Piemonte: famiglie più povere di 41 miliardi

A fine 2012 la ricchezza netta ammontava a circa 695 miliardi di euro, nel 2008 era ancora superiore ai 736 miliardi. Nello stesso periodo il valore delle attività finanziarie è calato del 10 per cento. Per far fronte alle nuovenecessità, conseguenti al calo dei redditi e determinate dalla perdita del potere d’acquisto, tante famiglie attingono ai risparmi. 

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Piemonte: famiglie più povere di 41 miliardi

In Piemonte, dati Banca d’Italia, a fine 2012 la ricchezza netta delle famiglie ammontava a circa 695 miliardi di euro (8,1 per cento del totale nazionale) e a poco più di 160 mila euro pro capite (144 mila la media italiana). In questa regione, dopo una crescita sostenuta tra il 2002 e il 2008, la ricchezza netta, somma del valore delle attività reali e di quelle finanziarie al netto delle passività finanziarie, è diminuita del 5,6 per cento complessivamente nei quattro anni successivi e del 7 per cento in termini pro capite, quindi in misura superiore a quella media nazionale. Nel 2008, invece, la ricchezza netta era ancora superiore ai 736 miliardi, per cui in quattro anni la diminuzione è stata di 41 miliardi di euro.

La disaggregazione dei dati di Banca d’Italia mostra poi che le attività reali delle famiglie piemontesi, rappresentate per l’84,4 per cento dalle abitazioni, a fine 2012 ammontavano a 411,8 miliardi ed erano pari al 53,9 per cento della ricchezza netta totale. Pro capite tali attività valevano circa 95 mila euro. Quanto alle attività finanziarie nette (contante, depositi bancari, risparmio postale, azioni, titoli, obbligazioni, quote di fondi comuni, al netto dei prestiti e delle altre passività), sono risultate di 352,8 miliardi di euro.

Tra il 2008 e il 2012 il valore delle attività finanziarie delle famiglie piemontesi è diminuito del 10 per cento dopo essere cresciuto di poco meno del 30 nel quinquennio precedente. Pro capite la ricchezza finanziaria netta è risultata pari a poco più di 81 mila euro, comunque superiore alla media nazionale.

L'articolo in versione integrale su "il nostro tempo" del 26 ottobre 2014 

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