Estate ragazzi: le parrocchie si tassano per chi fa fatica

Migliaia di euro – in tutte le comunità ci sono situazioni di famiglie in difficoltà economica che non potrebbero pagare le quote, in alcune oltre la metà degli iscritti 

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Estate ragazzi: le parrocchie si tassano per chi fa fatica

Decine di migliaia di euro spesi per centinaia di bambini che provengono da famiglie in cui la perdita del lavoro, la separazione, la malattia sono state causa di povertà, nel centro di Torino come nelle località più periferiche della diocesi. Ancora una volta sono le parrocchie a farsi carico delle fatiche di nuclei che finita la scuola devono affrontare anche economicamente la gestione del tempo libero dei figli. È lo spaccato che emerge dalle tante comunità che stanno concludendo in questi giorni le settimane di Estate Ragazzi.

Impossibile dar voce a tutte nello spazio di un articolo: quasi ogni parrocchia le organizza, altre come nel quartiere torinese di Lingotto si aggregano per Unità Pastorale, ma per tutte un denominatore comune è il far fronte a famiglie (da 3 o 4 casi per comunità fino a 30 e più) che non possono sostenere tutte o in parte le quote di partecipazione ai grest. Famiglie spesso già seguite dalla Caritas parrocchiale o dalla San Vincenzo o che in queste occasioni rivelano una condizione che in altri momenti dell’anno è tenuta nascosta. «Capita», osserva don Mauro Mergola,  parroco ai Santi Pietro e Paolo di San Salvario, «che l’iscrizione all’estate ragazzi sia l’occasione per conoscere le difficoltà di un nucleo famigliare, per avviare un contatto con i servizi sociali del territorio e anche questo dà un senso a questa attività pastorale che non è solo un occupare e del tempo a dei bambini, ma per noi è creare un importante legame con l’oratorio, con la proposta educativa che continua tutto l’anno. Per questo organizziamo 9 settimane con 232 iscritti e per questo abbiamo lanciato la campagna ‘Adotta un bambino per l’estate ragazzi’ ogni domenica nelle Messe facciamo appello alla comunità per raccogliere dei contributi… Avevamo chiesto aiuto alla Circoscrizione 8 ma non abbiamo ricevuto nulla e per coprire le spese di chi non può pagare  avremmo bisogno di 5 mila euro, al momento ne abbiamo raccolti 3…».

Collette che vengono avviate con l’apertura delle iscrizioni, ma anche con molto anticipo con la consapevolezza che si tratta di cifre importanti perché sono tante le famiglie in difficoltà come accade al Santissimo Nome di Gesù (corso Regina a Torino): «Abbiamo una sessantina di bambini», spiega il parroco don Roberto Populin «ma oltre la metà delle famiglie non riesce a sostenere la spesa e per questo a Natale presso lo spaccio Robe di Kappa abbiamo ottenuto uno spazio per poter fare pacchetti regalo in cambio di offerte da destinare all’estate ragazzi». Autofinanziamenti organizzati o sensibilizzazione delle famiglie che iscrivono i figli ad aggiungere una «quota di solidarietà» per quelle che fanno più fatica come a Sant’Alfonso (quartiere Campidoglio)  dove su 120 bambini 18 non hanno pagato nulla e 9 una quota ridotta. Anche la vicina Sant’Anna per l’estate ha contribuito per circa 20 famiglie, la maggior parte di origine straniera, alcune sostenute dalla Conferenza di San Vincenzo parrocchiale. Complessivamente circa 3 mila euro per i quali anche quest’anno si è attivato il progetto «Adotta un bambino per l’Estate Ragazzi» devolvendovi le offerte ad hoc dei parrocchiani e quelle raccolte in occasione della tradizionale festa conclusiva delle attività pastorali dell’anno «Parrock Festival» che si tiene l’ultimo sabato di maggio.

