Una visita creativa: l’arcivescovo Nosiglia allo Ied

L'incontro del pastore della Chiesa torinese in una realtà di eccellenza innovazione internazionale con una radicata presenza a Torino

Parole chiave: ied (3), università (76), nosiglia (114), pastorale (60)
Una visita creativa: l’arcivescovo Nosiglia allo Ied

 

 

Accolto dal direttore Riccardo Balbo e dalla responsabile della comunicazione istituzionale Eleonora Ronsisvalle, accompagnato da don Ettore Cattaneo parroco dei SS. Angeli Custodi e da don Luca Peyron, l’Arcivescovo ha visitato la sede torinese dell’Istituto Europeo di Design. Una realtà di eccellenza universitaria del nostro territorio, 800 studenti molti dei quali provenienti dall’estero. La sede di IED Torino, attiva dal 1989, è riconosciuta tra i più importanti centri internazionali di formazione sul Transportation Design e si inserisce nel sistema Ied che ha sedi anche a Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Cagliari e Como, Barcellona, Madrid, San Paolo e Rio de Janeiro.

Le intenzioni dell’ateneo sono quelle di essere un vero e proprio laboratorio, con una mission chiara e condivisibile: offrire ai giovani creativi una preparazione completa, una “Cultura del Progetto” che li accompagni per tutta la vita dove il sapere e il saper fare devono crescere insieme. Dopo essersi intrattenuto con i responsabili della struttura, il mons. Nosiglia ha incontrato i giovani nell’Aula Magna dell’ateneo conversando con loro come in un seminario accademico.

“Quello che abbiamo in comune è cercare di avere e suscitare uno sguardo sulle cose, sui problemi che vada oltre quello che semplicemente si vede, che vada oltre quello che si tocca o pesa o misura e restituisca all’umano bellezza, gioia, desiderio di condivisione, capacità di superare il limite” ha detto il Vescovo, invitando i giovani ad ascoltare ed ascoltarsi, a non appiattirsi nelle logiche del mercato, ma ad essere giovani che hanno nel cuore il nuovo. Il dialogo con gli studenti, animato dal direttore dello Ied, è stato profondo e con interventi e domande per nulla scontate. Jessica, Giulia, Antonio hanno raccontato dei dubbi e delle speranze, anche della paura di avere successo e troppo denaro che un giorno snaturi la passione che oggi coltivano nel cuore. “Da adulto più grande di voi vi chiedo per il futuro di questo paese di stare in guardia affinché i desideri forti e limpidi che avete oggi non ingrigiscano e si lascino inquinare” ha esortato in conclusione il Vescovo. Un progetto di vita accolto con attenzione ed interesse dai futuri progettisti del mondo che ci circonderà. 

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