Fiat in Olanda, un’altra Torino

Ripensare il capoluogo. Il cuore a Mirafiori dove riprende la produzione, ma cervello e cassaforte sono volati all’estero. Città più debole senza Agnelli, la Stampa a Debenedetti – Si aprono comunque vasti spazi per inventare il futuro. 

Parole chiave: internazionalizzazione (1), fiat (5), Fca (3), Torino (730), fabbrica (8)
Fiat in Olanda, un’altra Torino

Pragmaticamente, John Elkann sabato mattina davanti ai soci dell'ultima assemblea torinese di Exor ha sostenuto che la scelta di trasferire in Olanda la sede legale della finanziaria di casa Agnelli sia di buon senso: dopo Cnh Industrial (trattori e camion), Fiat Chrysler e Ferrari, cioè le partecipazioni industriali, anche la holding che controlla queste attività avrà la sua dimora ad Amsterdam. «È un grande errore dare un valore simbolico a questa operazione», ha dichiarato Elkann durante l'assemblea lampo; e in effetti, il nuovo capitolo dell’allontanamento di Fiat da Torino è stato scritto la scorsa settimana senza particolari clamori né levate di scudi: è stato reciso un altro cordone con Torino, che nel «dopo Fiat» dovrà trovare il modo di reinventarsi, con nuovi interlocutori; sembra trascorso un secolo (e invece sono solo cinque anni e mezzo) dal mitico referendum su Mirafiori, dove peraltro nei prossimi giorni la Fiom terrà la sua festa annuale (e qui la valenza simbolica non manca).

Sabato l'Ingegnere nipote dell'Avvocato ha sostenuto che sono gli investimenti a contare nella valutazione sull’operato delle aziende: quelli del gruppo automobilistico in Italia sono aumentati negli ultimi anni. Un esempio, al riguardo, è l'avvio della linea per il suv Maserati sempre a Mirafiori, che vede impegnati oltre 1.500 addetti a tempo pieno. Impegno importante, anche se il sindacato sta in questi giorni segnalando la permanenza di rischi per l’occupazione del comparto metalmeccanico torinese.

Il trasloco di Exor. Perché il trasferimento della sede legale in Olanda? Non per dribblare il fisco, ha assicurato Elkann. Tributarismi a parte, i Paesi Bassi fanno gola perché hanno una legislazione molto permissiva in fatto di voto maggiorato, il meccanismo che consente ai soci «fedeli», cioè di vecchia data, di veder aumentato il peso delle proprie azioni quando c'è da votare in assemblea (e da difendersi, ad esempio, in caso di tentativo di scalata): in passato in Italia una norma del genere mancava, e per questo il Lingotto tra il 2013 e il 2014 ha trasferito ad Amsterdam la sede legale prima di Cnh Industrial e poi di Fiat-Chrysler. Due anni fa anche nel nostro ordinamento è stata inserita la possibilità di prevedere azioni speciali per gli azionisti pazienti (alcune società, poche, se ne sono avvalse), ma ciononostante il gruppo Fiat ha spostato anche le sedi legali di Ferrari ed Exor (che però resterà quotata a Piazza affari, cioè a Milano). Risultato: con il nuovo statuto di diritto olandese ai soci di Exor saranno riconosciuti cinque diritti di voto per ogni azione posseduta ininterrottamente per cinque anni e altrettanti in più se quelle stesse azioni resteranno nella stessa tasca per dieci anni. Un trattamento decisamente generoso ,che in Italia non sarebbe stato consentito e che invece nei prossimi anni consentirà alla famiglia Agnelli (che controlla Exor al 53% attraverso un'altra finanziaria, la Giovanni Agnelli e C, a sua volta trasferita in Olanda) di vendere quote consistenti di azioni senza perderne il controllo o di far spazio a nuovi soci.

Comanda la finanza. Le regole sono dettate dalla finanza globale, che è il terreno su cui da anni ormai si muove la Fiat. Non a caso, sabato si è parlato di «evoluzione naturale» di quanto accaduto intorno al Lingotto dal 2008 in avanti, cioè dall'ingresso di Fiat in Chrysler. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, per Fiat (guidata da Sergio Marchionne) ma forse anche di più per Exor (e qui la regìa è stata di Elkann), che l'anno scorso ha acquisito il gigante americano della riassicurazione PartnerRe ed è diventata azionista di riferimento dell'Economist (due salotti buoni della finanza che conta), ha dirottato il quotidiano La Stampa in un'aggregazione con Repubblica di cui sarà azionista di minoranza, e oggi tratta direttamente con altre grandi famiglie del capitalismo mondiale, a partire dai coreani Lee, proprietari di Samsung, a cui potrebbe finire un pezzo di un altro marchio storico dell'industria italiana, Magneti Marelli.

Resta la Juventus. Formalmente, cioè guardando alle sedi legali, nel mappamondo della famiglia Agnelli Torino non è ancora stata cancellata grazie alla Juventus e alla Dicembre, la finanziaria che riunisce i discendenti diretti dell'Avvocato. Un po' poco, senza dubbio. Ma dal punto di vista degli imprenditori, per rimanere nelle cose di sport, siamo all'eterno dilemma del calciatore: meglio la fascia di capitano in Serie B o giocarsi il posto in una squadra di Serie A? Rispetto alla galassia delle attività industriali e finanziarie che ruotano intorno alla famiglia Agnelli, oggi Torino non ha più il ruolo di primo piano di qualche tempo fa, però si trova a giocare nella massima serie, in un gruppo che in confronto a una dozzina di anni fa può decidere il suo destino, non si trova in balìa del mercato (o appeso agli aiuti di Stato) e proprio grazie a una presenza globale ha potuto investire sul territorio che l'ha visto nascere. Ma in Serie A, come noto, la concorrenza è spietata. E restarci non è più agevole che arrivarci.

Tutti i diritti riservati

Economia

archivio notizie

27/06/2017

L'eccellenza dell'artigianato piemontese protagonista con "Operae del mercato del design da collezione"

L’Assessorato alle attività produttive della Regione Piemonte e Operæ lanciano il bando che permette a dieci artigiani di partecipare alla quarta edizione del progetto PHM | Piemonte Handmade

22/11/2016

Il Premio Biella Letteratura e Industria all'economista (e gesuita) francese Gaël Giraud

Gaël Giraud, ex banchiere e gesuita, dopo un'esperienza in Africa,è il vincitore per la sezione Opera Straniera del Premio Biella Letteratura Industria 2016

20/10/2016

Valli di Lanzo, la montagna attende

Due Unioni montane per 25 Comuni, 10 milioni di fondi europei e statali per ripensare l’economia locale

04/10/2016

Casa quanto mi costi

Oggi a Torino ci vogliono meno di cinque anni di stipendio per comprare casa. I dati dell' Ufficio Studi di Tecnocasa