l’odio. Il terrorismo è un atto di fede nell’odio e proprio per questo dobbiamo opporci radicalmente". Queste le parole di padre Federico Lombardi, intervenuto al "Diario di Papa Francesco" su Tv2000. "Dobbiamo manifestare il nostro orrore, la condanna e la partecipazione alle sofferenze – ha aggiunto padre Lombardi – ma non dobbiamo lasciarci portare a reagire nella stessa direzione cioè rispondere all’odio con l’odio. Non bisogna rispondere all’odio con misure che distruggono invece di cercare di ricostruire i rapporti necessari all’interno della società. Il terrorismo punta proprio a distruggere ogni fiducia reciproca e con questo disgregare la società umana". Tornando sull'argomento in una intervista al Tg2000, padre Lombardi ha lanciato l'invito a "non lasciarci dominare dalla paura, ma a costruire la pace". 

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