Cottolengo, la Piccola Casa in festa per il santo patrono, "cittadella di amore, carità e dignità"

L'Arcivescovo il 30 aprile ha celebrato la Messa nella Piccola Casa della Divina Provvidenza nella festa di san Giuseppe Benedetto Cottolengo. La chiesa, dove è aperta la Porta Santa della misericordia, gremita con al centro gli ospiti privilegiati: i malati, i disabili, i poveri che ogni giorno vengono accolti con la propria dignità e valore. Gallery fotografica

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Cottolengo, la Piccola Casa in festa per il santo patrono, "cittadella di amore, carità e dignità"

«La cittadella dell’amore concreto per l’uomo, dove al posto di eclatanti promesse di soluzione dei problemi, qui le difficoltà vengono superate perché al centro ci sono le persone ferite a cui  viene riconosciuta la propria dignità e il proprio valore».

Così l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia ha affermato sabato 30 aprile nella chiesa Grande del Cottolengo, dove è aperta la Porta Santa della misericordia, e dove ha presieduto la Messa solenne nel giorno della festa del fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza, san Giuseppe Benedetto Cottolengo (3 maggio 1786 - 30 aprile 1842).

Nella chiesa, gremita in ogni posto, al centro gli ospiti privilegiati della Piccola Casa, i malati, i disabili, i poveri e le persone in difficoltà accolte quotidianamente dai diversi servizi della carità che la «cittadella» offre.

Accanto a mons. Nosiglia hanno concelebrato il superiore generale della Piccola Casa don Lino Piano e numerosi sacerdoti del Cottolengo. Tra i banchi c’era tutta la famiglia cottolenghina con i religiosi e le religiose che hanno curato l'animazione liturgica. Presente il direttore della Caritas diocesana Pierluigi Dovis.

«Il cuore del santo Cottolengo – ha sottolineato l’Arcivescovo – è stato bruciato dall’amore di Dio che lo ha spronato al motto della sua vita e della sua opera ‘Caritas Christi urget nos’, 'l'Amore di Cristo ci sprona'. Un amore concreto che si fa carico degli ultimi degli ultimi, dello scarto dell’umanità che nessuno vuole accogliere o che si cerca di nascondere».

«In questo luogo – ha evidenziato - la relazione umana è prioritaria verso ogni singola persona, ognuno è amato nella sua necessità ed esigenza individuale a cui si risponde con gesti di umanità e spiritualità».

Una casa nel cuore della città che invita la comunità ecclesiale e civile ad affidarsi alla Provvidenza e continua ad investire sull’amore verso gli ultimi, «il più prezioso investimento per il bene sociale e comune».

«Il principio che ha animato e anima l’opera del Cottolengo – ha osservato mons. Nosiglia - si basa proprio sul non pianificare prima le reali possibilità o le risorse per garantire servizi di accoglienza ma al primo posto si pone la necessità dell’altro in quel momento, così le cose giudicate impossibili dalle nostre deboli forze umane vengono dunque superate dalla misericordia di Dio».

L’Arcivescovo ha poi osservato come nella nostra città continui ad aumentare «la schiera delle persone che scendono nel limbo della povertà» per il persistere della crisi economica e del lavoro.

Mons. Nosiglia ha dunque ancora una volta denunciato, come aveva fatto all’apertura della Porta Santa del Cottolengo il 20 dicembre scorso, il divario che esiste tra «le due città», «quella di chi sta bene o relativamente meglio e quella delle periferie geografiche ed esistenziali che non può rimanere invisibile».

«Qui, in questa casa – ha sottolineato - si sperimentano e convivono insieme tutte le povertà, e si realizza quella giustizia umana e cristiana ricca di speranza che supera il fossato fra le due città, un fossato di differenze gli uni verso gli altri, di chiusura egoistica e crescente solitudine».

Mons. Nosiglia ha, infine, ricordato l’apertura di un nuovo servizio infermieristico all’interno della Piccola Casa, inaugurato il 29 aprile e intitolato al dottore Lorenzo Granetti, il medico di fiducia del Cottolengo, che fornirà cure mediche di base gratuite a persone in difficoltà. L’ambulatorio, con ingresso in via Cottolengo 13, sarà aperto tutti i giorni dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 18. Un altro segno cocreto di quella Divina Provvidenza che ha animato e guidato l'opera del santo Cottolengo a Torino.

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