Mercato editoriale, un colosso in arrivo

La probabile vendita alla Mondadori del “dipartimento libri” della Rizzoli: un affare da 130 milioni di euro

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Mercato editoriale, un colosso in arrivo

Il consiglio d’amministrazione della Rcs Media Group spa è stato convocato con procedura d’urgenza e in via straordinaria. Bocche cucite degli azionisti, ma nessun dubbio circa l’esito della riunione. Si tratta di assicurare il via libera alle operazioni che prevedono la vendita del “dipartimento libri” della Rizzoli alla Mondadori. Qualche contatto, molto più che informale, è già avvenuto nelle passate settimane. Ma adesso, viste le opportunità concrete che si vanno profilando per concludere il business, occorrono atti ufficiali della proprietà che autorizzino la trattativa. John Elkann e la Fiat spingono per accelerare. La Borsa crede che l’operazione non abbia ostacoli e sta premiando entrambe le case editrici con aumenti percentuali interessanti.

La questione che comporta maggiori problematiche è il prezzo. Si tratta per una cifra che oscilla fra i 120 e i 150 milioni di euro, con una forbice, fra domanda e offerta, nemmeno troppo piccola. Indiscrezioni attendibili indicano che una mediazione accettabile starebbe attorno ai 130 milioni. La Rizzoli ha bisogno di liquidità e non ha tempo da perdere. Mondadori può contare sugli introiti ottenuti dalla vendita del 7 per cento delle azioni Fininvest, che hanno fruttato una cifra vicina ai 370 milioni. Almeno 240 servono per finanziare una serie d’investimenti. Il resto può essere impiegato per l’acquisto dei marchi librari della Rcs che, oltre a quello storico di casa propria, dispone di Bompiani, Adelphi, Sonzogno, Marsilio, Fabbri, risultato di acquisizioni ottenute precedentemente.

La compravendita rappresenterebbe un matrimonio d’affari capace di generare un vero e proprio colosso. Segrate (con Einaudi, Piemme e Sperling & Kupfer), di per sé, già rappresenta una fetta di mercato prossima al 26 per cento. Aggiungerebbe un altro 12 per cento nell’editoria cosiddetta “varia” e il 15 nel settore education. Arriverebbe a sfiorare il 40 per cento, appena al di sotto dei limiti imposti dall’Antitrust, quindi (anche se per un nonnulla) rispettosa delle leggi e dei regolamenti. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, si è dichiarato «molto preoccupato».

leggi l'articolo completo su «il nostro tempo» di domenica 1 marzo

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