Una scuola che si fa valutare è buona
Le minacce di resistenza “attiva” da settembre contro i cambiamenti non fanno onore al mondo scolastico. Novità principali: gli istituti sceglieranno i docenti, il ruolo dei presidi, premi al merito
Ora che la legge sulla “buona scuola” è stata approvata occorre, al di là delle proprie convinzioni ideologiche o politiche, porsi in una situazione di laica apertura alle novità in essa contenute e alle criticità che la sua attuazione potrebbe comportare, con l’obiettivo di facilitarne l’applicazione.
Le minacce di resistenza “attiva” contro la riforma a partire da settembre e, in particolare, quella di bloccare il regolare andamento dell’anno scolastico, non fanno onore alla scuola e soprattutto a chi, svolgendo funzioni pubbliche (come insegnanti e dirigenti scolastici), dovrebbe anzitutto avere a cuore il rispetto della legalità. La democrazia questo comporta: le leggi sono approvate dalle maggioranze, ma poi vanno rispettate da tutti.
Veniamo alle innovazioni organizzative e alle possibili criticità. Indubbiamente uno dei punti più innovativi è costituito dall’aver messo in relazione l’offerta formativa della scuola (in base ad un piano triennale) con le sue esigenze di personale. Dovrebbe finire, dunque, l’assurdo balletto che ogni anno vede assegnare direttamente dal Miur alle scuole personale che è completamente scollegato con le sue esigenze reali, al punto che, per far fronte a queste ultime, i dirigenti sono stati sempre costretti alle supplenze annuali. Certo questa operazione di collegamento tra esigenze effettive della scuola e personale da assegnare non avverrà automaticamente in un anno. Sarà un percorso lungo che richiederà anzitutto l’immissione in ruolo dei docenti necessari e, soprattutto, il venir meno delle graduatorie che sino ad oggi automaticamente, e senza nessuna possibile selezione da parte della scuola, danno diritto ad un insegnante a vedersi attribuita una scuola.
Con la riforma a regime sarà il contrario: rispetto ai nuovi assunti (e solo ai nuovi assunti) sarà la scuola che sceglierà i docenti che reputa più adeguati alle sue esigenze. E quelli che non verranno scelti da nessuna scuola? Ci penserà il Miur ad assegnarli, eventualmente potendo anche modificare il tipo di mansioni o assegnandoli a compiti di cui la scuola necessita. Infatti nella legge si prevede altresì la possibilità di rimodulare il monte ore annuale di ciascuna disciplina, il potenziamento del tempo scuola anche oltre i quadri orari, la rimodulazione del gruppo classe: tutte cose giù previste nel regolamento sull’autonomia scolastica del 1999 e mai attuate...
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione