Addio a don Attilio Monge, anima della Sampaolofilm

Il ricordo di uno dei pionieri della comunicazione sociale della Chiesa attraverso gli strumenti della cinematografia contemporanea

Parole chiave: monge (1), congregazione (5), san paolo (7), cinema (39)
Addio a don Attilio Monge, anima della Sampaolofilm

È stato l’anima della Sanpaolofilm, che produceva e distribuiva i film a «passo ridotto» agli oratori, ai cinema parrocchiali, ai circoli ricreativi, alle comunità e anche alle famiglie. Poi ha curato per 25 anni la regia delle Messe televisive in Rai, specie per il Nord Italia. Don Attilio Monge, morto improvvisamente il 26 febbraio a Roma a 86 anni, «è stato un comunicatore a tutto campo, un vero apostolo paolino. Si è cimentato con successo in tutti gli ambiti della comunicazione, senza mai perdere il suo tratto signorile, la qualità della scrittura, la competenza unita all’intuizione» come ha scritto il direttore don Antonio Rizzolo su «Gazzetta d’Alba».

Nato l’11 aprile 1928 a Monasterolo di Savigliano, provincia di Cuneo e diocesi di Torino, coetaneo e molto amico di mons. Franco Peradotto, Attilio Monge avverte  prestissimo il fascino di don Giacomo Alberione e a 14 anni nel 1942 entra nella Società San Paolo. Quando è ancora diacono, nel 1954, il fondatore don Giacomo Alberione gli affida la direzione de «Il Giornalino». Poi diventa direttore del settimanale di attualità «Orizzonti», pubblicazione che purtroppo non c’è più. Rievoca Rizzolo: «Nel 1960 don Alberione gli scrive un biglietto incoraggiandolo nel suo impegno giornalistico: “Ogni volta che esce «Orizzonti» vedo se vi è qualche tuo scritto che sempre è desiderato da tutti. Il Signore ti ha dato questo dono e io lo benedico tanto ogni volta che uno sente di essere paolino: religioso scrittore”». Spesso con la firma «attimo» scrive sulle riviste paoline «La domenica», «Madre di Dio», «Famiglia cristiana», «Vita pastorale»: seguitissima la sua ultima rubrica «Il diavolo e l’acquasanta». Cura due libri per ragazzi che hanno un grande successo editoriale «La più grande storia mai raccontata» e «I dodici in cammino».

Nel 1965 va alla Sampaolofilm, direttore generale dal 1969 al 1983. Periodo in cui si realizzano film biblici, documentari catechistici e nel 1972 «Le avventure di Pinocchio», sceneggiato televisivo in cinque puntate, firmato dal grande regista Luigi Comencini. Ebbe un successo strepitoso. Mi confidò: «Abbiamo scelto Nino Manfredi per interpretare Geppetto perché è l’unico attore capace di parlare con un pezzo di legno. E abbiamo scelto Gina Lollobrigida come Fata Turchina…anche se costano cari».

Dal 1983 collabora con l’Ufficio comunicazioni sociali della Cei allora diretto dal milanese mons. Francesco Ceriotti. «Attimo» diventa regista televisivo e per 25 anni cura la regia delle Messe in tv, specie dal Nord. Dirige tutte le regie delle Messe da Torino e dal Piemonte. Segue anche i grandi eventi della Chiesa e della Cei: il secondo convegno nazionale a Loreto «Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini» il 9-13 aprile 1985, sotto la sapiente regia dei cardinali Anastasio Alberto Ballestrero e Carlo Maria Martini;la Messain piazza Maria Ausiliatrice domenica 4 settembre 1988 in occasione della seconda visita di San Giovanni Paolo II a Torino per il centenario della morte di San Giovanni Bosco (1888-31 gennaio-1988); il terzo convegno nazionale a Palermo (20-24 novembre 1995) «Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia»; la grandiosa beatificazione di don Giacomo Alberione celebrata da San Giovanni Paolo II in piazza San Pietro domenica 27 aprile 2003 quando i registi romani cedettero il passo al regista paolino, con il quale ho spesso collaborato: era un signore. Dal 1° marzo attende la risurrezione nel cimitero di Monasterolo di Savigliano.

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