Il nuovo Salone del Libro a Torino

Conti economici in sicurezza, dopo il salvataggio degli istituti di credito della città, ecco la nuova edizione dall’emblematico titolo«Visioni»

Parole chiave: salone. cultura (1), libro (39), 2016 (7)
Il nuovo Salone del Libro a Torino

Dopo i mesi delle polemiche e del travaglio, dei bilanci in rosso, delle indagini della magistratura, la ventinovesima edizione del Salone del Libro vede finalmente la luce. Il 19 gennaio, nel corso di una conferenza stampa, sono stati resi noti i particolari dell’edizione 2016 che si svolgerà al Lingotto dal 12 al 16 maggio. Con Giovanna Milella (nuova presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura) e con Ernesto Ferrero, ancora direttore editoriale del Salone, rientrato nel ruolo lo scorso settembre dopo la breve parentesi di Giulia Cogoli, in realtà mai diventata direttrice della kermesse.

«C’è una grande attesa per il ventinovesimo Salone del Libro – ha detto Giovanna Milella - È sempre stato così, ma quest’anno in particolar modo perché nei mesi scorsi sono emerse situazioni economiche complicate. In realtà non abbiamo mai dubitato del Salone e della sua crescita. E abbiamo lavorato intensamente non solo per risanare i conti, condizione prioritaria e imprescindibile per andare avanti e non ricreare i deficit, ma abbiamo puntato a costruire un Salone profondamente rinnovato. Partendo dai successi precedenti, abbiamo guardato agli anni futuri, per lanciare un progetto creativo, basato su un assetto editoriale ed economico che innovi le forme e i contenuti». Con il contributo degli enti locali, Comune e Regione, dei ministeri dell’Istruzione e dei Beni Culturali, di nuovi soggetti privati (le banche) entrate nella compagine del Salone, la manifestazione libraria compie «un forte salto di qualità e un significativo cambiamento di passo», ha sottolineato la presidente.

Il tema conduttore di quest’anno è, molto sinteticamente, «Visioni». Mimmo Palladino lo ha esplicitato nell’immagine ufficiale che rappresenta due occhi neri che guardano lontano, sbucando dalle pagine blu di un libro che sembrano ali. «Visioni» per ospitare le esperienze di chi ha la capacità di guardare lontano, di darsi e vincere sfide che sembravano impossibili, di lavorare nel futuro e per il futuro attuando progetti forti, basati su una conoscenza vera, ma anche sul patrimonio letterario, artistico e filosofico che costituisce la nostra identità culturale, e dunque nell’indispensabile saldatura tra cultura scientifica e cultura umanistica. Le storie dei visionari, dunque, che, nei rispettivi rami di attività, si sono distinti per lungimiranza, innovazione, sapienza divulgativa e comunicativa: fisici, biologi, neuroscienziati, filosofi, artisti, architetti, economisti capaci di affrontare in modo creativo i temi cruciali della contemporaneità e di tradurre in pratica programmi mirati sul medio-lungo periodo.

Al posto del singolo Paese ospite d’onore, infine, da quest’anno una nuova formula offre un focus allargato e traversale su realtà culturali che superano le rigide divisioni degli Stati nazionali. A criteri puramente geopolitici subentrano più ampi criteri geoculturali. Si comincia, così, dalla letteratura e dalla cultura araba.

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