Sicurezza e restauri: obiettivo Santuario della Consolata

Quasi tutte le risorse necessarie per riparare i cornicioni del Santuario della Consolata sono state raccolte fra i fedeli (65 mila euro) in aggiunta ai contributi del Comune di Torino (70 mila). I lavori partiranno a giugno. Ma l’attenzione è puntata su restauri più importanti, ancora da finanziare, nel chiostro del Convitto

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Sicurezza e restauri: obiettivo Santuario della Consolata

Partiranno entro i primi giorni di giugno importanti lavori di consolidamento ai cornicioni del Santuario della Consolata, un complesso monumentale che continua a rivelare tracce del propria antichissima storia (sono recentemente affiorate porzioni d’affreschi millenari, mura romaniche) e insieme si misura con un continuo, impegnativo bisogno di manutenzione. A inizio maggio la caduta di frammenti di intonaco ha suscitato qualche apprensione in città, però il cantiere dei restauri era in vista, programmato da tempo, concordato con le Soprintendenze. Il finanziamento dei lavori non preoccupa l’Ufficio diocesano Arte e Beni Culturali: costerà 170 mila euro, 70 dei quali già finanziati dal Comune, il resto coperto in gran parte dalle offerte raccolte in Santuario. Se necessario interverrà anche la Diocesi. «Abbiamo fatto appello ai fedeli – spiega il rettore don Michele Olivero – e stanno rispondendo con forza, sono stati raccolti 65 mila euro; credo che entro la fine dei lavori potremo dire di aver coperto tutti i costi proprio grazie alla generosità dei fedeli. Se poi raccogliessimo più del necessario sarebbe un segnale bello, una base su cui poggiare il proseguimento dei lavori di cui ha bisogno il complesso della Consolata».

Monumento prezioso. «Ciò che preoccupa – spiega l’arch. Adriano Sozza, direttore dell’Ufficio diocesano– non è l’intervento di consolidamento, ormai in fase d’appalto. Preoccupa la difficoltà di reperire risorse per ulteriori campagne di restauro nel complesso della Consolata: uno straordinario patrimonio, di livello nazionale, che rischiamo di non valorizzare adeguatamente o di lasciare decadere per mancanza di fondi. Si tratta di valorizzare a pieno gli investimenti fatti in passato, con il significativo sostegno della Fondazione Crt, della Città di Torino, delle Istituzioni, della Diocesi, ma anche di molte associazioni e cittadini torinesi che testimoniano il significato straordinario che il Santuario ha avuto e continua ad avere per la Città.». È un tema distinto da quello della sicurezza. L’arch. Sozza e il rettore Olivero stimano in 600 mila euro l’investimento necessario per intervenire su ulteriori porzioni del santuario, per esempio nel cortile del Convitto, dove mura e decorazioni degradate attendono di essere riportate all’originaria bellezza. Ulteriore attenzione meriterebbero importanti ritrovamenti d’epoca medievale nelle fondamenta e nelle mura della Consolata: l’abside medievale con le sue pitture che apparteneva alla prima chiesa romanica di Sant’Andrea, distrutta nel 1675, quando fu eretto l’attuale santuario barocco (architetto Guarini). Grande attenzione su questo tema è stata posta dal ciclo di studi che si è concluso con il convegno del 28 novembre 2014 «La Consolata nel Medioevo: la chiesa di Sant’Andrea», curato da un Comitato scientifico di storici dell’arte, archeologi e architetti, con il coinvolgimento diretto delle Soprintendenze e delle Istituzioni accademiche.

