Padre Sporschill, gesuita: "Ricomincio dai poveri"

A colloquio con padre George Sporschill, il gesuita che ha raccolto il testamento del card. Martini. Il suo impegno a fianco dei ragazzi di strada a Bucarest, in Romania, e con i Rom stanziali in Transilvania

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Padre George Sporschill con uno dei ragazzi di strada a Bucarest

I bambini di strada a Bucarest? «Sono i miei gesuiti, autentici maestri di fede». Come è nata la sua amicizia con il card. Carlo Maria Martini? «Grazie a quei ragazzi. I giovani e i poveri sono sempre stati nel suo cuore. E anche nel mio». Cosa ricorda delle sue ultime ore trascorse con l'ex arcivescovo di Milano? «La sua ultima domanda: "E Tu cosa puoi fare per la Chiesa?"». Ai ragazzi consiglia sempre di avere un sogno, qual'era il sogno di Martini? «Ne aveva uno, in particolare, per la sua Chiesa: questo sogno si è realizzato con papa Francesco». Cosa pensa del Sinodo straordinario sulla famiglia appena concluso? «Il primo successo è il metodo e il coraggio di affrontare certi temi in modo trasparente. Non mi aspetto drecreti, ma che la Chiesa accompagni le famiglie e le persone perchè trovino da sole la via».

La forza di padre George Sporschill, gesuita, classe '46, nato sulle montagne del Vorarlberg, la regione austriaca al confine con la Svizzera, è tutta in queste risposte. Franche e mai scontate, esattamente come lui. Lo abbiamo incontrato al Sermig di Torino, in occasione della presentazione del libro «Chi salva una vita, salva il mondo», di Stefano Stimamiglio, giornalista paolino, che ha raccontato per la prima volta la vita di Sporschill. Arrivato nella capitale romena nel 1991 per stare pochi mesi, si è fermato vent'anni. Ha fondato l'associazione Concordia, poi aperto il centro sciale St. Lazarus, oltre a case-famiglia dove i ragazzi di strada possono vivere in comunità, andare a scuola e imparare un mestiere. Oggi Sporschill si è spostato in Transilvania, sempre in Romania, una regione poverissima, dove 800 mila rom vivono in baracche di legno, senza acqua corrente, nè luce elettrica. Una vita a fianco dei poveri, per servire la Chiesa.

La versione integrale dell'intervista su Il nostro tempo del 2 novembre 2014

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