Messa Crismale: ai sacerdoti l'esortazione di mons. Nosiglia all'accoglienza

Ha usato il pastorale del servo di Dio mons.Giovanni Battista Pinardi a cento anni dalla sua ordinazione episcopale, mons. Nosiglia questa mattina nella cattedrale torinese gremita di sacerdoti per la Messa crismale.

Celebrazione che è stata anche occasione per i presbiteri torinesi di vivere il loro giubileo con il passaggio per la porta Santa. Ed ecco che proprio nell'anno della Misericordia mons. Nosiglia ha voluto esortare i sacerdoti all'ascolto, all'attenzione ai poveri, all'accoglienza: “c'è in particolare un obiettivo comune – ha esortato - che oggi siamo chiamati a vivere anche nel contesto del riassetto ecclesiale e pastorale che stiamo definendo in Diocesi: è quello del saper ascoltare, valorizzare e rendere ogni battezzato corresponsabile della vita e della missione della Chiesa e annunciatore del Vangelo nel mondo. Rientra in questo compito primario anche fare nostre le parole di Cristo nella sinagoga di Nazareth, perché di quello che egli attribuisce a se stesso, ci ha resi partecipi in quanto suoi presbiteri nella Chiesa. La nostra missione è dunque la sua: annunciare il Vangelo ai poveri. Un compito che, ringraziando il Signore, il nostro Presbiterio e le comunità cristiane hanno assunto come prioritario in questi tempi di grave crisi non solo economica ma anche etica e comunitaria, dando esempi di impegno e di accoglienza molto concreti e ricchi di umanità e di amore verso chi si trova nel bisogno”.

Una vicinanza ai bisognosi che caratterizzò il ministero di mos. Pinardi che l'arcivescovo ha scelto di citare ai sacerdoti torinesi, richiamando anche la figura di un altro presbitero: “ Aggiungo il ricordo dei 40 anni di ordinazione di don Cesare Bisognin, prete a 19 anni per gravi ragioni di salute e deceduto appena 24 giorni dopo. Figure belle, che possono aiutarci a vivere con passione pastorale il dono di sé per il Signore e la sua Chiesa”.

Figure di un clero che continua a impegnarsi con generosità, ma che non deve cedere alla tristezza: "Sì - ha concluso - abbiamo bisogno di un presbitero lieto, con il volto di amico che accoglie tutti e fa sentire a proprio agio anche la gente che sta ai margini della vita della sua parrocchia o della corretta vita morale, che non giudica ma comprende e accompagna, mettendo il cuore nelle parole che dice e nelle cose che fa, che infonde in ogni persona che lo incontra sentimenti di fiducia per la mitezza e l'umiltà del suo carattere . Canterò per sempre l’amore del Signore Le promesse sacerdotali, che rinnoveremo tra poco, siano dunque l’espressione sincera di riconoscenza al Signore, il quale, chiamandoci al sacerdozio e a esercitarlo insieme ai confratelli e al vescovo, ci invita a rimotivare e riconfermare il nostro sì di fedeltà e di generosità a quanto Egli ci ha gratuitamente dato".

Non è mancato infine il ricordo dei preti anziani e ammalati e dei fidei donum in nome di una fraternità pastorale che non conosce distanze, fraternità che  è stata richiamata con gratitudine anche dalle parole augurali di mons. Vater Danna, vicario generale, al termine della celebrazione. Un augurio a mons. Nosiglia che è stato anche occasione per annunciargli che il 14 settembre la Chiesa torinese si riunirà in cattedrale per celebrarne i 25 anni di ordinazione episcopale.