I meriti di questi studi e del convegno sono molteplici: tenere vivo l’interesse delle Istituzioni e dei cittadini verso questo gioiello architettonico, ma, anche, di costruire un quadro scientifico di conoscenza sullo stato del Santuario, delle sue parti costitutive, dei suoi tesori ancora nascosti, per poter avviare un complesso di interventi coordinato e non episodico, non determinato dalla sola emergenza. In questi anni si sono approfonditi gli studi avviati con il cantiere di indagini preliminari, che ha «fotografato» lo stato dei principali ambienti, al fine di fornire le informazioni utili alla conservazione, al recupero, alla rifunzionalizzazione di alcuni spazi e alla scoperta di nuovi spazi. Alcune tematiche affrontate dagli studi preliminari:  la riscoperta della chiesa romanica di Sant’Andrea, il recupero della galleria ex-voto e della Penitenzeria, il recupero dei locali interrati sottostanti l’Aula di Sant’Andrea, dei locali interrati della Cappella delle Grazie, il recupero dell’Ovale di Sant’Andrea, il risanamento conservativo e restauro del Chiostro, gli interventi sulla cappella dell’Abate, quindi gli interventi sul campanile. Sono tutti interventi che darebbero al Santuario una nuova immagine e aprirebbero nuovi orizzonti alla ricerca storico-artistica. Si tratta di mettere in campo indagini pluridisciplinari: dalla sistematizzazione della documentazione storica, alle tecniche di rilievo con sistemi tecnologici avanzati, ai sondaggi stratigrafici, indagini archeologiche, verifiche strutturali, analisi ambientali, tecniche di campionamento dei materiali… un cantiere che può diventare «scuola» per tanti giovani tecnici.

Le vestigia medievali. Secondo un cronista di Novalesa, XI secolo, la medievale chiesa di Sant’Andrea era «la più bella di tutte» a Torino. Se n’era persa traccia. Nel 2008 vaste porzioni dell’abside sono state individuate ispezionando le pareti fra il santuario, il convitto e il campanile (romanico) della Consolata. Sono ritrovamenti poco noti, anche se pubblicati sulla rivista Museo Torino, che documentiamo con le immagini pubblicate in queste pagine. Nel vuoto celato dalle pareti di epoca barocca sono riapparse in anni recenti due finestre bifore, mura medievali, porzioni d’affresco. A una delle nicchie romaniche si accede dal primo piano del Convitto, nel quale i ricercatori hanno aperto una finestra che permette di osservare il ritrovamento. Vari altri elementi e frammenti di dipinto si trovano nel mezzanino che separa la volta della Cripta delle Grazie e la cosiddetta chiesa invernale.

Il convitto. L’interno del santuario è già stato oggetto di un vasto programma di restauri, conclusi nel 2007 con il restauro della Sacrestia maggiore. L’operazione è durata anni, vi ha contribuito la Fondazione Crt. Le decorazioni, gli stucchi dorati, i dipinti sulle volte, tutto è tornato all’originario splendore. È stato un lavoro straordinario, il Santuario è meta di molti visitatori, provenienti da tutto il mondo. Le risorse non sono state sufficienti per affrontare anche i lavori necessari alla manutenzione del Convitto annesso alla Consolata, che merita grande attenzione. Il chiostro ha registrato cadute d’intonaco e appare degradato. L’ambiente è aulico, carico di storia, molto frequentato, però trascurato.

L’architetto Sozza riavvierà i contatti «per cercare di reperire risorse nuove, pubbliche e private. Stiamo vivendo ancora un momento di crisi economica, e le difficoltà a reperire risorse economiche sono evidenti. Ma vi sono segnali che fanno presagire una sorta di ‘rinascimento’ (con la R minuscola, per carità): è la rinascita di attenzione delle persone, delle imprese, delle Istituzioni verso l’ineguagliabile patrimonio storico-artistico del nostro Paese; è la considerazione che le risorse spese nel patrimonio artistico, nella cultura, nel bello, crea non solo valore, crescita di professionalità, lavoro, ma anche coesione sociale e senso di appartenenza ad una Comunità, che è al tempo stesso una Comunità religiosa e civile. Il recente successo di molte iniziative promosse dall’’Art Bonus’ (purtroppo solo sui beni dello Stato), ma anche le risorse che le comunità parrocchiali hanno raccolto in tanti anni per il mantenimento dei loro beni, ne sono la dimostrazione. Ottimismo ad oltranza? Forse, ma l’attenzione che riparte da un problema (relativamente piccolo, la caduta di calcinacci dai cornicioni) dà il segnale di una forte attenzione dei torinesi verso uno dei loro più cari gioielli architettonici».

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