Il lavoro è dignità, il messaggio di mons. Nosiglia per il Primo maggio

Il messaggio dell'Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia per la festa di San Giuseppe Lavoratore del Primo maggio

Parole chiave: Primo maggio (2), mons. Nosiglia (37), messaggio (9), lavoro (167), dignità (16)
Il lavoro è dignità, il messaggio di mons. Nosiglia per il Primo maggio

Ad un anno di distanza dalla visita di Papa Francesco nella nostra città, la festa di tutti i lavoratori del mondo mi sembra un’occasione opportuna per richiamare ciò che il Santo Padre ha saputo comunicare su questo tema alle diverse componenti della nostra città. Egli ha ribadito con forza la necessità di considerare il lavoro «non solo necessario all’economia, ma anzitutto per la persona umana, per la sua dignità, per il senso di appartenenza che procura e per l’inclusione sociale».In questo giorno di festa per tutti i lavoratori del mondo, nel ricordo di  San Giuseppe Lavoratore, desidero anch’io unirmi nuovamente al suo invito a considerare fondamentale l’importanza del lavoro per ogni uomo e donna di questo mondo, a maggior ragione in una città che ha la responsabilità di riproporsi, con il suo stile e la sua storia, come protagonista di una stagione di cambiamenti che stimolano a riflettere su un nuovo modello di sviluppo capace di integrare la dimensione economica con quella sociale. La vocazione manifatturiera e artigianale di Torino si conferma all’interno di una nuova spinta all’innovazione che stiamo vivendo e che fa ben sperare per il futuro. Sono lieto di partecipare della soddisfazione che finalmente le aspettative, da tempo attese di parti rilevanti della manifattura piemontese, siano state confermate. Fra le buone notizie  non possiamo certamente trascurare  il miglioramento del mercato del lavoro, anche se non tutti ne hanno beneficiato, in particolare i giovani che ne costituiscono una parte considerevole.

Molto resta ancora da fare e tante sono purtroppo le persone e famiglie che soffrono la carenza del lavoro come vero dramma esistenziale che distrugge la dignità della persona, getta un pesante fardello sulla famiglia che rischia così di sfaldarsi, apre il gravissimo capitolo degli sfratti incolpevoli, tarpa le ali della speranza nei giovani. La crescente dispersione scolastica  e la sfiducia di tanti di loro che né studiano più, né cercano un lavoro perché scoraggiati e lasciati soli senza una prospettiva positiva per il loro futuro, comporta che si promuova al più presto un sussulto di responsabilità da parte di tutte le componenti politiche, economiche e sociali, puntando a investimenti massicci sia pubblici che privati in questo campo. Non bastano  le pure migliori iniziative  sporadiche o anche settoriali di «nicchia» ma una strategia condivisa che avii un progetto complessivo aggredendo con forza la separatezza delle generazioni che impedisce di ascoltarsi, collaborare insieme, operare insieme per il loro comune futuro. Sarà importante, anche per questo motivo, favorire l’alternanza scuola-lavoro, secondo le nuove normative, per far acquisire le competenze trasversali necessarie ai più giovani, il trasferimento di saperi ed esperienze e la valorizzazione dei «talenti» che rispondono meglio alle necessità che i nuovi sistemi produttivi richiedono. Su questo aspetto le parole del Santo Padre risuonano ancora con forza: «è necessario investire nella formazione dei giovani cercando di invertire la tendenza che ha visto calare negli ultimi tempi il livello medio di istruzione e molti ragazzi abbandonare la scuola».La Chiesa torinese sta rispondendo al suo invito attraverso l’Agorà del Sociale, con lo scopo di stimolare l’attenzione di tutti al fenomeno dei giovani, sempre più numerosi, che non studiano, non lavorano e vivono con rassegnazione questo momento della loro vita. Quel «patto sociale e generazionale»richiamato dal Papa e ripreso dall’Agorà, è ancora oggi necessario ed è doveroso «assumersi la responsabilità di decisioni coraggiose» in tutti gli ambiti della vita sociale. Desidero per questo motivo, richiamare l’attenzione di tutti coloro che a livello istituzionale e formativo già si occupano di questo complesso problema, offrendo tutto il mio sostegno e incoraggiamento. Dentro una logica di sistema, è importante che i giovani siano trattati da protagonisti e, che nella filiera dell’istruzione, della formazione, dell’orientamento e accompagnamento nella ricerca del lavoro anche le istituzioni siano capaci rispondere alle nuove esigenze offrendo modalità innovative di accompagnamento all’ingresso nel mercato del lavoro, in una situazione troppo spesso connotata dalla precarietà.

