1990 l'anno dei santi torinesi

Venticinque anni fa la Chiesa torinese viveva una straordinaria primavera di santità 

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1990 l'anno dei santi torinesi

Nel 1990 Giovanni Paolo II proclamava tre beati. Domenica 29 aprile don Filippo Rinaldi (1856-1931), che Pio XI ribattezzò «Don Bosco IV». Domenica 20 maggio Pier Giorgio Frassati (1901-1925) che Karol Wojtyla aveva definito «lo studente delle otto beatitudini». Domenica 7 ottobre don Giuseppe Allamano (1851-1926), nipote di san Giuseppe Cafasso e, come lui, formatore del clero e, senza mai muoversi da Torino, grande missionario in quanto fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata. Una santità che continua: sabato 23 maggio 2015 a Nyeri in Kenya sarà proclamata beata suor Irene (Aurelia Mercede) Stefani (1891-1930), bresciana di nascita, ventisettesima «recluta» delle Missionarie e di formazione torinese.

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Lu Monferrato, provincia di Alessandria e diocesi di Casale Monferrato, ha avuto nel XX secolo il primato mondiale delle vocazioni sacerdotali e religiose, maschili e femminili. In questo paese il 28 maggio 1856 nasce Filippo Rinaldi, ottavo di nove figli. Nonostante il temperamento riottoso, don Bosco scorge in lui la «buona stoffa» per farne un ottimo educatore e un eccellente salesiano: per questo lo «marca» stretto.

Ma Filippo non ne vuole sapere. Conosce don Bosco nel paese natale in tenera età, durante una delle passeggiate che il santo faceva in autunno con i giovani nel verde Monferrato. A 10 anni il padre lo iscrive al collegio salesiano di Mirabello, che però il ragazzino abbandona pochi mesi dopo. Don Bosco gli scrive per indurlo a tornare, ma Filippo è irremovibile. Nel 1874 don Bosco si reca a Lu per convincerlo a seguirlo a Torino, ma senza successo. Solo tre anni dopo Filippo cede a 21 anni. Nel 1880 emette i voti perpetui nelle mani di don Bosco e il 21 dicembre 1882 è ordinato sacerdote . Don Bosco lo nomina direttore a Mathi Canavese, un collegio per vocazioni adulte. Don Filippo, pochi giorni prima della morte di don Bosco, si confessa da lui. Ormai privo di forze, gli dice una sola parola: «Meditazione».

Nel 1889 don Michele Rua, primo successore di don Bosco, lo nomina direttore a Sarria, presso Barcellona: «Dovrai sbrigare cose assai delicate». In tre anni, con la preghiera, la mansuetudine e una presenza paterna e animatrice, risolleva l’opera. Ispettore salesiano di Spagna e Portogallo, contribuisce in modo straordinario allo sviluppo dei salesiani. In 9 anni, anche grazie all’aiuto economico della nobildonna Dorotea Chopitea, don Rinaldi fonda ben 16 nuove case: don Rua ne è impressionato e lo nomina prefetto generale della Congregazione. Continua a lavorare con zelo e svolge i suoi compiti con prudenza, carità e intelligenza.

Dopo la morte di don Rua nel 1910, don Paolo Albera è eletto rettor maggiore e Rinaldi è confermato prefetto e vicario generale. Alla morte di don Albera, nel 1921 è eletto suo successore. In questo ruolo si evidenziano le sue doti spirituali, pastorali e organizzative. Nel 1908 fondala Società editrice internazionale (Sei) specializzata nella produzione libraria scolastica; cura le vocazioni; incrementa i centri di assistenza spirituale e sociale per le giovani operaie; sostiene le Figlie di Maria Ausiliatrice e i Cooperatori salesiani; istituisce le Federazioni mondiali degli ex-allievi ed ex-allieve; erige l’istituto secolare «Volontarie di don Bosco»; fonda istituti missionari, riviste e associazioni; invia in missione oltre 1.800 salesiani. Compie numerosi viaggi in Italia e in Europa. Don Giovanni Battista Francesia, salesiano della prima ora, asserisce: «A Don Rinaldi manca solo la voce di don Bosco». Il 5 dicembre1931 a Torino conclude santamente la vita terrena. Le sue spoglie sono tumulate nella cripta di Maria Ausiliatrice. Il processo di canonizzazione inizia il 5 novembre 1947.

Venticinque anni fa la beatificazione con alcuni martiri della «guerra civile» in Spagna. Domenica 29 aprile 1990 in piazza San Pietro Giovanni Paolo II osserva: «Bene si associa al ricordo dei gloriosi martiri di Spagna il nome del sacerdote Filippo Rinaldi, terzo successore di San Giovanni Bosco, che visse in quella nazione dal 1892 al 1901, come superiore delle opere salesiane. La sua vocazione nacque dall’incontro con l’apostolo dei giovani, dal quale fu avviato personalmente sulla strada della formazione religiosa e sacerdotale. Ne emulò le virtù e le caratteristiche spirituali tanto da essere chiamato sua “immagine vivente”. Arse di amore perla Chiesae ne promosse la presenza rinnovatrice tra i popoli con un’autentica mobilitazione missionaria. Ben consapevole dell’importanza dei laici, ne curò l’organizzazione e la formazione spirituale. L’oratorio femminile diventò un centro di intensa vitalità ecclesiale con associazioni religiose, culturali, sociali, ricreative».

Don Rinaldi partecipa all’ostensione della Sindone del 3-24 maggio 1931 che avviene per il matrimonio, celebrato l’anno prima, tra Umberto II di Savoia e Maria José di Brabante. L’arcivescovo Maurilio Fossati è a Torino da appena due mesi. Nonostante lo scarso tempo, l’esposizione ha un incredibile successo: 15 principi di Casa Savoia, 5 cardinali, 46 vescovi, ministri, senatori, deputati, scienziati, artisti. Umberto II è uomo religioso e devoto, tanto è agnostico e mangiapreti il padre Vittorio Emanuele III: delle tre ostensioni della sua vita – 1898, 1931 e 1933 – non partecipa ad alcuna.

L’organizzazione fastosa è frutto di un difficile equilibrio tra esigenze diverse:  Umberto vuole fare bella figura; il fascismo vuole dimostrare la sua squadristica efficienza;la Chiesa vuole farne una manifestazione di pietà e di cultura. Il Comitato d’onore è composto da 21 membri ed è presieduto da Fossati: tra essi il quadrumviro torinese Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, l’ambasciatore e senatore Alfredo Frassati, padre del beato Pier Giorgio e di Luciana Frassati. Il Comitato generale civile ha 91 membri, tra i quali i senatori Giovanni Agnelli, Roberto Biscaretti di Ruffia e Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica.

Il Comitato generale ecclesiastico è presieduto dal vescovo mons. Giovanni Battista Pinardi – prossimo beato – ed è composto da 57 membri: i vescovi del Piemonte e di altre regioni; don Filippo Rinaldi, rettor maggiore dei Salesiani; il superiore della Piccola Casa della Divina Provvidenza canonico Giovanni Battista Ribero; i superiori di 18 Istituti religiosi, compresi i due fondati a Torino, i Giuseppini del Murialdo e i Missionari della Consolata.

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