Armonia e incanto, allo scoperta dell'arte di Gabriella Perugini

Fluide Consonanze della musicista torinese, Giovedì 5 Febbraio alle 17 c/o Villa Tesoriera e Sabato 7 Febbraio ore 21 Monte dei Cappuccini. Ingresso gratuito.

Parole chiave: Perugini (1), liuto (1), muscia (1), concerto (8)
Armonia e incanto, allo scoperta dell'arte di Gabriella Perugini

In occasione del doppio appuntamento torinese con il suo concerto Fluide Consonanze a Torino, abbiamo incontrato Gabriella Perugini, liutista torinese.

 

Che valore ha oggi suonare strumenti così antichi e così lontani nel tempo come il liuto o la tiorba?

Chi intraprende lo studio di strumenti del passato come il liuto e tutti gli strumenti affini, sa che sta compiendo una scelta controcorrente: difficilmente suonerà per platee sterminate, ogni giorno dovrà spiegare a potenziali committenti che la musica rinascimentale e barocca non è “di nicchia” e nemmeno per “addetti ai lavori”; è risaputo che sia più difficile l’ascolto di una Sinfonia di Mahler rispetto alla semplicità formale di una composizione per liuto del ‘500.Suonare questi strumenti antichi è una vera e propria missione: significa aver fra le mani l’opportunità di restituire l’atmosfera sonora del passato, di catapultare l’ascoltatore in un tempo lontano, ma presente nella memoria ancestrale. E poi c’è la dimensione culturale di recupero e conoscenza della tradizione musicale europea. Soltanto conoscendo a fondo il passato sapremo porre le basi per un nuovo Rinascimento.

 

Da cosa è nata l’idea dei suoi concerti multisensoriali?

Il pubblico che partecipa ai concerti sta cambiando, la capacità di attenzione è notevolmente ridotta, sente la continua necessità di stimoli diversi. Le giornate sono sempre più frenetiche, i mezzi di riproduzione audio e video ci mettono a disposizione centinaia di opzioni contemporaneamente, l’uso compulsivo del telecomando impedisce di soffermarsi sulla stessa fonte fino alla conclusione del programma o di un ascolto con conseguente frammentazione del discorso, sia esso verbale o musicale. Il concerto di musica classica invece ha mantenuto la stessa struttura e modalità dal ‘600 in avanti: chi assiste è seduto più o meno comodamente, deve essere silenzioso e ridurre al minimo i movimenti, sforzandosi di contenere gli eventuali accessi di tosse, senza contare che è buona norma non far uso di cellulare e smartphone.  Un’ora di immobilità forzata per molti è ormai insostenibile; se poi in programma si legge “musica antica” si immagina una tortura d’altri tempi. Tutto ciò allontana soprattutto il potenziale pubblico più giovane. Le nuove generazioni sono sempre più “visivocentriche”.Pertanto, per assecondare la nuova tipologia di pubblico, nel 2009, ho ideato una nuova formula di concerto con l’inserimento di stimolazioni visive, tattili, olfattive e gustative, oltre che uditive. Il risultato è un concerto più partecipato, dinamico, che coinvolge l’ascoltatore attraverso tutte le sue potenzialità percettive. E’ stata una felice intuizione che in cinque anni ha avuto un notevole riscontro di pubblico e di gradimento: oltre 150 concerti in quasi tutte le regioni italiane e recentemente la stessa formula è stata sperimentata all’estero.

 

E’ difficile oggi fare questo tipo di musica in Italia? Ha trovato sponde e sinergie interessanti per sviluppare nuove modalità di ascolto e di relazione con la musica antica?

L’Italia vanta una fra le più ricche tradizioni musicali, fu modello per tutta Europa eppure oggi risulta uno dei paesi più insensibile alla musica classica e ancor più a quella più antica.Le scelte di molte realtà musicali italiane ricadono più sulla popolarità dell’artista che sulla valenza culturale della proposta o peggio ancora sull’audience e sul conteggio dei numeri: serata di Karaoke in piazza = 2.000 persone, concerto di musica antica = 100/150 persone A parità di costi si pensa troppo spesso al fatturato dell’ipermercato e non alla qualità del verduriere di fiducia. Gli enti pubblici locali vivono la frustrazione del volere e non potere riducendo all’osso le opportunità di programmare concerti classici. Tuttavia la mia intensa attività artistica dimostra che si stanno sviluppando sempre più sinergie straordinarie con associazioni, realtà private come Fioredentro™, partner dei concerti torinesi, che grazie a imprenditori illuminati stanno sviluppando un nuovo modello di imprenditorialità in condivisione con la missione di artisti e uno sguardo persistente di sostegno e opportunità di lavoro alle fasce più deboli della società. I tempi sono maturi: è giunto il momento delle sinergie, di unire le forze, le competenze e la passione.Cicerone sosteneva che “Una vita senza musica è come un corpo senz’anima”. Gli artisti possono essere la linfa vitale per la rinascita, per trasmettere l’idea della bellezza, della serenità, della speranza.

 

Ci dia due validissime ragioni per non mancare a Fluide Consonanze, il programma concertistico che regala a Torino, la sua città, il 5 e il 7 Febbraio

Sono particolarmente emozionata ogni volta che ho l’opportunità di suonare nella mia città e proprio in queste occasioni capisco quanto ami Torino. Ritengo che il primo buon motivo per essere presenti a Fluide Consonanze sia l’opportunità di vivere un’esperienza multisensoriale di concerto globale, coinvolgente, da fruire a “sensi accesi” accogliendo serenamente le proprie emozioni accompagnati dalla musica del liuto e della tiorba e dalla spontaneità e dolcezza di Federica Dallolio, giovanissima voce recitante, che interpreta i versi poetici di scrittori piemontesi incastrandoli alle mie note con la freschezza del Fanciullino di pascoliana memoria. Il secondo motivo è legato invece al tema del concerto e alla stretta relazione con la città: i torinesi non possono perdere l’occasione per ascoltare alcune composizioni barocche inserite in repertorio di musicisti della corte sabauda ritrovate da una ricerca che ho condotto negli archivi del Duomo e Reale! Senza contare che il Concerto al Monte dei Cappuccini sarà occasione per lasciare un’offerta destinata interamente ai Frati per acquistare i panini con cui sfamano più di 80 persone ogni giorno.

 

 

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