Tutela del creato da Parigi a Torino

Il 4 dicembre una Veglia di preghiera a Santa Rita alle 21 promosso dall'Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro e da molte associazioni

Parole chiave: cop21 (1), parigi (16), ambiente (25), conferenza (5), mondo (65)
Tutela del creato da Parigi a Torino

La Comunità cristiana dell’Arcidiocesi torna a pregare per Parigi. E questa volta lo farà con una Veglia di preghiera promossa dall’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, custodia del creato dell’Arcidiocesi, in collaborazione con l’Ufficio Missionario, la Pastorale Sociale dei Migranti, la Pastorale dei Giovani e dei ragazzi e la Pastorale della famiglia e con la partecipazione delle associazioni e dei movimenti ecclesiali laicali, in occasione della XXI Conferenza delle Parti (COP21) dell’Onu sui cambia-menti climatici prevista nella capitale transalpina dal 30 novembre all’11 dicembre.

La Veglia di preghiera sarà celebrata alle 21 del 4 dicembre presso la chiesa di Santa Rita da Cascia di Torino. Ha per titolo «Clima, bene comune», con ciò riprendendo quello che fa da sfondo a alcuni numeri dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’, sulla cura della casa comune, dedicati proprio al tema dei mutamenti climatici.

La Conferenza di Parigi appare l’ultima occasione per definire un accordo internazionale incentrato su impegni seri e vincolanti, monitorati e sanzionabili, capaci di limitare la temperatura globale al fine di evitare impatti climatici catastrofici, soprattutto sulle comunità più povere e vulnerabili della terra. Se siamo, come siamo, nell’antropocene – l’era in cui l’umanità è diventata tra i principali fattori di trasformazione della terra – allora occorre un accordo  generatore di un vero cambiamento (conversione) sostenuto da tutti, basato su principi di solidarietà, di giustizia e di partecipazione. La cura della nostra casa comune, anche rispetto ai mutamenti climatici, costituisce quindi un impegno che esige un agire condiviso. È la stessa Laudato si’ ad evidenziare l’urgenza «di po-litiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente» (n. 26). Le scelte che assumeremo a Parigi e da Parigi in poi determineranno in gran parte la vita futura del pianeta. Parigi val bene un accordo!

Durante il 2015 in vista di COP 21 diversi Paesi (Ue, Cina, Usa) hanno annunciato i propri obiettivi di contenimento di emissione dei gas climalteranti nell’atmosfera per i prossimi decenni; autorevoli stime rilevano, tuttavia, che ben difficilmente – in assenza di passi ulteriori – detti obiettivi saranno sufficienti a contenere entro i 2 °C l’aumento delle temperature medie planetarie. Il rischio, come è noto è che a fine secolo la temperatura media della terra aumenti di 4-5 °C, una prospettiva terrificante. È, dunque, necessario andare oltre le suddette scelte, per porsi in modo responsabile finalità molto più ambiziose, nel quadro di un patto per il clima più ampio e mutuamente vincolante. Sono molti gli organismi scientifici a sostenere che la Conferenza di Parigi deve mirare a una riduzione delle emissioni globali del 60% entro il 2050 ma che deve discutere di altri fattori, che concorrono all’effetto serra di natura antropogenica.  L’atteggiamento dell’Ue e con essa dell’Italia sarà determinante. Ora: se, come scrive il Papa nella Laudato sì,  l’interdipendenza dei fenomeni ci obbliga a pensare a un solo mondo e a un progetto comune; se – perché non dirlo? – l’Enciclica presenta una severa, definitiva condanna non già dell’economia di mercato, purché sociale e civile, bensì dell’economia finanz-capitalista, che produce scarti in persone e «oggetti»; se dal degrado socio-ambientale emerge un solo grido, quello dei poveri e quello della terra; se l’Enciclica si fa promotrice di un nuovo umanesimo, quello del limite, relazionale, estroverso e della cura, per l’edificazione di un modello di sviluppo nuovo, sostenibile ed integrale della famiglia umana, finalizzato al bene comune, allora, ne deriva che è necessaria e urgente, per uscire dal sonno del pensiero, una strategia di cambiamento reale capace di ripensare la totalità dei processi, una strategia che esige il dialogo sull’ambiente nella politica internazionale, nelle politiche nazionali e locali, nella trasparenza e nella partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.

Forse non tutti sanno che in Piemonte vi è stato un aumento significativo delle temperature medie dal 1958 al 2011 è stato quantificato in circa 1,5°C, con maggiore evidenza da metà degli anni '80. Come emerge, per esem-pio, dai documenti della Rete Nazionale dei Centri per l’Etica Ambientale, le criticità per l’Italia sono particolarmente gravi e riguardano, in specie: il nostro territorio, storicamente caratterizzato da un pesante de-grado, dovendo pensare, al ri-guardo, al dissennato e speculativo consumo di suolo ed all’abbandono di montagne e colline «depresse», marginalizzate da un’incontrollata crescita «urbano centrica»; l’agricoltura, che rappresenta un fattore strategico per l’economia nazionale e un vero punto di eccellenza per la qualità dei suoi prodotti, esposto, per la crescita prevista delle temperature minime e massime e l’aumento in frequenza e intensità degli eventi meteorologici estremi, pur con una riduzione complessiva delle precipitazioni, al rischio di una drastica riduzione della produttività di molte colture, con effetti devastanti sul grado di auto approvvigionamento alimentare del nostro Paese; le migrazioni, fenomeno per il quale basti ricordare che l’Italia è costantemente approdo di quanti dall’area mediorientale, dall’Africa settentrionale e sub sahariana fuggono da situazioni drammatiche, da conflitti spesso alimentati anche da cause ambientali.

Nella Veglia del 4 presso la chiesa di Santa Rita da Cascia di Torino, come cristiani vogliamo, insomma, implorare, nel nome del Signore Gesù Cristo, Dio Padre e Creatore nostro di accogliere la nostra preghiera, affinché lo Spirito Santo guidi le intelligenze e la volontà dei «grandi» che si incontrano  a Parigi e di tutti gli abitanti della terra ad una custodia responsabile  dello stupendo creato, opera delle Sue mani, avvolgendo gli impegni che da tutti dovremo assumere  con la forza del Suo amore. E ciò lo faremo in comunione con Papa  Francesco.

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