Il nome di Dio è Misericordia. L'incontro al Santo Volto

Al Santo Volto è stato presentato il libro di Andrea Tornielli: “il nome di Dio è misericordia”. Papa Francesco si rivolge ad ognuno di noi in modo semplice e diretto.

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Il nome di Dio è Misericordia. Il libro di un incontro

Immaginiamo che i nostri peccati siano le stelle del cielo. “Noi guardiamo il cielo, tante stelle, ma quando viene il sole al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. Così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza, perché Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza”. Citando queste parole di Papa Francesco, l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia, ha spiegato il concetto di misericordia nel corso dell’incontro “Il nome di Dio è Misericordia” durante il quale è stato presentato il libro-intervista del Vaticanista Andrea Tornielli.

L’incontro, che si è tenuto martedì 12 aprile al Centro Congressi del Santo Volto, è stato organizzato dalla Diocesi di Torino con il supporto del Museo della Sindone. Un’ora e mezzo di dialogo, una serata piacevole con un pubblico molto attento che ha posto domande interessanti.

Quasi una premessa all’Amoris Laetitia

Un libro “nato bestseller e che tale si conferma sempre di più”. Come lo ha definito Alberto Chiara, giornalista di Famiglia Cristiana che ha moderato l’incontro. Ma anche un libro “che dà l’idea di partecipare allo stessa conversazione che si svolge tra il Papa e Tornielli” come ha osservato Mons. Nosiglia. Il testo è anche “una premessa per capire pienamente l’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia” dove la misericordia “viene applicata in termini molto concreti alla tematica della famiglia”.

L’umanità ferita ha bisogno di misericordia

“La domanda centrale che troviamo nel testo - ha proseguito l’Arcivescovo - riguarda il perché, secondo Papa Francesco, questo nostro tempo e questa nostra umanità hanno così bisogno di misericordia”. Il Papa risponde sottolineando che “l’umanità è ferita in modo profondo e non sa come curare queste ferite, anzi, crede che non sia possibile curarle”. Il peccato ed il male vengono considerati ineludibili, l’uomo si rassegna, convive con essi e cerca “surrogati” di ogni tipo per esorcizzarli. Senza riuscirci. Invece “la via più semplice da seguire è abbandonarsi del tutto alla misericordia di Dio”.

Come mosche attirate dal miele

“Gesù - ha osservato Andrea Tornielli - era inseguito da una folla di pubblicani e di peccatori”, persone che non si sentivano “a posto”, che avevano una domanda, avevano “bisogno di qualcosa”. Gesù attirava i peccatori “come mosche attratte dal miele”. I farisei e gli scribi, invece, mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro” (cfr. Lc 15,1-9) e cercavano di metterlo in difficoltà.

Gesù, con la sua misericordia, va incontro a tutti, senza escludere nessuno. Come scrive Papa Francesco nell’Esortazione Amoris Laetitia: “Si presenta come Pastore di cento pecore, non di novantanove. Le vuole tutte”. “E quando ritrova la pecorella smarrita - ha commentato Tornielli - fa una gran festa”.

La misericordia è un incontro

Uno dei termini cari a Papa Francesco che ritroviamo nel libro è “balconear”. Lo possiamo tradurre come “stare a guardare dal balcone”. Il Papa lo usa spesso per esortare i giovani. Nel Vangelo di Luca è narrato l’episodio di Zaccheo (Lc 19,1-8), che “aveva una cattiva fama” perchè “era ricco e pubblicano”. Inizialmente egli non era pentito. Era soltanto curioso: è salito sull’albero per vedere Gesù. Ma è dopo aver pranzato con lui che decide di restituire quattro volte le somme sottratte indebitamente. “Questo brano - ha osservato Tornielli - ci dice due cose: che la misericordia è un incontro e che non è necessario nessun requisito per ottenere la misericordia di Dio”.

E’ nell’incontro con la misericordia di Dio che noi ci scopriamo veramente per ciò che siamo: “niente, piccoli, meschini”. Riconoscendoci in questo modo peccatori possiamo ottenere il perdono di Dio.

Il compito di ogni cristiano

Al termine della serata è intervenuto il direttore della Voce del Popolo, Luca Rolandi, che ha chiesto a Mons. Nosiglia e ad Andrea Tornielli quale debba essere l’impegno di ogni cristiano per mettere in pratica questo “slancio” suggerito da Papa Francesco in una Chiesa che qualche volta viene percepita come “troppo tiepida”.

Mons. Nosiglia nella sua risposta ha fatto notare che il Papa si riferisce spesso alla Chiesa chiamandola “popolo di Dio” proprio perché desidera esplicitamente investire la “base” della “nostra gente”, non solo “il clero, i religiosi, le religiose”. Tutta la popolazione, tutti quanti, “non solo il pastore, ma tutti insieme”, dobbiamo dare una mano per cambiare e rinnovare il volto della Chiesa.

“Il Papa - ha aggiunto Tornielli - ci dà delle indicazioni molto semplici, che tutti possiamo mettere in pratica, ad esempio: leggere ogni giorno un brano del Vangelo, pregare prima di mettersi a tavola, non finire mai la giornata senza avere fatto la pace in famiglia”.

Il nome di Dio è misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli, edito da Piemme è disponibile qui.

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