Coldiretti, preservare le terre agricole

Non sempre gli amministratori pubblici ascoltano le raccomandazioni per la tutela dell’ambiente, fanno gola gli oneri di urbanizzazione. Le Considerazioni dell’associazione Torinese riguardo al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTC2)

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Coldiretti, preservare le terre agricole

«Agli amministratori comunali Coldiretti ha sempre chiesto di non consumare suolo agricolo. Il terreno fertile è l’unica ricchezza che possiamo lasciare ai nostri figli e quindi andrebbe preservato. Nei dibattiti pubblici gli amministratori ci danno sempre ragione, ma poi, quando intravedono la possibilità di riempire le casse comunali con gli oneri di urbanizzazione si dimenticano della difesa del suolo agricolo». Sono parole di Sergio Barone, vice presidente Coldiretti Torino, che aggiunge: «Gli esempi peggiori in provincia di devastazione del suolo sono arrivati con le opere olimpiche, con prati montani devastati per realizzare opere e infrastrutture oggi abbandonate. Occorre anche dire che costruire capannoni e nuovi insediamenti abitativi con tutti gli edifici vuoti o invenduti esistenti è un malcostume che continua anche oggi».

Sergio Barone aggiunge: «Gli imprenditori agricoli sono impegnati a difendere i suoli fertili dal cambio di destinazione d’uso. Tutti parlano di difendere le produzioni agricole tipiche locali, stagionali, ma poi spesso gli amministratori si dimenticano di preservare il terreno dove le produzioni possano essere coltivate. Se vogliamo dare un futuro ai giovani agricoltori la priorità è difendere e preservare il territorio fertile».

Gianluigi Surra, responsabile dell’ufficio Territorio Coldiretti Torino, spiega: «E’ innegabile che fino a pochi anni fa la tutela del suolo era una prerogativa dei ‘berretti gialli’, poi, per fortuna,  è diventato un principio inderogabile della nuova programmazione urbanistica con l’approvazione del Piano territoriale di coordinamento (Ptc2). Con questo strumento della Provincia di Torino, approvato dalla Regione Piemonte, viene sancito che il principio cardine della futura politica urbanistica è la necessita assoluta e impellente di tutelare il suolo agricolo. Grazie al Ptc2 tutte le varianti dei piani regolatori comunali hanno avuto un parere dell’amministrazione provinciale anche su questo tema. In alcuni casi gli strumenti urbanistici sono stati respinti perché non avevano tutelato a sufficienza le aree libere dove c’è il divieto di edificare: negli ultimi due anni questo ha permesso di stralciare 130 ettari di terreno fertile che le amministrazioni comunali intendevano cementificare».

«Quando i Comuni predispongono i nuovi strumenti urbanistici, Coldiretti Torino esamina i documenti e poi presenta le osservazioni – aggiunge Gianluigi Surra –.  In prima battura verifichiamo che gli strumenti urbanistici rispettino il principio della tutela del suolo. Con le osservazioni si cerca di limitare l’impatto negativo sul territorio, così come sulle imprese agricole. Prima di dare il via libera a nuove costruzioni sarebbe meglio valutare l’utilizzo di aree già compromesse ed edifici non utilizzati».

Giovanni Rolle, vice direttore Coldiretti Torino, afferma: «Vediamo come positivi i meccanismi introdotti dal Ptc 2 che vanno a valutare i piani regolatori e gli strumenti urbanistici con un quadro di lettura riferito alla necessità di riduzione del consumo del suolo. Varianti e piani regolatori vengono così valutati secondo le nuove procedute introdotte dalla nuova legge urbanistica ragionale che prevede un meccanismo di copianificazione con l’intervento sia amministrazioni sia degli enti territoriali interessati». 

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