Brexit: la lotta politica torna nell'isola
Dopo il Referendum del 23 giugno ripercussioni e prospettive

Con l’uscita dell’Inghilterra dall’Ue lo scorso 23 giugno l’attenzione dei media è concentrata sulle future azioni dell’Europa, che ora oltre alla crisi economica e alla crisi migratoria si aggiunge questa crisi politica.
Il deputato Nigel Farage, leader dell’Ukip e antieuropeo dichiarato, alla luce dei risultati del referendum, ha dichiarato che il 23 giugno sarà ricordato come «il giorno dell’indipendenza». La vittoria ottenuta, spera il politico, faccia crollare il progetto europeo fallimentare e si augura che in futuro l’Inghilterra e l’Unione Europea possano collaborare per creare un futuro migliore.
Sul versante opposto il premier Cameron rischia di vedere la sua stessa nazione divisa in due: da una parte la Scozia, che sta valutando l’opzione di dividersi dall’Inghilterra e quindi di affrontare un nuovo referendum, e dall’altra la Gran Bretagna, che è decisa a staccarsi dall’Ue.
Rimangono quindi alcuni interrogativi: la scossa del Regno unito porterà l’Europa a dividersi? Altri paesi seguiranno l’Inghilterra? L’Europa stessa assumerà nuove forme, geografiche e politiche, o continuerà a seguire la direzione già intrapresa? E infine il referendum è davvero un buono strumento per scelte così importanti o riduce a un semplice “si” o “no” degli argomenti complessi, che andrebbero indagati con maggiore cautela?
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione