Torino riscopre la Consolata e la sua storia

A 300 anni dalla proclamazione della Consolata patrona della Città di Torino, un convegno presenta i risultati di un cantiere di indagini sul complesso architettonico del santuario

Parole chiave: Santuario Consolata (1), Sant'Andrea (1)
Torino riscopre la Consolata e la sua storia

«Il rilievo rivela». Lo ribadiscono all’unisono Simona Albanese e Fernando Delmastro gli architetti che hanno progettato il cantiere di indagini che nel 2008 il Santuario torinese della Consolata (Fotogallery), in accordo con le tre Soprintendenze competenti (per i Beni Archeologici del Piemonte, per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti Cuneo, Biella e Vercelli), ha commissionato per eseguire verifiche puntuali sulle preesistenze celate e per fornire il Santuario di un programma di lavori da svolgere secondo le priorità dettate dallo stato di conservazione. Un’affermazione che appare persino riduttiva alla luce di quanto raccontano sugli esiti di un cantiere durato poco più di un anno – a cavallo tra il 2009 e il 2010 –, perché la portata di ciò che i rilievi hanno rivelato (e che sarà ampiamente illustrata nel corso di un convegno il prossimo 28 novembre) risulta estremamente significativa, non solo per la storia del Santuario, ma per quella dell’intera città. «Si può dire – spiegano gli architetti – che ogni saggio effettuato ha avuto successo perché ha rivelato contenuti preziosi. Complessivamente le indagini hanno testimoniato l’esistenza di numerose vestigia dell’antica chiesa di Sant’Andrea, cuore importantissimo del romanico torinese di cui non vi sarebbero altre testimonianze così significative in città».

Tra gli altri, sono emersi dall’indagine l’intera campata esterna del vecchio abside di Sant’Andrea, con le tre monofore intatte che attualmente è inglobata in una sorta di intercapedine; nel mezzanino che era adibito a deposito di stoffe, a livello del pavimento ecco che si nasconde un arco dell’antico complesso, e nell’attuale cappella invernale quelle che sembravano macchie sono risultate antiche ghirlande. «Un fregio del sottotetto – proseguono – ha permesso di individuare la collocazione dell’altare di Sant’Andrea di cui avevamo una descrizione dagli ex voto, così come abbiamo ricostruito in base ai rilievi alcune proporzioni dell’antica chiesa».

Affreschi e arcate nascosti ma conservatisi nel tempo che potrebbero essere restituiti ai torinesi. Dalle indagini a piccoli lotti progressivi di intervento (si possono ad esempio ipotizzare tre interventi successivi dell’ordine si spesa di 200 mila euro l’uno) infatti il passo potrebbe essere breve, se si individuassero le risorse, con risultati sicuri sul piano del valore architettonico e storico. «Vorremmo – proseguono Albanese e Delmastro – che enti pubblici e privati si unissero e partecipassero a un programma di valorizzazione che può corrispondere a più esigenze, da quella conservativa per non lasciare che elementi architettonici e artistici così preziosi vadano incontro a degrado, a quella storica dal momento che le informazioni raccolte e approfondite consentono di completare il quadro sul passaggio nel tempo dall’antica chiesa di Sant’Andrea all’attuale Santuario».

Non ultimo il passaggio dallo studio di fattibilità al cantiere di intervento restituirebbe alcuni spazi ai Torinesi, con un percorso di visita che andrebbe ad arricchire quello attuale valorizzando gli ambienti ed il patrimonio custodito non ancora conosciuti o accessibili. Obiettivi di studio e valorizzazione che sono stati assunti da un Comitato scientifico costituitosi proprio alla luce dei ritrovamenti e che saranno ampiamente presentati nel convegno del 28 novembre.

 Il Programma

 «La Consolata nel Medioevo: la chiesa di Sant’Andrea» è il titolo del convegno che in occasione dei 300 anni dalla proclamazione della Consolata patrona della Città di Torino, viene organizzato venerdì 28 novembre a Palazzo Civico. I lavori si aprono alle 9.30 con il saluto di Enrica Pagella, direttrice del Museo Civico d’Arte Antica; segue il saluto degli architetti Simona Albanese e Fernando Delmastro che illustreranno «Il cantiere di indagini preliminari. Scoperte e potenzialità conoscitive». Seguiranno, sempre nella mattinata gli interventi di Luisella Pejrani e Paola Greppi, Fernando Delmastro, Giampiero Casiraghi e Fabrizio Crivello. Nel pomeriggio interverranno: Gionata Brusa, Carlo Tosco, Costanza Segre Montel, Giangiacomo Fissore e Antonio Olivieri. I lavori si concluderanno alle 17.    

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