Chiedo pertanto con insistenza come ho già fatto in questi mesi che  questo problema sia preso in seria  e convinta considerazione da tutte le componenti  del mondo del lavoro e della società a cominciare dalla politica e non solo come spesso si usa, con promesse o riferimenti a impegni pure importanti promossi  nel nostro territorio, ma con un comune progetto  concreto, fattibile e realizzabile nel breve periodo, da parte  di quanti hanno attivamente partecipato all'Agorà del sociale negli anni scorsi. Occorre un’ ampia alleanza strategica e convergente su alcuni obiettivi concreti e precisi. Ognuno è chiamato a fare  la sua parte  operando  insieme con gli altri; solo così  si possono  perseguire  obiettivi comuni al di là  dei   rispettivi interessi o programmi di parte. Ci stiamo giocando il futuro di intere generazioni di giovani per cui è necessario dare loro la prova che come mondo degli adulti, ci sentiamo responsabili insieme con loro, dei problemi che li assillano. Le questioni che siamo chiamati ad affrontare, seppure complesse, possono essere interpretate  e vissute in termini positivi come un’occasione di crescita e non di chiusura in difesa. Dare spazio al «discernimento sulle cose da fare insieme anche a livello istituzionale rimane fondamentale, dentro dinamiche molto veloci alle quali sempre più spesso ci costringe il sistema globalizzato. Questo significa creare luoghi di pensiero che permettano un reciproco ascolto fra generazioni, nate sul nostro territorio o provenienti da altri paesi, nella ricerca di nuovi modelli di rappresentatività delle stesse «parti sociali», ancora una volta attori importanti della società civile e opportunità di partecipazione indispensabile per favorire il senso di appartenenza e l’esercizio attivo della cittadinanza. La loro attiva presenza e impegno è indispensabile come elemento insostituibile di una democrazia che va riconosciuto, apprezzato e promosso non solo quando ci sono situazioni difficili di qualche azienda ma anche nella progettazione dei piani industriali e in una politica del lavoro  basata  sulla partecipazione, rappresentanza, contrattazione e integrazione. Siamo consapevoli che queste problematiche non riguardano solo le imprese presenti sul nostro territorio, molte delle quali fortemente innovative,  mi riferisco invece a tutte le componenti della società invitate ad agire «facendo sistema» a livello produttivo e di offerta di servizi, con l’obiettivo di tendere al benessere di tutti e alla coesione sociale, indispensabili in un momento di veloci cambiamenti che si manifestano, con sempre maggiore evidenza, anche dal punto di vista demografico che sta scalando sempre nuovi traguardi di segnali negativi per cui è diventata una vera e propria emergenza per l'intera nazione.

Di questo percorso comune devono far parte le  persone  che provengono da paesi stranieri e anche i poveri che ormai purtroppo costituiscono  una parte numerosa della popolazione. Tutto  questo ha suscitato l'estendersi   sul territorio di quelle scelte di accoglienza e adattamento che sono parte della tradizione della nostra terra. Proprio quando si è progettato e operato ,non solo in termini economici, ma di volontà di fare del lavoro quell’asse portante fondamentale di un’integrazione intelligente e non sempre e solo basata su un approccio assistenziale, si sono fatti degli importanti passi in avanti. La quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, non può non tenere conto  di queste nuove presenze derivanti sia da coloro che sono stati costretti a fuggire dal loro paese, sia dai poveri nelle diverse forme di precarietà, ma anche di quei giovani, ormai numerosi, che vengono a studiare nei nostri atenei, famosi in tutto il mondo per la qualità della formazione offerta.
Il lavoro sarà sempre, secondo l’insegnamento sociale della Chiesa e l’esperienza di tutti gli uomini di buona volontà, lo snodo fondamentale dentro il quale le persone acquistano dignità e speranza nel vivere questa nostra storia da protagonisti e non da spettatori. E’ con questi sentimenti che desidero far pervenire a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, a tutte le persone, che in questo momento vivono con preoccupazione la ricerca di un nuovo lavoro o la creazione di una nuova opportunità di lavoro, a tutte le categorie di uomini e donne impegnate nella formazione, nell’accompagnamento e orientamento al lavoro, la mia benedizione e il mio forte incoraggiamento.

Tutti i diritti riservati

Lavoro

archivio notizie

19/01/2018

Crisi Embraco, crolla il mondo di 500 famiglie

Riva di Chieri – L’azienda brasiliana se ne andrà, è la globalizzazione, terribile la minaccia di lasciare tutti a casa. Sconcerto dell’Arcivescovo. Il premier Gentiloni: tentare la cassa integrazione per prendere tempo e cercare una nuova proprietà

10/01/2018

Chi offre e crea lavoro in Piemonte, ora c'è un dossier per i "neet"

L'Arcivescovo Nosiglia il 10 gennaio ha presentato l'indagine su giovani e mercato del lavoro in Piemonte condotta dalla Regione e dalla Conferenza episcopale piemontese: uno strumento informativo per agevolare la ricerca del lavoro e l'accompagnamento delle nuove generazioni disorientate e sfiduciate 

09/01/2018

Nosiglia con i lavoratori dell'Embraco: "si cerchino le vie più adeguate per salvare tutti i posti di lavoro"

L'Arcivescovo il 9 gennaio ha preso parte all'incontro di sindacati e istituzioni locali con i lavoratori dell'Embraco a Riva presso Chieri il cui stabilimento, di proprietà dell'azienda americana del gruppo Whirlpool, rischia la chiusura

14/12/2017

Giovani e disoccupati, a Grugliasco c'è "Labor"

Dopo San Francesco al Campo è iniziato a Grugliasco un corso di formazione e informazione anche per i neet, un itinerario guidato da esperti che offre alcune “strategie” per orientarsi nel mondo del lavoro senza perdere la fiducia