Lingotto Fiere, così non va

 Torino non può perdere le grandi manifestazioni: i padiglioni espositivi sono di una società privata, gli enti locali costretti a trattare. La storia della fabbrica trasformata per congressi e saloni  e la mappa di tutti i suoi proprietari

Parole chiave: fiere (1), salone (25), torino (730), lingotto (6)
Lingotto Fiere, così non va

Le tariffe del Centro Fiere Lingotto erano troppo salate per le manifestazioni della città. Se ne lamentavano, prima che la situazione precipitasse, i titolari del Salone del Libro e gli editori. Così come gli organizzatori del Salone del Gusto, che sono passati dalle minacce del cambio di sede, all’organizzazione per il 2016 di un Salone all’aperto, al Parco del Valentino e in centro, sfruttando anche le generose concessioni dell’Amministrazione comunale, come l’esenzione totale dalle spese di occupazione del suolo pubblico (per un mancato introito di 530 mila euro per le casse cittadine).

Ora – per evitare che il Salone del Libro si trasferisca a Milano – gli enti locali stanno invocando tariffe scontate per l’affitto del Centro Fiere nell’ex fabbrica Fiat. Qualcuno rimpiange il tentativo sperimentato negli anni Novanta di gestire il grande centro fieristico del Lingotto come struttura partecipata dagli enti pubblici, alleata con la città attraverso l’allora società Expo 2000.

Il Centro Fiere non è più una struttura pubblica. Dopo il breve traghettamento sostenuto dagli enti locali fra il 1991 e il 1998, l’area fieristica è stata venduta da Fiat a operatori privati (oggi il gruppo francese Gl Events) che fissano regole e tariffe. Giusto cent’anni fa, nel 1915, partivano i preparativi per la costruzione dell’immensa fabbrica di via Nizza; cessata la produzione industriale, oggi Torino sta combattendo per conservare l’ex fabbrica a servizio della città.

Cent’anni di storia. Il Lingotto è l’edificio torinese che più di ogni altro rappresenta il passaggio degli anni Ottanta e Novanta dalla città-fabbrica alla metropoli del terziario, dalla vocazione produttiva al mercato dei servizi, dell’intrattenimento, del consumo. Nessun altro sito come questo colossale sistema di immobili che affaccia su via Nizza 250, consente di ripercorrere gli ultimi 100 anni di storia cittadina attraversando trasformazioni e nuove funzioni urbane che hanno come fattore comune l’involucro di questa vecchia fabbrica, la cui impronta è rimasta quella originale, realizzata a partire dal 1915 su disegni dell’ingegner Giacomo Matté Trucco e Vittorio Bonadé Bottino.

La fabbrica nacque per l’intenzione di uno dei fondatori di Fiat, Giovanni Agnelli, di importare in Italia la fabbrica fordista, a ciclo di produzione continuo e in progressione, basato sulla catena di montaggio. Serviva allo scopo una struttura dedicata. Fra il 1915 e il 1916 la Fiat acquistò, da diversi proprietari, 378 mila metri quadrati nell’area sulla quale sarebbe sorto lo stabilimento di via Nizza. Circa 152 mila metri quadrati saranno occupati dalla nuova fabbrica. Solo due proprietari rifiutarono di vendere quanto in loro possesso: l’impresa Carpano, il cui stabilimento è ancora visibile accanto all’ex Fiat e nel quale ha trovato spazio Eataly, e l’impresa Antoniazzi, il cui diniego fu poi aggirato tramite un intermediario. Sorse, il Lingotto, come immensa struttura in cemento armato, retta da una maglia di possenti pilastri di 6 metri per 6, in gran parte rimasti integri anche dopo i bombardamenti feroci della seconda guerra mondiale. La realizzazione fu affidata alla ditta Giovanni Antonio Porcheddu che deteneva la concessione esclusiva per l’applicazione del brevetto del cemento armato del francese François Hennebique, e che solo pochi anni prima, nel 1911, aveva realizzato il mastodontico Stadium di corso Duca degli Abruzzi, uno dei più grandi impianti del mondo, demolito nel 1946.

Nel 1923 il nuovo stabilimento industriale fu pronto ad entrare nel pieno dell’attività produttiva: fu inaugurato il 22 di maggio alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, il quale percorse in auto la spettacolare pista di collaudo delle automobili sul tetto della fabbrica. Il Lingotto divenne presto uno dei principali esempi italiani di modernità architettonica, tanto da essere indicato da Le Corbusier nel suo «Vers une architecture» come «uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto». Nello stabilimento vennero prodotte alcune delle prime vetture entrate nell’immaginario italiano: la Torpedo, la Balilla e la mitica Topolino. Nella sua storia sessantennale vide uscire dalle proprie officine più di 80 modelli di auto.

Fabbrica addio. Nel 1982 Fiat annunciò la chiusura del Lingotto. L’ultimo modello prodotto in esso fu la Lancia Delta prima serie del 1979. La casa automobilistica torinese aveva nel frattempo aperto altri stabilimenti, Mirafiori e Rivalta i più vicini, nei quali aveva via via trasferito le produzioni. La nuova vita del Lingotto, dopo la fabbrica, parte nel 1983 quando da una società a capitale misto, guidata dalla Fiat, venne indetto un concorso internazionale per stabilire le nuove funzioni dello stabilimento e i necessari interventi di riqualificazione. Parteciparono i nomi più prestigiosi dell’architettura internazionale, ma la ricognizione di idee si concluse senza esito immediato.

