La diocesi alla Grotta di Lourdes

Seicento pellegrini il 22 aprile sono partiti per il pellegrinaggio diocesano al santuario mariano guidato dall'Arcivescovo Nosiglia per il Giubileo della Misericordia. Un gruppo di giovani presta servizio accanto ai malati delle diverse associazioni. Gallery fotografica della partenza del pellegrinaggio

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foto don Luca Ramello

Sfiorano i seicento i pellegrini che venerdì 22 aprile sono partiti in pullman e in aereo per il pellegrinaggio diocesano al santuario di Lourdes, che l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia guida fino a mercoledì 27 aprile in  occasione del Giubileo della Misericordia. Un ulteriore Porta Santa che la Chiesa torinese si appresta a passare a due settimane dalla celebrazione dell’Anno Santo a Roma e l’incontro con Papa Francesco, dall’8 al 10 aprile scorsi, con la partecipazione di oltre duemila fedeli.

Il pellegrinaggio unitario è coordinato dagli uffici diocesani per la Pastorale giovanile, la Pastorale della Salute e del Turismo, in collaborazione con il Centro Volontari della Sofferenza, l’Opera diocesana pellegrinaggi, insieme alle diverse associazioni che accompagnano i malati a Lourdes, come l’Unitalsi, l’Oftal, la Santa Maria e lo Smom. Davanti alla grotta l’Arcivescovo, insieme alla comunità diocesana rappresentata, in particolare, celebrerà il 25° anniversario di ordinazione episcopale che ricorre nel 2016.

«A Lourdes – sottolinea don Paolo Fini, direttore della Pastorale della Salute – i malati hanno un grande momento di manifestazione della propria dignità in quanto tutto ruoto attorno alla loro presenza. La scuola di Lourdes e di santa Bernardette ci mostra come la povertà assoluta, la malattia e la sofferenza possono diventare creatrici di vita, speranza e testimonianza di fede. La malattia – osserva –  non è infatti una diminuzione della dignità umana ma un’esperienza forte della vita che va vissuta nella comunità che accompagna e sostiene e in cui ognuno dona e riceve».

Ecco dunque il senso del pellegrinaggio in cui al centro sarà posta l’esperienza della misericordia e della dignità umana che ognuno può incontrare.

Tra i pellegrini ci saranno anche venti giovani che presteranno servizio accanto ai malati, affiancandosi ai volontari delle diverse associazioni. Vivranno in particolare un cammino sulle 14 opere della misericordia corporale e spirituale, che a Lourdes sono testimoniate, come occasione di conversione e crescita nella propria fede.

«A Lourdes – sottolinea don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile – viene offerta ai giovani l’occasione di vivere un’esperienza forte di servizio in cui si crea un legame di relazione, uno scambio con le persone con cui ci si mette accanto. Alla grotta  –  prosegue – non c’è l’anonimato  come nelle nostre città, ma uno stile di umiltà e prossimità, come mostra la testimonianza del beato Pier Giorgio Frassati che visitava i malati nelle soffitte torinesi, un testimone privilegiato per i giovani di Torino,  che sarà mostrato ai coetanei di tutto il mondo anche in occasione della prossima Gmg di Cracovia».

Momenti centrali del pellegrinaggio saranno il Passaggio della Porta Santa del santuario nel pomeriggio del 23 aprile e la Messa presieduta dall’Arcivescovo alla grotta il 26 aprile. Mons. Nosiglia nei giorni di Lourdes dedicherà incontri di dialogo e confronto con i volontari delle associazioni, i malati, i giovani.

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