Cottolengo, alla Porta della Carità flusso incessante di pellegrini

Prosegue incessante il pellegrinaggio dei torinesi alla Porta Santa aperta nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, in uno dei luoghi dove la Misericordia quotidianamente si incarna nel servizio di sacerdoti, religiose, fratelli e volontari di ogni età accanto ai sofferenti

Parole chiave: Giubileo (86), Misericordia (105), Cottolengo (29), Porta Santa (18), pellegrini (6), carità (68)
Cottolengo, alla Porta della Carità flusso incessante di pellegrini

Giovani soprattutto, ma anche anziani, ammalati provenienti non solo dalla nostra diocesi, ma un po' da tutta Italia e anche dall'estero. Sono i pellegrini che hanno scelto di vivere il Giubileo della Misericordia varcando la Porta Santa della chiesa della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, quella che il 20 dicembre scorso l'Arcivescovo ha voluto aprire – dopo quella della cattedrale – per ribadire l'importanza dell'accoglienza di poveri e malati. Una Porta della carità in uno dei luoghi dove la Misericordia quotidianamente si incarna nel servizio di sacerdoti, religiose, fratelli e volontari di ogni età accanto ai sofferenti e a chi fatica. Ed ecco che in quattro mesi sono stati oltre 8 mila e 500 i passaggi nei giorni – mercoledì, sabato – riservati ai gruppi e le prenotazioni continuano ad arrivare.

«Abbiamo una richiesta  – spiega una delle religiose che si occupa dell'accoglienza dei pellegrini – che non avremmo mai immaginato: ogni giorno un gruppo nuovo ci scrive per organizzare il pellegrinaggio e ne sono già passati 35 che qui hanno celebrato la Messa giubilare, in maggio ne abbiamo già 25 prenotati». Gruppi che spaziano dalla classe di catechismo all'intera comunità parrocchiale e che trovano nel pellegrinaggio alla Piccola Casa un’occasione per vivere il Giubileo e per approfondire il carisma cottolenghino profondamente radicato in quello stile caritativo che Papa Francesco continua a incoraggiare.

 «Tra i gruppi più numerosi – prosegue – abbiamo avuto il pellegrinaggio delle forze armate con circa 800 partecipanti, poi i parrocchiani di Pino Torinese quasi 300, le religiose salesiane che hanno celebrato qui la festa del grazie ed erano circa 500...ma non bisogna dimenticare quel flusso continuo, ma che non viene conteggiato, di persone che scelgono di vivere il pellegrinaggio individualmente, negli altri giorni in cui la chiesa è aperta e per le quali abbiamo preparato un depliant-guida che trovano all'ingresso».

Se infatti il mercoledì e il sabato sono riservati ai gruppi prenotati (occorre collegarsi al sito www.cottolengo.org/visitepiccolacasa o telefonare al numero 011.5225111) ed è garantita la presenza di un sacerdote per le confessioni, la chiesa è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18 e chi lo desidera può unirsi anche alla preghiera liturgica.

«Colpisce – aggiunge la religiosa – vedere come sia i singoli, sia i gruppi vivano questo pellegrinaggio molto intensamente. Tanti pregano con noi, tanti si soffermano a lungo in raccoglimento nella chiesa segno di una tappa importante per la loro vita: anche per i giovani che sono tra i più numerosi. Non è solo turismo religioso: è una esperienza di fede, come dimostra anche il numero di chi si accosta al confessionale». Esperienza resa possibile da una organizzazione attenta e accogliente che conta su una nutrita rete di volontari: c'è chi si occupa dell'accoglienza dei gruppi, chi 'presidia la porta' per offrire informazioni ai pellegrini e non mancano volontari di associazioni come il Sea (Servizio emergenza anziani) che si sono resi disponibili per accompagnare chi da solo non ce la farebbe. E poi per i gruppi che hanno più tempo, la Piccola Casa ha messo a punto un pellegrinaggio 'a tappe' ricco di stimoli. Viene proposto, unito al passaggio per la Porta Santa, un incontro che prevede la visione di un filmato di 18 minuti sul fondatore e la Piccola Casa; poi la visita alla chiesa con sosta nella Cappella del Cottolengo; infine un percorso nella struttura della Piccola Casa (senza accedere ai reparti) e la testimonianza di un ospite o di un volontario.

«Passare la Porta Santa della Carità – aveva evidenziato mons. Nosiglia – significa esprimere il nostro impegno di passare da una vita chiusa nei nostri interessi e tornaconti personali alla gratuità di saperci mettere a servizio e a disposizione degli altri donando misericordia, perdono, accoglienza, fraternità, amicizia». Un impegno che tanti hanno accolto e affidato all'intercessione di san Giuseppe Cottolengo o dei beati fratel Luigi Bordino e Francesco Paleari, una sfida che dalla Piccola Casa viene lanciata ogni giorno per concretizzarsi in questo anno in tante comunità sparse in tutto il nostro Paese.

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