«L’iniziativa», spiega il parroco di Sant’Anna don Davide Pavanello, «è mirata a coinvolgere e a chiedere l’aiuto della comunità affinché insieme alla parrocchia si faccia carico delle difficoltà che colpiscono le famiglie del territorio parrocchiale in modo da permettere a tutti i bambini e i ragazzi di vivere l’esperienza di estate ragazzi e dei campi estivi presso la casa alpina della parrocchia a Melezet». Santa Giovanna d’Arco e Madonna della Divina Provvidenza nel quartiere torinese di Parella hanno unito le forze per l’estate ragazzi e insieme hanno accolto famiglie in difficoltà anche grazie a una cena di autofinanziamento abbinata all’appello «Tanti bambini e ragazzi potranno godere la compagnia, il divertimento e la serenità di queste bellissime esperienze! Ma abbiamo bisogno di te! La qualità e la quantità dei servizi che offriamo ai nostri ragazzi hanno un costo, e ci sono famiglie che non possono sostenere la pur contenuta partecipazione alla spesa….». Così alle Stimmate di Torino (zona Parco Dora) dove più di 20 famiglie su 60 sono state aiutate, anch’esse con l’appello «adotta un ragazzo». «In passato avevamo dei contributi ma sono sempre più difficili da trovare», spiega il parroco don Tonino Borio, «i casi aumentano e cerchiamo sempre di tenere il più possibile bassi i costi. Ad esempio abbiamo sfruttato una bellissima opportunità di laboratorio gratuito che ci ha offerto il teatro Regio di Torino (nella foto)».

A San Massimo di Collegno lo spirito di accoglienza, in linea con le attività dell’anno dedicate all’integrazione di chi vive la disabilità, ha coinvolto la proposta estiva consentendo la partecipazione anche a ragazzi con difficoltà. «Per loro come per altri», sottolinea don Claudio Campa, «il punto di fondo è che il problema economico non deve rappresentare un ostacolo alla partecipazione. Accoglienza,  condivisione, gratuità sono caratteristiche importanti dell’essere comunità: non siamo un ente che si sceglie perché eroga servizi a basso costo siamo una realtà che educa e cerca di farsi carico di chi fatica per condizioni economiche o fisiche, per integrare e non escludere…». Così tante anche a San Massimo le quote «scontate» alle famiglie numerose a quelle che affrontano situazioni economiche difficili. «L'aumento delle richieste di aiuto pervenute quest'anno», evidenzia don Alessio Toniolo, parroco a Ciriè «è dovuto alle separazioni più che alla disoccupazione. I divorzi impoveriscono le famiglie. I coniugi da soli non ce la fanno, in alcuni casi, a garantire l'extra ai propri figli, come può essere il pagamento della quota per l'Estate Ragazzi. Spesso ci sono problemi nella distribuzione delle spese. Chi dovrebbe corrispondere il mantenimento per il figlio non lo fa». Nella Parrocchia di Ciriè sei famiglie in più dell’estate 2016 hanno chiesto l’esenzione dal pagamento della quota per l’Estate Ragazzi, per un totale di 24 casi sui 130 iscritti alle quattro settimane. I ragazzini in difficoltà sono stati finanziati totalmente da contributi di Caritas e San Vincenzo integrati da fondi della parrocchia. A Devesi il centro estivo è per lo più pomeridiano e la quota è di 15 euro: tuttavia 4 ragazzini su 100 iscritti sono stati esentati dal pagamento perché in difficoltà economiche.

E un disagio in aumento, dall’osservatorio delle attività estive,  si è registrato anche nella parrocchia di San Pietro in Vincoli a Lanzo dove sono circa 25 su 210 iscritti i ragazzini le cui famiglie sono state esentate dal pagamento della quota per l’Estate Ragazzi. Alcune gratuità sono state concesse alla Cooperativa Crisalide, che si occupa di alcuni dei minori in difficoltà socio economiche, in forma di «baratto»: in cambio di sei posti gratuiti per altrettanti ragazzini, gli educatori della cooperativa hanno tenuto giornate di formazione dedicate agli animatori della parrocchia. Otto bambini hanno potuto essere accolti grazie al finanziamento della San Vincenzo attraverso i soldi raccolti durante la tradizionale «Cisrà» con annessa vendita delle ofele il giorno di Pentecoste. Altri casi sono stati esentati con proventi della parrocchia stessa. 

*Hanno collaborato Stefano Di Lullo e Tiziana Macario

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