Il giovane Michele Millesimo promessa del Jazz

Rubrica: itinerario musicale a  Torino

Il giovane Michele Millesimo promessa del Jazz

Tutto lascia presagire che Michele Millesimo, nato a Cuneo, ma di genitori torinesi, classe 1989, segue, fin dalla più giovane età all’interno della su famiglia, le scie tracciate da Ippocrate ed Euterpe, possa essere l’erede del grande cantautore milanese.  Non poteva essere altrimenti. Il padre, cardiologo presso le Molinette, la madre medico di famiglia. Non solo. Il padre, Giorgio, si è sempre dilettato con il pianoforte e il piccolo Michele non vedeva l’ora di suonare a quattro mani con lui sulla tastiera pregiata della nonna. Ha la fortuna di avere nelle scuole medie come insegnante di educazione musicale il professor De Angelis. Michele raggiunge buoni risultati anche in italiano e matematica, ma è la musica che entra sempre di più nel suo cuore. De Angelis lo sprona, i risultati sono eccellenti, lo indirizza al Centro Jazz di via Pomba. Si iscrive intanto al Liceo Scientifico «Segré», e il pomeriggio segue le lezioni di pianoforte impartite da Aldo Rindone. Affianca al pianoforte il basso elettrico, guidato da Luciano Saracino. La musica si tinge di rock. E’ la gioventù che impone le sue leggi. Terminati gli studi liceali, opta per medicina e si impegna con profitto, supera con una certa sicurezza gli spauracchi degli esami di anatomia e di chimica.

Cambiamento decisivo nella musica. Il contrabbasso, affittato per prova, diventa lo strumento su cui costruire la sua professione di jazzista. Viene seguito da Saverio Miele e da Aldo Zunino. Si inserisce con entusiasmo nella musica d’insieme guidata da Pino Russo. Siamo nel 2009. Due anni dopo, ecco una nuova tappa del suo percorso musicale. Si innamora della musica «manouche», il genere di quello straordinario chitarrista che fu Django Reinhardt. Il ritmo è dinamico, coinvolgente, trova colleghi come Gian Giacomo Rosso e Alessandro Di Virgilio, con cui stringe un notevole rapporto umano.  Michele ricorda con estremo piacere le due performance «manouche» durante il Torino Jazz Festival del 2013 presso il Jazz Club di Piazza Valdo Fusi e del 2014 all’interno dello splendido salone d’onore del Circolo dei Lettori. Papà Giorgio è davvero soddisfatto  del figlio. Michele studia con entusiasmo e costanza metodica sia all’Università sia nel campo musicale. In quest’ultimo settore i risultati, come si è visto, innegabilmente sono evidenti. Anche nel campo medico: il nostro artista ha solo 26 anni, gli manca un solo esame  per conseguire la laurea, a cui seguirà la specializzazione in Pediatria.

Il consiglio che possiamo dargli è di continuare a percorrere entrambe le strade, proprio come fece Enzo Jannacci. In ogni caso farà del bene all’umanità. La scelta di lavorare come pediatra è dettata dal fatto del suo forte legame con i giovani virgulti. Per motivi evidenti, visti i numerosi impegni, non ha molto tempo libero. Si ritaglia uno spazio per allenare alla pratica della bicicletta i bimbi del «Torino Triathlon» con sede presso la Piscina Lido di Corso Moncalieri. Li esercita per le strade e i sentieri della collina torinese. Gli rimangono da percorrere davvero pochi chilometri con la sua amata bici da corsa. 

Tutti i diritti riservati

Arte e mostre

archivio notizie

17/04/2017

Quando non si costruisce futuro

NON E' UN PAESE PER GIOVANI                        (Italia, 2017)

Regia: Giovanni Veronesi

Con Sara Serraiocco, Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo

19/12/2016

La rinascita dell’arte moderna. L’esempio della Galleria d'Arte Moderna

L'esposizione "Dalle bombe al Museo: 1942-1959..." a cura di Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino da una idea di Carolyn Christov-Bakargiev

14/11/2016

Nella Francia profonda vite tra speranze e illusioni

SAINT AMOUR   (Francia, 2016) Regia: Benôit Delépine, Gustave Kervern con Gérard Depardieu, Benôit Poelvoorde, Céline Sallette

01/11/2016

A Torino jazz e letteratura un bel binomio

Un itinerario artistico culturale tra note e poesia al Cafè des Arts