Le Chiese cristiane d'Europa condannano l'attentato di Parigi

Il cordoglio del Papa e l'impegno delle chiese europee dopo l'orrore della notte della capitale francese

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Le Chiese cristiane d'Europa condannano l'attentato di Parigi

Papa Francesco è «sgomento» per le notizie degli attacchi terroristici a Parigi. Afferma padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana: «Stiamo seguendo con costernazione queste terribili notizie. Siamo sconvolti da questa nuova manifestazione di folle violenza terroristica e di odio che condanniamo nel modo più radicale insieme al Papa e a tutte le persone che amano la pace. Preghiamo per le vittime e i feriti e per l'intero popolo francese. Si tratta di un attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida  in tutte le sue forme».

FRANCESCO COMMOSSO E ADDOLORATO - Lucio Brunelli, direttore di «Tv2000», intervista telefonicamente Papa Bergoglio il quale si dice «commosso e addolorato. Non capisco ma queste cose sono difficili da capire, fatte da essere umani. Per questo sono commosso, addolorato e prego. Sono tanto vicino al popolo francese tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per tutti loro. Non ci sono giustificazioni per queste cose», riferendosi alla terza guerra mondiale a pezzi: «Nessuna giustificazione religiosa e umana perché questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia che le voglio tanto bene».

RINVIATA LA VISITA DEL PRESIDENTE IRANIANO - Il Papa avrebbe dovuto accogliere il presidente iraniano Hassan Rohani ma, in seguito agli attentati, il viaggio in Italia e Francia è stato rinviato. In un telegramma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, al cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, afferma: «Informato degli orribili attacchi che sono avvenuti a Parigi e allo Stade de Frances, causando la morte di numerosissime persone e ferendone molte altre, Papa Francesco si unisce con la preghiera alla sofferenza delle famiglie provate da questo dramma così come al dolore di tutto il popolo francese. Invoca Dio, padre di misericordia, affinché accolga le vittime nella pace della sua luce e porta il conforto  la speranza ai feriti e alle loro famiglie. Garantisce a loro, così come a tutte le persone che hanno partecipato ai soccorsi, la sua vicinanza spirituale. Ancora una volta, il Santo Padre condanna con vigore la violenza, che non può risolvere nulla, e domanda a Dio si ispirare a tutti pensieri di pace e solidarietà e di dare alle famiglie nella prova e a tutti i francesi l'abbondanza delle sue benedizioni».

ANCORA PIÙ NECESSARIO IL GIUBILEO DELLA MOISERICORDIA - Intervistato dalla «Radio Vaticana», della quale è direttore, padre Lombardi dichiara: «In questi giorni tristi per l’imperversare di una violenza omicida folle e orribile, molti si domandano come reagire. Alcuni si fanno già la domanda su come vivere l’attesa del Giubileo. Questi omicidi posseduti da un odio insensato si chiamano terroristi proprio perché vogliono diffondere il terrore. Se noi ci lasciamo spaventare, hanno già raggiunto un loro primo obiettivo. È una ragione di più per resistere con decisione e con coraggio alla tentazione della paura. Naturalmente bisogna essere prudenti e non irresponsabili, prendere le precauzioni che siano ragionevoli. Ma dobbiamo continuare a vivere costruendo pace e fiducia reciproca. Il Giubileo della misericordia si manifesta ancora più necessario. Un messaggio di misericordia, cioè di amore di Dio che ha come conseguenza anche l’amore reciproco e la riconciliazione».

TERZA GUERRA MONDIALE A PEZZI  - San Giovanni Paolo II diceva che «il messaggio della misericordia era stato la grande risposta di Dio e dei credenti nel tempo oscuro e orribile della seconda guerra mondiale, dei massacri operati dai totalitarismi, della diffusione dell’odio fra i popoli e le persone». Conclude Lombardi: «Anche oggi, quando Papa Francesco parla della terza guerra mondiale a pezzi, è necessario il messaggio della misericordia per renderci capaci di riconciliazione, di costruire ponti nonostante tutto, di avere il coraggio dell’amore. Non è proprio tempo di rinunciare al Giubileo o di averne paura. Ne abbiamo più bisogno che mai. Dobbiamo viverlo con saggezza, con coraggio e slancio spirituale, continuando a guardare in avanti con speranza nonostante gli attacchi dell’odio. Papa Francesco  ci guida e ci invita ad avere fiducia nello Spirito del Signore che ci accompagna».

UNA MESSA A NÔTRE-DAME - «La nostra città di Parigi e il nostro Paese sono stati colpiti in modo particolarmente selvaggio e intenso» dice il cardinale Vingt-Trois: «Dopo gli attacchi di gennaio, dopo l'attentato a Beirut e tanti altri negli ultimi mesi, soprattutto in Nigeria, il nostro Paese conosce di nuovo il dolore del lutto e deve affrontare la barbarie propagata da questi gruppi fanatici. Prego e invito i cattolici di Parigi a pregare per coloro che sono stati uccisi e per le loro famiglie, per i feriti e per i loro prossimi così come coloro che si attivano per soccorrerli, per le forze dell'ordinate sottoposte a una tensione enorme, per i nostri governanti e per il nostro Paese affinché insieme rimaniamo nell'unità e nella pace dei cuori». Domenica 15 novembre il cardinale presiede alle 18,30 una Messa nella Cattedrale di Nôtre-Dam, trasmessa dalla televisione cattolica «Kto».

