Burkina Faso sotto attacco la testimonianza di un volontario
Il drammatico racconto da Ouagadougou di Marco Alban, rappresentante dell’ong italiana LVIA in Burkina

«Il gruppo Aqmi copre tutto il Sahel con l’intento di destabilizzare l’area» – racconta Marco Alban, che vive a Ouagadougou da diversi anni e precedentemente ha vissuto in Mali e Senegal sempre in rappresentanza dell’ong italiana LVIA.
«Avevamo il sentore che prima o poi sarebbe accaduto anche in Burkina. Non dobbiamo dimenticare che spesso questi attacchi sono una dimostrazione di forza tra i vari gruppi armati arrivati in Sahel da Algeria, Libia, Chad e che strumentalizzano a loro vantaggio delle crisi interne, come accaduto in Mali, oppure vogliono rimarcare il loro potere in un Paese come il Burkina che è riuscito a difendere la democrazia e dove da decenni convivono pacificamente persone di religione musulmana e cristiana.
La direttiva che diamo al nostro personale– continuail rappresentante di LVIA - è di non recarsi hotel ristoranti e luoghi pubblici particolarmente sensibili perché molto frequentati da stranieri. Per il resto – conferma – resteremo in Burkina, dove la vita si svolge in modo tranquillo.
Certo, l’attacco ha traumatizzato la città, ma è importante non interrompere le nostre attività di cooperazione e sviluppo, anche perché il terrorismo fa adepti soprattutto laddove c’è povertà, rabbia e non c’è più speranza».
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