Ciriè e Valli di Lanzo, le parrocchie fanno rete

Negli ultimi anni le Unità pastorali delle Valli di Lanzo e Ciriè fanno rete per il rilancio di un territorio ricco di risorse che rischia lo spopolamento. Il "Tavolo Valli" e l'Agorà del sociale con al centro il tema dell'occupazione giovanile in loco 

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Ciriè e Valli di Lanzo, le parrocchie fanno rete

Le Valli di Lanzo, le «nostre» montagne, portano più di altre zone della diocesi i pesi della crisi economica che ha dimezzato le attività produttive e turistiche presenti sul territorio.

La chiusura della manifattura della Cartiera di Germagnano nel 2012, la flessione dell’attività turistica sia in inverno che in estate, lo spopolamento, in particolare dei giovani e delle giovani famiglie.

Infrastrutture ferme al 1916 quando arrivò la ferrovia a Ceres (iniziata nel 1868). Binari che dopo infiniti lavori e progetti recenti per ripristinare il collegamento ferroviario continuano a non essere utilizzati a regime; spesso il treno si ferma a Ciriè o Germagnano e i passeggeri proseguono per Ceres con autobus sostitutivi. E se non c’è la ferrovia l’unico collegamento è una sola strada troppo stretta, che non consente vie di comunicazione veloci, al passo coi tempi odierni. 

Le parrocchie non si sono certo abbattute: in particolare dopo la visita pastorale dell’Arcivescovo, da maggio a luglio 2012 nelle due Unità 31 e 32  (Lanzo e Alta Valle) del territorio,  è nato il «Tavolo Valli di Lanzo» che si incontra stabilmente per rilanciare le Valli in sinergia con le istituzioni, le associazioni del privato sociale e le attività produttive. Un Tavolo focalizzato sul tema dell’occupazione, coordinato inizialmente dalla Pastorale del Lavoro della diocesi ed ora portato avanti dalle parrocchie. Dopo la mappatura di attività e risorse presenti sul territorio si è studiato un piano per rilanciare l’agricoltura, l’allevamento, il turismo, migliorare i servizi e  favorire l’unione fra i Comuni e le istituzioni, realtà ancora frammentate.

Al Tavolo siedono i parroci, i rappresentanti delle comunità parrocchiali, delle istituzioni comunali e delle attività produttive, le Asl, le associazioni del sociale e del volontariato. In particolare ci sono i giovani oriundi che non si rassegnano alla decadenza della propria terra ricca di risorse e che hanno deciso di prendere in mano concretamente il proprio futuro e quello del luogo in cui sono nati e cresciuti.

«Il Tavolo» - sottolinea il coordinatore don Claudio Baima Rughet, vicario episcopale per il distretto Torino Nord - «vuole essere in primo luogo uno stimolo costante per le comunità parrocchiali e le istituzioni perché continuino a lavorare insieme per un territorio che ha di per sé risorse eccellenti, dove le comunità sono vive, terre che non possono essere abbandonate. Ecco dunque l’avvio di un piano per promuovere il turismo, riattivare il dialogo con le aree urbane, la valorizzazione delle produzioni locali, i servizi nel welfare e soprattutto il lavoro per giovani e famiglie che possano rimanere a vivere qui».

«Con il coordinamento» -  evidenzia Elena Lepore, membro del Tavolo - «abbiamo superato la frammentazione e la ‘mentalità di lontananza’ che esisteva fra i diversi Comuni e parrocchie, ora siamo un’unica comunità e territorio che mette insieme le diverse e esperienze. Soprattutto un tavolo di relazioni».

Oltre agli sportelli lavoro gestiti dalle parrocchie di Cafasse e Ceres in collaborazione con la Pastorale del Lavoro, insieme alle Unità pastorali delle alte Valli, Lanzo, Corio, Cafasse e Ciriè (Up 31, 32, 33, 24 e 25) lo scorso anno si è costituito un cammino di Agorà del sociale con al centro la visita dell’Arcivescovo. Sono stati organizzati cinque incontri sul tema della cittadinanza attiva in cui i protagonisti sono stati i giovani residenti nelle Valli e nel ciriacese che hanno dialogato con comunità e istituzioni formulando proposte concrete sul fronte dell’orientamento dei ragazzi delle scuole superiori alla formazione e al mondo del lavoro nel proprio territorio e sul rafforzare la cooperazione fra le associazioni del Terzo settore.

Come prima azione concreta sono state attivate  borse lavoro per due giovani che hanno mappato il territorio con le attività produttive presenti per analizzare i punti deboli e quelli di forza. Presenteranno il loro studio a parrocchie e Comuni per formulare  insieme interventi di sviluppo. 

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