Cina, addio al figlio unico

La decisione del governo che modifica la normativa sulla pianificazione familiare e pone al bando la regola della pianificazione famigliare 

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Cina, addio al figlio unico

Dopo 35 anni di legge del “figlio unico” ora si parla finalmente di voler “permettere” alle famiglie di generare addirittura due bambini. La decisione di controllare le nascite risale circa al 1975. La  Rivoluzione Cinese del 1949 fu antecedente alla legalizzazione dell’aborto e all’accettazione dell’uso di anticoncezionali, determinando così un vero e proprio baby boom. La risposta dello stato fu dunque una severa limitazione per ogni famiglia; i modi per convincere gli sposi furono promesse di agevolazioni sul lavoro, fiscali e nei servizi, licenziamenti, fino ad arrivare ad arresti, incarcerazioni, aborti forzati e abusi sulle donne.

La legge  nata come una tutela della popolazione a salvaguardia del Paese ormai più popoloso al mondo mostrò in breve il suo spietato modus operandi. Mentre da un lato lo stato è fiero di aver evitato 400 milioni di creature in 35 anni, dall’altro ci sono milioni di bambini che rivendicano una vita negata, di mamme mai diventate tali, di ragazzi che non saranno mai fratelli e sorelle di nessuno.

A tutto questo si aggiunse il così detto “Gendercide”, la sistematica eliminazione dei nascituri femmine. È proprio un tic culturale radicato nelle menti conservatrici e chiuse del Paese. Una femmina significa una dote da dover prima o poi offrire, un marito da trovare, un peso insomma per la società. Dunque ci troviamo davanti a un pesante squilibrio demografico: le nascite maschili in Cina supererebbero addirittura del 30% quelle femminili. Le conseguenze sono tragiche, favoriscono lo sfruttamento sessuale e la tratta delle donne, aumentano drasticamente il numero dei suicidi femminili. Questo squilibrio sociale porta peraltro oltre 40 milioni di maschi adulti a non poter materialmente trovare una moglie, scapoli forzati. A tutto questo si aggiunge un rapido invecchiamento della popolazione, col rischio di arrivare tra qualche anno a dover fronteggiare una situazione in cui pochi giovani dovranno mantenere un numero molto maggiore di pensionati. In conclusione non si può dimenticare il rischio di andare sempre più incontro ai crolli ormai poderosi della borsa di Shangai, che in poche settimane ha perso oltre il 30%. Forse sono queste le motivazioni principali che hanno spinto “il Paese Misterioso” a rivalutare la legge sul controllo delle nascite.

 Nel ventunesimo secolo appare ridicolo e disumano il dover essere costretti a generare solo figli unici quando lo stesso Confucio affermava: “Più bambini significa più felicità, i bambini avuti presto portano presto la felicità”. Le voci di quei 400 milioni di bambini riecheggiano  ancora nelle orecchie di molti assassini legalizzati da un sistema che tende al silenzio, ma forse semplicemente perché è una soluzione comoda. Legalizziamo la vita invece di legalizzare la non-vita.

 

 

Fonte: Sir
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