A Mirafiori Nord, un progetto femminile che dura da vent’anni

Ispirata dalla Parrocchia di Gesù Redentore e l'Associazione di volontariato socioculturale e di promozione umana

Parole chiave: parrocchia (10), progetto (35), volontariato (24), chiesa (665), comunità (43)
A Mirafiori Nord, un progetto femminile che dura da vent’anni

In queste settimane ricorrono i venti anni dalla fondazione dell’ associazione “Un progetto al femminile”,  ma, in realtà, è  ormai da  venticinque anni che  questo progetto agisce. Infatti, già nel 1992 il Consiglio Pastorale della parrocchia di Gesù Redentore in Torino si interrogava su quali risposte dare alle donne, prima italiane e poi anche straniere, via via più numerose, che venivano a bussare al Centro di Ascolto parrocchiale. In quella periferia popolare, una volta anche operaia, cresciuta all’ombra del grande stabilimento di Mirafiori, per effetto degli allora recenti crolli di muri decennali che avevano diviso  l’ Europa (che qualcuno oggi tenta –ahinoi- di ricostruire),  si rivolgevano, per un sostegno, alla parrocchia le prime cittadine dell’ Europa dell’ Est, alle quali si aggiunsero, presto, anche persone provenienti da paesi di altri continenti ed anche di altre religioni, o senza religione.

Un progetto pastorale, attento alle necessità di quel territorio, non poteva fermarsi solo ad un primo intervento di emergenza, ma avrebbe dovuto cercare di rimuovere il più possibile le cause che creavano povertà ed isolamento, a partire dalla scarsa conoscenza della lingua italiana e dall’assenza di un lavoro. Quindi, anziché limitarsi ad un aiuto economico, e per superare il concetto di semplice assistenza, i volontari, prevalentemente donne,  si sono messe al fianco di queste persone per intraprendere un cammino diverso ed innovativo, avviando percorsi di integrazione destinati a straniere, ma anche ad italiane con particolari problemi sociali e familiari. Da allora, prima il gruppo e  poi l’Associazione, hanno progettato, articolato e  rimodulato  percorsi ed  opportunità di crescita, adeguandoli nel tempo alle esigenze e alle situazioni in cambiamento, elaborando anche i materiali didattici, le dispense in lingua italiana facilitata, le schede di valutazione formativa,...

Poi, conosciuto il linguaggio, bisogna conoscere anche i costumi locali, in quanto un conto è cucinare con gusti rumeni o nigeriani, un conto è farlo per italiani; un conto è gestire una casa in Perù o in Siria, diverso è farlo in Italia: non è questione di classificare cosa sia meglio, ma sono, semplicemente, diverse le abitudini e differenti le tradizioni e gli usi. Sono perciò seguiti i corsi di cucina, quelli di economia domestica, dei primi rudimenti per assistere persone non autosufficienti, e così via,…. Infatti, lo scopo del “Progetto al femminile” è promuovere, coordinare, indirizzare e svolgere ogni azione socio-culturale diretta ad accogliere ed assistere donne italiane e straniere, al fine di favorirne l’inserimento nel tessuto sociale, lavorativo e culturale, nel pieno rispetto delle diverse entità etniche, culturali e religiose, in un dialogo aperto e senza pregiudizi, anzi valorizzando le peculiarità etniche e personali.

In questi anni sono state accompagnate donne immigrate, donne vittime della tratta, donne italiane in difficoltà,  proponendo loro di frequentare, fra le diverse attività, quelle più adeguate alle loro esperienze precedenti, alle loro attitudini o comunque ai bisogni e alle attese che manifestavano. Complessivamente, le persone che hanno frequentato questi corsi, dal 1992 al 2016, sono  state circa 2.200, per la quasi totalità straniere: "Scuola di italiano", oltre 800;  "Preparazione alla collaborazione domestica e alla cura degli anziani in famiglia”, 700; e, in collaborazione con altre istituzioni territoriali, quali “Donne & Anziani – Rete Solidale nella Circoscrizione 2”, oltre 450; ciascuno dei due "Spazio Anziani" e "Aliante" circa 100 ciascuno. A queste sono da aggiungere coloro, circa 4600, che si sono rivolte all'Associazione in cerca di ascolto e orientamento in merito alla ricerca del lavoro e ai problemi legati alla casa, alla scuola dei figli, ecc. Sono cifre imponenti, per una realtà composta solo da volontari, diciassette all’inizio e fino a settanta, nei periodi più “caldi”, quasi tutte donne a loro volta.

Molti sono state, e saranno, le iniziative per ricordare questi anni di attività e per raccogliere fondi a sostegno: lo spettacolo teatrale “I giardini di Lea” della compagnia “inDubbiamente”, del 26 marzo scorso e il concerto del “Coro d’ argento”, il coro delle donne per la difesa della società civile, di San Salvario, sabato 6 maggio alle ore 18.30, nei locali della parrocchia del Redentore, in piazza papa Giovanni XXIII.

E’ stato anche realizzato un video di sette minuti, che racconta le testimonianze dei fondatori, delle volontarie e di alcune persone aiutate. Particolarmente originale è, infine, la pubblicazione di un ricettario di piatti stranieri, suggeriti dalle “allieve” dei corsi di cucina (disponibile nei locali dell’ associazione), una forma di “reciprocità” culinaria, in quanto tutti noi abbiamo qualcosa da imparare.

 

                                                                                           

Per maggiori informazioni rivolgersi a: 

 

Un Progetto al Femminile Associazione di volontariato socioculturale e di promozione umana

Piazza Giovanni XXIII, 26 – 10137 Torino

C.F. 97574280018

Tel. 011 3095979 - 335 5306910 Fax 011 3090728

E-mail: progfemm@bussola.it

www.progettoalfemminile.org

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