La trasformazione. Nel 1985 venne assegnato l’incarico per la trasformazione del Lingotto allo studio dell’architetto Renzo Piano, con l’obiettivo di riconvertire la fabbrica ormai dismessa in un nuovo polo del terziario avanzato, con spazi espositivi, centri conferenze, hotel, negozi, uffici e spazi per la formazione. Il piano particolareggiato sull’area venne approvato nel 1988, l’appalto del Centro Fiere nei corpi di fabbrica delle ex presse venne indetto l’anno successivo; nel 1993, mentre era già in corso la costruzione del Centro Congressi e dell’Auditorium nell’edificio delle ex officine, le Ferrovie entrarono a far parte di Lingotto s.r.l., portando con sé l’area destinata a parcheggio.

Pinacoteca e Auditorium Fiat. Nel 2001, Fiat Engineering ha realizzato la Pinacoteca Agnelli, contemporaneamente all’allestimento del cinema multisala, all’occupazione delle ex verniciature da parte della facoltà di Ingegneria dell’Autoveicolo (Politecnico di Torino), agli appalti per la realizzazione della Dental School (Università) e dell’ampliamento dell’Hotel Meridien.

La Fiat ha oggi la proprietà della Pinacoteca Agnelli sul tetto dell’edificio, della suggestiva sala conferenze nella famosa «Bolla», dell’Auditorim e delle sale congressi. A partire dal 1997 la sede manageriale dell’azienda è tornata nella palazzina uffici del complesso ed ha ospitato il 1° agosto 2014 l’ultima assemblea dei soci Fiat, prima del trasferimento della sede di Fca, la compagnia nata dalla fusione con Chrysler, ad Amsterdam (la prima seduta dei soci si era tenuta l’11 luglio 1899 a Palazzo Bricherasio ed è immortalata nel famoso quadro di Lorenzo Delleani).

Il centro Fiere ai francesi di «Gl Events». Per il rilancio del complesso del Lingotto come area fieristico/espositiva, era stata costituita nel 1991 la società Expo 2000, partecipata dalla Regione Piemonte e da altri soci pubblici e privati. Nel 1998 Fiat vendette all’imprenditore bolognese Alfredo Cazzola (Promotor International) il Lingotto Fiere, quattro padiglioni espositivi per una superficie di 115 mila metri quadrati e circa 75 mila metri quadrati di uffici, sale, ristoranti e bar. Nel 2007 la proprietà è passata ai francesi della società Gl Events, che insieme alla gestione degli eventi ospitati nella struttura, hanno acquisito anche la proprietà immobiliare del complesso fieristico, che si arricchiva della nuova struttura dell’Oval.

Alberghi e uffici all’Ipi dei Segre. Negli anni 2002 e 2003 altri spazi del complesso furono ceduti da Fiat al Gruppo Zunino, valore dell’operazione circa 270 milioni di euro, che con il suo braccio immobiliare Risanamento Spa rilevava, oltre agli uffici del Lingotto, anche lo spazio Fiat Avio in via Nizza (dove è in corso di realizzazione il grattacielo della Regione Piemonte), il 55,95% della società Ipi, immobiliare della famiglia Agnelli,  e il 30% della società Lingotto Spa. Nel 2004 il pacchetto di partecipazioni passò all’immobiliarista Danilo Coppola: con la società Ipi acquisì l’82% di Lingotto Spa. Nel 2012, il Lingotto è stato messo in vendita sempre da Ipi che intanto, dopo vari passaggi, era passata in capo alla famiglia Segre nel 2009. É ancora senza esito la ricerca di un ulteriore partner privato. Il Lingotto, nel bilancio di Ipi, è iscritto a un valore di 121,9 milioni di euro, ma la cifra stimata dagli esperti del settore si aggira attorno ai 200 milioni di euro.

L’Ipi possiede nel complesso due alberghi (380 camere complessive date in gestione alla catena Nh hotels), circa 45 mila mq di uffici, 5 mila di magazzini, parcheggi (quasi 4 mila posti auto). Il portafoglio messo in vendita da Ipi non riguarda la palazzina uffici della Fiat, da sempre di proprietà diretta dell’azienda..

8 Gallery a fondi d’investimento Gwm. Una parte del Lingotto, la galleria commerciale, fu venduta nel 2002 ai fondi di Orion Capital Managers. Attraverso la società Lingotto Spa, Fiat ha ceduto l’attuale area di «8 Gallery» per una cifra – stando ai comunicati di allora – pari a 55 milioni di euro. «8 Gallery» occupa ancora oggi un intero piano del Lingotto, 90 negozi e un cinema di 11 sale (Uci Cinemas). Nel 2014 il complesso commerciale, oltre 21 mila metri quadrati di estensione, è stato acquistato per 80 milioni di euro da fondi e clienti del gruppo finanziario indipendente Gwm.

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo