Giustizia minorile a rischio, parla il Procuratore di Torino

Nostra intervista esclusiva al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino: molti i dubbi sulla proposta di Riforma in discussione in Parlamento che mira ad accorpare alla Giustizia ordinaria le procure e i Tribunali minorili

Giustizia minorile a rischio, parla il Procuratore di Torino

Anche i magistrati della Giustizia ordinaria sono perplessi e invitano alla cautela, prima di smontare un ordinamento che funziona e che è considerato tra le eccellenze della giustizia italiana. Nel dibattito sull’accorpamento di Tribunali e Procure minorili alle strutture ordinarie della Giustizia (ora allo studio del Parlamento), dopo la nostra intervista ad Anna Maria Baldelli, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta (cfr. La Voce del popolo, 28 febbraio 2016) interviene Armando Spataro, dal 30 giugno 2014 procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino.

Dottor Spataro, anche lei ha espresso dubbi riguardo il ventilato accorpamento della Giustizia minorile a quella ordinaria così come prevede la Riforma in discussione in questi giorni che - in nome della razionalizzazione della spesa  -  mira ad abrogare i Tribunali per i Minorenni e le Procure Minorili, accorpandoli come «Sezioni specializzate distrettuali» ai Tribunali e alle Procure ordinari…

La Giustizia minorile costituisce di fatto un ordinamento totalmente diverso dalla Giustizia ordinaria, a partire dalla competenze dei giudici che se ne occupano. La preparazione specifica che deve avere un magistrato per occuparsi di minori non è una preparazione che si possa formare e arricchire in brevissimo tempo. Dunque, se si immagina di poter facilmente trasferire e spalmare nelle Procure ordinarie, attraverso l’accorpamento, la cultura propria delle Procure minorili, a mio avviso si sbaglia».

Per quale motivo?

Perché è ovvio che, trattando  di individui ancora in formazione e non di adulti, occorre concentrarsi in quella funzione e su quei compiti specifici: io invidio le conoscenze e le competenze che hanno i colleghi delle Procure presso i minori e che noi delle Procure ordinarie non  possiamo improvvisare. Questo argomento rafforza la cautela con cui si devono proporre accorpamenti o quant’altro. Ed è per questo un grave errore equiparare l’attività dei magistrati delle Procure minorili ad una possibile specializzazione interna di quelle ordinarie, come quella dei gruppi che si occupano di mafia, di terrorismo, corruzione etc...

Alla base della proposta di Riforma firmata dalla presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti (Pd) c’è il taglio delle spese.

Conosco e stimo la presidente Ferranti, ma credo che concepire le riforme solo a partire dalla necessità – assolutamente condivisibile -  di contenere i costi è una semplificazione che, anziché sortire  miglioramenti del sistema giudiziario, può causare l’effetto contrario. Riforme di questo genere, che mirano ad una riorganizzazione del sistema per renderlo più efficiente, hanno bisogno di ampie riflessioni che non mi sembra ci siano state.

Quali riflessioni sono mancate?

Quando parlo di differenze ordinamentali voglio proprio dire questo: la Giustizia minorile è una materia a sé, con un suo specifico. Un altro dato fondamentale da tenere presente è che l’attività dei Procuratori presso i Tribunali dei minori è anche in buona parte una attività di prevenzione che si declina nell’attenzione alla crescita del minore, dell’ambiente in cui vive, all’intervento in suo favore non in quanto responsabile di un reato ma perfino come vittima. I minori sono persone ancora in crescita, in formazione.

Cosa potrebbe accadere se questa Riforma venisse approvata con gli accorpamenti previsti?

Se venisse approvata, la Giustizia ordinaria non sarebbe in grado, anche per la drammatica carenza di personale amministrativo di cui soffre l’intero apparato giudiziario, di mettere in atto gli interventi di prevenzione specifici della giustizia minorile. L’attività di prevenzione normalmente non è una attività di nostra competenza: le Procure ordinarie si occupano  di trovare le prove di responsabilità degli autori di reati. E questa non è prevenzione, lo è solo indirettamente poiché se un criminale sta in carcere si spera che in quel periodo non possa commettere reati,  anche a prescindere dall’attività di recupero e rieducazione che nelle carceri vengono attuate in vista del reinserimento del detenuto una volta scontata la pena. Ma non vi è dubbio, invece, che l’attività di prevenzione in senso proprio è tipica dell’attività della Giustizia minorile: questa è forse la differenza sostanziale rispetto al sistema di Giustizia ordinaria. Quindi accorpando i due sistemi si finirebbe anche con il danneggiare gli interessi ed i diritti dei minori.

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