"La strage degli innocenti scuota le coscienze". Alla Consolata i funerali delle due vittime di Torino

Folla nel santuario per la messa funebre di Orazio Conte e Donatella Sesino. Il dolore dell'intera comunità cittadina, le parole dell'Arcivescovo Nosiglia

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"La strage degli innocenti scuota le coscienze". Alla Consolata i funerali delle due vittime di Torino

Torino ha trascorso una giornata di lutto, profondo e coinvolgente. Una comunità ferita che ha perso, in modo violento e assurdo due suoi figli. La ferita profonda, vissuta nei momenti pubblici con esemplare compostezza, dalle famiglie, i figli, gli amici e i colleghi di Orazio Conte e Donatella Sesino, si è respirata davanti al sagrato del Santuario, cuore della Torino religiosa e umana.  

Un lungo applauso ha accolto le salme dei due dipendenti comunali, vittime torinesi dell'attentato di Tunisi, nel Santuario della Consolata. Silenzio, raccolglimento, lacrime e pensieri. Una strage quella di Tunisi di innocenti e di uomini e donne di pace. Vite spzzate senza un perchè, dalla cieca violenza che strumentalizza la religione per opprimere, distruggere, eliminare l'altro. I funerali sono celebrati dall'arcivescovo del capoluogo piemontese, monsignor Cesare Nosiglia, con lui il Cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito, molti sacerdoti e religiosi. Una folla immensa dentro la chiesa e fuori, persone comuni, cittadini, giovani, immigrati con gli occhi lucidi e affranti.  Anche la moglie di Conte, Carolina Bottari, ha partecipato alle esequie in barella, accompagnata in ambulanza, era rimasta ferita nell'agguato terroristico di mercoledì scorso al museo del Bardo nella capitale tunisina. 

Presenti le autorità cittadine e nazionali: il sindaco Piero Fassino, che ha coordinato in questi giorni, con grande partecipazione e impegno, l'opera di rimpatrio e conforto dei feriti, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e per il Governo il vice ministro Enrico Costa, poi altri parlamentari, consiglieri regionali, comunali.

"Mai soli" è lo striscione appeso alla cancellata del Santuario. Tra gli omaggi floreali, le corone del governo tunisino, della Presidenza della Repubblica e del governo italiani, nonché quelle di Camera e Senato. E le prime parole dell'omelia dell'Arcivescovo di Torino colgono il senso di una funzione di saluto per un uomo e una donna che non ci sono più. in queste circostanze di grave lutto e dolore ci accorgiamo quanto le parole di conforto e di solidarietà e viva partecipazione, che possiamo esprimere a chi ha perso in modo così tragico una persona cara, sono ben povera cosa di fronte alla sua profonda sofferenza. In queste circostanze di grave lutto e dolore ci accorgiamo quanto le parole di conforto e di solidarietà e viva partecipazione, che possiamo esprimere a chi ha perso in modo così tragico una persona cara, sono ben povera cosa di fronte alla sua profonda sofferenza. 

"Chi si serve della violenza e sceglie la via del sangue, aggredendo cittadini inermi, non avrà mai la vittoria". E' un passaggio dell'omelia (versione integrale) dell'Arcivescovo di Torino. "La strage degli innocenti che si è rinnovata in questi giorni - sottolinea - scuote la coscienza di ogni uomo di buona volontà: l'Amore e la volontà di pace e di rispetto di ogni persona vinceranno avendo dalla propria parte la potenza di Dio". Che ha ricordato due passaggi della Sacra Scrittura, la lettera di Paolo ai Corinzi La carità non avrà mai fine […]. Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia […]. Ora rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità» e le beatitudini del Vangelo. 

Monsignor Nosiglia ha ricordato il mistero della morte che non porta al nulla, anche se il nulla dell'assurda tragedia sembra essere l'unica risposta: "Per questo la nostra preghiera è carica di dolore e di tristezza, ma anche di profonda fede pasquale: celebriamo infatti la vittoria di Cristo sulla morte, vittoria che per Antonella e Orazio si sta compiendo ora e si compirà insieme con noi alla fine dei tempi". 

Serve dunque, è questo l'intendimento nel giorno del saluto e dei conforti religiosi, un sussulto, un modo di intendere e fare che includa, unisca, crei dei punti tra culture e civiltà, religioni e modi di intendere la vita. Tutto ciò insieme ad una grande fermezza e condanna, coraggiosa e concreta contro la cieca violenza di coloro che uccidono in nome di Dio che come ha affermato papa Francesco bestemmiano e compiono azioni fuori dalla civiltà umana. 

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