PREGHIERA IN TUTTE LE CHIESE ITALIANE - La Conferenza episcopale italiana dispone in tutte le chiese italiane per domenica 15 una preghiera per la Francia. Dice un comunicato0: «La Chiesa italiana, profondamente colpita dagli attacchi terroristici che hanno insanguinato Parigi, si stringe solidale alla Chiesa che è in Francia e a tutto il suo popolo. Assicura che in tutte le comunità cristiane domenica 15 novembre, giorno che fa memoria della risurrezione del Signore, la preghiera si eleverà unanime in suffragio delle vittime e in segno di vicinanza fraterna ai feriti e alle loro famiglie, come a tutti i soccorritori».  Particolare solidarietà viene dal cardinale Angelo Bagnasco che, come presidente della Cei, è vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee): «Nel condannare la strategia del terrore che si esprime in questo nuovo attentato all’umanità, rilancia l’impegno di tutta la comunità ecclesiale a contribuire fattivamente alla convivenza sociale, alla riconciliazione e alla pace».

SOLIDARIETÀ DELLE CHIESE CRISTIANE - Tutte le Chiese cristiane europee sono solidali con il popolo francese. Guy Liagre, segretario della Conferenza delle Chiese Europee (Kek), organismo ecumenico che riunisce le principali Chiese cristiane europee, si unisce «al dolore per la perdita di vite umane, piange con tutte le persone colpite da questa immane tragedia e prega per le vittime, le loro famiglie, per gli uomini e le donne che hanno rischiato la propria vita nel servizio agli altri». La Kek condanna gli attacchi come «una vile aggressione contro la Francia e un affronto a tutta l’umanità. Questi tragici eventi ci spinge a rafforzare il suo impegno per la costruzione della pace e della riconciliazione». Liagre ricorda la «Charta Oecumenica» firmata dalle Chiese europee a Strasburgo nel 2001: «Sul fondamento della nostra fede cristiana ci impegniamo per un’Europa umana e sociale, in cui si facciano valere i diritti umani e i valori basilari della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà».

ATTO SPREGEVOLE E INDEGNO - Scrive padre Patrick H. Daly, segretario generale della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece): «Gli attacchi a Parigi sono un atto spregevole e indegno dell’umanità. Tutti i miei pensieri e preghiere sono per le vittime della violenza e le loro famiglie. È cruciale per l’Europa presentare un fronte unito di fronte alla minaccia terroristica e, allo stesso modo, deve essere unita e, dunque, forte nella sua politica estera e di difesa. Le forze che attualmente minacciano gli europei, non conoscono confini nazionali. È quindi imperativo che i 28 capi di Stato e di governo europei lavorino insieme meglio e di più: ne va della sicurezza dell’Europa, della nostra libertà e del futuro del nostro vivere insieme”.

GLI EPISCOPATI D’EUROPA -  Il cardinale Nichols Vincent, arcivescovo di Westminster e primate della Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles, esprime «il mio orrore. Questi omicidi sono da condannare fermamente. L’uccisione casuale e brutale di persone innocenti è un crimine che grida al cielo». Markus Büchel, presidente della Conferenza episcopale svizzera, aggiunge: «Sono profondamente scioccato per il bagno di sangue. Esprimiamo la nostra solidarietà e le nostre preghiere alle vittime e ai loro parenti. Questa ondata di violenza a Parigi, alimentata dall’odio, è un attacco contro tutte le persone e contro tutta l’Europa. Dobbiamo seguire il cammino di Cristo, la via della pace e della non violenza». Mons. André-Joseph Léonard, a nome dei vescovi belgi: «A essere colpite sono la democrazia e la libertà in Occidente. Siamo coscienti che le tragedie che si verificano nei nostri Paesi occidentali sono le conseguenze dei conflitti che hanno origine altrove. Chiediamo agli organismi internazionali, europei e mondiali, che sia fatto il possibile perché i cittadini possano vivere in una pace legittima».

DICHIARAZIONE CONGIUNTA - Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente del Consiglio della Chiesa protestante in Germania, in una dichiarazione comune si dicono «profondamente scioccati dalla ondata odiosa di violenza. Quando le parole sui fatti incredibili non si trovano, quello per noi cristiani è il tempo di pregare. Preghiamo per le vittime. Gli attentati sono un attacco a tutti i popoli e all’Europa. Come cristiani dobbiamo restare uniti insieme con le altre religioni e filosofie, nonostante il terrore». Il cardinale Christoph Schönborn,arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza episcopale austriaca, prega «per le vittime e per tutti gli uomini di questa città che mi è così cara e chiedo a tutte le persone di buona volontà, qualunque sia la loro religione, di unirsi in questa preghiera. Che sia di conforto nel mezzo del terrore e che dia forza nell’incertezza della prova».

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