Salesiani&Fca: lavoro per i giovani

Si è tenuta a Valdocco la prima edizione dell'International TechPro2 Event, un progetto di avviamento al lavoro per i giovani nel settore dell'automotive, nato dalla collaborazione di Fca e Cnh industrial con i centri di formazione professionale salesiana Cnos-Fap

Salesiani&Fca: lavoro per i giovani

Quando qualche anno fa il papà di Olivia Masedi, sudafricana di Johannesburg, portò a casa con orgoglio la sua prima utilitaria diede un compito ai suoi due figli. Il maschio si sarebbe dovuto occupare di lavare l’auto periodicamente, ad Olivia l’incarico di preparare il tè per festeggiare l’acquisto. Fu in quel frangente che la ragazza – già appassionata di meccanica - promise a se stessa che un giorno avrebbe aperto una officina tutta sua. Ed il sogno – con l’aiuto di don Bosco che di realizzazioni di imprese impossibili se ne intendeva - si sta avverando. Olivia che oggi ha 25 anni è diventata una delle prime donne meccanico esperta di veicoli commerciali grazie a TechPro2, un programma di formazione tecnica promosso da Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e Cnh Industrial nato nel 2008 dalla collaborazione con Cnos-Fap – l’ente di formazione professionale dei salesiani. TechPro 2 ha l’obiettivo di fornire ai giovani di oltre 50 centri salesiani in 11 Paesi del mondo (dalla Polonia all’Etiopia, dall’Argentina all’Italia, dall’India al Brasile) le conoscenze e le competenze tecniche e commerciali necessarie a prepararli ad un futuro lavoro nei settori automotive (Fca) e macchinari industriali (Cnh).

Olivia, con altri sette giovani allievi delle scuole salesiane -  gli italiani Simone Cassino di Fossano, Gioele Bombieri (Verona), Keith Marian D’Souza (India) Tomasz Piszczkiewicz (Polonia), Agustín Santiago Salazar Iñiguez (Argentina) e Teshale Belay (Etiopia) ex ragazzo di strada oggi meccanico -  sono stati premiati come migliori allievi del progetto martedì scorso, a Valdocco, durante la prima edizione dell’International TechPro 2 Event. Alla mattinata, condotta in «allegro» stile salesiano da Gigi Cotichella, oltre agli allievi meccanici dei corsi professionali di Valdocco, hanno partecipato i vertici di Fiat  (Livio Milano responsabile delle risorse umane di Fca e Carlo Lambro di Cnh presidente di New Holand Agricolture) e dei figli di don Bosco: don Francesco Cereda vicario del Rettor Maggiore dei salesiani, don Enrico Peretti direttore generale di Cnos-Fap, don Fabio Attard responsabile mondiale della pastorale giovanile salesiana e don Enrico Stasi, ispettore dei salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta. Un’ occasione eccezionale per suggellare una collaborazione fra Fca, Cnos-Fap leader mondiale nella formazione professionale nel settore automotive e Mopar, il marchio di riferimento per i Servizi, il Customer Care e i ricambi originali di Fca.

E non a caso la prima edizione dell’«International TechPro 2 Event» si è tenuta nella Casa Madre dei Salesiani, dove don Bosco oltre un secolo fa avviò i primi corsi professionali per dare un mestiere a tanti ragazzi poveri e dove firmò con un imprenditore il primo contratto per i giovani apprendisti. A Torino il legame tra salesiani e  Fiat nasce da lontano: sono migliaia gli operai e i tecnici che si sono formati nelle scuole salesiane. Lo ha confermato anche Santo Ficili, ora alla guida di Mopar, ex allievo delle scuole professionali, che ha incoraggiato gli allievi presenti a non perdere la grande opportunità che offre TechPro2 con i salesiani: costruire il proprio futuro con sacrificio ma con la certezza di riuscire a trovare un lavoro se ci si mette passione e impegno. E «l’intelligenza nelle mani» (oggi «learning by doing») a cui faceva riferimento don Bosco quando era convinto che per dare dignità ai suoi ragazzi bisognava avviarli al lavoro, è la scommessa della «joint venture» tra Fiat e Salesiani.

E i dati presentati nel corso del convegno dicono che la strada è giusta: in Etiopia, ad esempio, il corso di Cnh Industrial per addetti alla riparazione di veicoli commerciali ha permesso a tutti i partecipanti di essere regolarmente assunti. Lo stesso è successo in India per il corso di Fiat Chrysler Automobiles per meccanici del veicolo. Anche in Italia, come ha sottolienato don Peretti, i risultati sono incoraggianti nonostante la crisi del settore; il 37% degli allievi che hanno seguito il progetto è stato assunto e l’obiettivo è raggiungere la piena occupazione.

«Complessivamente, in otto anni di vita TechPro 2 ha formato quasi 13 mila giovani – ha illustrato Livio Milano -  con oltre 380 mila ore di lezioni e sono stati avviati più di 5 mila stage e tirocini presso la rete assistenziale di Fca e Cnh Industrial. TechPro 2 non si ferma a queste attività, ma persegue sempre nuovi obiettivi. Nel 2016 è stata aperta una nuova scuola a Verona e alcuni mercati, come per esempio la Francia, hanno richiesto un’edizione sul loro territorio. Fca ha ampliato l’offerta anche all’area dell’accettazione e, sempre nel 2016, ha attivato – in collaborazione con Abarth – un corso pilota per la figura del Racing Team Technician e a settembre partirà un nuovo corso sulla logistica. E a settembre Fca presenterà al Miur un progetto per l’alternanza scuola lavoro».

Inoltre il Cnos –Fap che non è presente e non opera in Cina -  ha fornito curriculum, modelli didattici, relazioni con le imprese e su richiesta formatori tecnici all’azienda italo cinese YiZhong-Edulife, specialista in metodologia didattica, mediazione culturale e innovazione dei processi di insegnamento e apprendimento. «Il 24enne Bishoi Said – ha aggiunto Antonello Vedovato presidente di Edulife presentando il giovane - formatosi alle scuole salesiane del Cairo e di Verona, è stato formato sulla tecnologia Iveco ed è stato una preziosa risorsa per attivare il TechPro 2 Iveco in Cina gestito da YiZhong Edulife».

Preparare bravi meccanici e onesti cittadini, si potrebbe dire oggi con don Bosco «ma soprattutto – conclude don Attard – questo progetto è in linea con l’educazione salesiana del dare opportunità di lavoro e quindi di giustizia per tutti a partire dalle stesse opportunità, per i più meritevoli  ma anche per chi è più in difficoltà, perché nessun giovane si senta escluso. Don Bosco diceva che in ogni giovane, anche in quello più ‘disgraziato avvi un punto accessibile al bene’: di qui dobbiamo partire anche nell’insegnare un mestiere».

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