Burkina Faso, il vescovo di Pinerolo De Bernardi racconta la strage

Dopo la strage dell'alberto Splendid c'è il caos nella capitale Ouagadougou, il presule rientrato in Italia con un gruppo di volontari racconta

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Burkina Faso, il vescovo di Pinerolo De Bernardi racconta la strage

“Ora stiamo bene ma ieri sera un po’ di apprensione c’è stata. Siamo bloccati in città e siamo in attesa vicino alla cattedrale, in un posto sicuro che ci è stato messo a disposizione dall’arcivescovado. Ma non ci lasciano uscire e arrivano voci, non confermate, di un attacco ad un altro hotel. Non ci aspettavamo una cosa del genere perché il nuovo governo, che collabora con le forze sociali, aveva dato maggiore stabilità al Paese. Sicuramente Al Qaeda ha intenzione di destabilizzare il Paese e tutta l’area sub-sahariana.

 L’attentato di ieri è stato anche un messaggio all’Occidente”. A parlare da Ouagadougou è monsignor Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, che ieri sera è stato testimone indiretto degli attacchi degli estremisti islamici, rivendicati da Al Qaeda nel Maghreb islamico, ad alcuni hotel e locali frequentati da occidentali. Il bilancio al momento è di oltre 20 di morti di 18 diverse nazionalità, 33 feriti e 126 ostaggi liberati ma i terroristi non sono stati ancora arrestati. Sono tutte notizie che il vescovo di Pinerolo sta apprendendo dalla televisione, dopo una notte trascorsa in aeroporto perché l’aereo Air France che li doveva riportare a Parigi non è partito. Tutti i voli in entrata e partenza sono stati infatti bloccati. Il gruppo, con il vescovo e altri quattro volontari, alloggiava in un albergo vicino all’Hotel Splendid, dove è stato compiuto l’attacco. “Tra le 20.30-20.45, mentre stavamo preparando le valigie – racconta monsignor Debernardi – abbiamo sentito alcuni colpi ma non ci siamo resi conto di quello che stava succedendo. Subito dopo, attraverso la televisione, abbiamo capito tutto e siamo corsi, inutilmente, in aeroporto. Stamattina la situazione è tornata alla normalità, il traffico è ripreso. Ma ieri sera la città era deserta perché è stato imposto il coprifuoco”.

Il vescovo e i volontari vengono ogni anno, dal 2002, nel nord del Burkina Faso: diversi comuni dell’area pinerolese hanno progetti agricoli e nell’allevamento in una zona al confine con il Mali e il Niger. La diocesi di Pinerolo collabora con la diocesi di Dorì sul piano dell’educazione: scuole nei villaggi, borse di studio per i giovani. “Il Burkina Faso – spiega – è un Paese povero ma ha sempre avuto il grande vantaggio della pace. A parte l’ultimo colpo di Stato, soprattutto il nord è un territorio di collaborazione tra le varie forze sociali e religiose. C’è grande fraternità tra musulmani, che sono la maggioranza, e i cristiani. Però c’è Al Qaeda che sta cercando di destabilizzare tutta l’area subsahariana”.

Fonte: Sir
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