Torino la mia città, un percorso di integrazione che parte dalla alfabetizzazione

In città dentro la comunità, in dialogo con le esperienze culturali diverse. Questo è stato ed è il progetto di integrazione e condivisione di cittadinanza e prossimità che compie 15 anni. A Torino si è svolto un momento di festa e rilancio della proposta di inclusione sociale con le donne immigrate

Parole chiave: città (139), insegnanti (4), immigrazione (42), integrazione (19), islam (60), torino (730), donne (15)
L'incontro a Torino, presso il Cecchi point giovedì 27 novembre (foto Nicolò Pastorello)

Lezioni di lingua italiana e laboratori di cittadinanza per donne nordafricane, e non soltanto questo. Le attività organizzate a Torino dal MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) hanno coinvolto dal 1999 oltre duemila donne - provenienti soprattutto dal Maghreb e dall’Egitto - con la possibilità di portare con sé i bambini più piccoli. Ora questo progetto riuscito è diventato anche un caso studio condotto da sociologi dell'Università di Torino dal titolo: "Percorsi d emancipazione di donne migranti "Torino la mia città".

Con passione e impegno, riprendendo il sottotitolo della ricerca, del tema ne hanno parlato  al Cecchi Point di Torino, le protagoniste di questa iniziativa che ha coinvolto in corsi di alfabetizzazione e educazione civica circa un migliaio di donne immigrate negli ultimi quindici anni. Maria Adele Roggero, animatrice infaticabile del progetto, Simona Borello, presidente del Meic e Marta Margotti, presidente dell'Associazione Mondi in Città, hanno illustrato il percorso svolto nella comunità torinese in questi anni, mentre hanno portato il loro saluto le assessori regionale e comunale alle politiche sociali Monica Cerutti e Ilda Curti, Suor Giuliana Galli per la Compagnia di San Paolo, Paolo Messina direttore delle Biblioteche Civiche della Città di Torino e Antonio Puccio, dell'associazione Tra Noi. Una esperienza quella del progetto che avvalora la prospettiva di una società aperta e plurale, nella quale la comunità di cura e non del rancore, parafrasando la tesi del professor Aldo Bonomi, è una via d'uscita alle tensioni che si sviluppano e a volte deflagrano nelle periferie delle grandi metropoli.

Il percorso di alfabetizzazione e cittadinanza attiva “Torino la mia città” pratica e non parla o riflette. La sua azione educativa, di relazione e formazione nel campo dell'integrazione è senza dubbio un segno della presenza cristiana e civica nella città che cambia. I risultati della ricerca condotta da Riccardo Donat Cattin sul percorso intrapreso dalle iscritte e sulle loro aspettative, coordinata dalla prof.ssa Roberta Ricucci che è intervenuto con una intervista registrata dagli Stati Uniti, è il segno di un lavoro profondo e fecondo. 

Il prof. Franco Garelli, sociologo e da anni impegnato nello studio dei processi di intergrazione, ha evidenziato come sia lodevole l'iniziativa del Meic che, partendo dalla dimensione ecclesiale ha fatte rete con gli altri attori sociali e politici civili, per promuovere prassi reali di integrazione. Torino - ha ricordato Garelli - ha una tradizione e una presenza forze di questo tessuto sociale di accoglienza e incontri, basta pensare al Sermig, l'ufficio migranti, l'azione dell Congregazioni e degli Istituti religiosi e anche le associazioni etniche che negli anni e con le nuove generazioni sono diventate patrimonio indispensabile della società piemontese.  Praticare la cittadinanza, conoscersi attraverso la lingua che è il primo veicolo della relazione, è la cifra un processo di integrazione che non elimina o emargina ma che valorizza le differenze nello spirito di tolleranza e condivisione di ciò che è bene per l'intera collettività.

Molte le donne che negli anni hanno partecipato ai corsi, insieme agli insegnanti e le mediatrici culturali hanno festeggiato dopo il momento di memoria e progetto ad un momento di festa e convivialità, con i cibi tipici magrebini, specialità etniche, per condividere insieme le ricchezze culturali delle molte tradizioni presenti a Torino.

Tutti i diritti riservati

Immigrazione

archivio notizie

04/12/2017

Dagli Scout del “Torino 55” un accorato appello per lo "Ius soli"

Appello alle forze politiche dal gruppo Agesci Torino 55, quartiere Mirafiori: "gli immigrati ci affidano i loro figli, li stiamo educando insieme, è urgente riconoscere a questi ragazzi la cittadinanza italiana"

20/11/2017

Accolti dalla Diocesi di Torino i primi 53 profughi allontanati dall'ex Moi

Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8, annuncia l'avvio della liberazione delle palazzine occupate a Torino da 800 rifugiati in via Giordano Bruno. Completata l'operazione negli scantinati: trasferite senza incidenti le prime 68 persone, la Diocesi ne ha accolte 53.

07/09/2017

Profughi, l'aiuto di Roma per liberare il Moi

Torino modello nazionale - il ministro dell'interno Minniti incontrando il sindaco Appendino e il prefetto Saccone ha lodato la "strategia" subalpina per la ricollocazione dei rifugiati, un piano condiviso da enti locali, diocesi e Compagnia di San Paolo

31/08/2017

Non si può chiudere gli occhi, la sfida dei rifugiati

Il direttore dell'Ufficio per la Pastorale dei Migranti della diocesi di Torino su "La Voce e il Tempo" illustra l'impegno di enti locali, diocesi e Compagnia di San Paolo sul caso "Moi"