Il rinascimento sociale un progetto dell'Opera torinese del Murialdo

Si inaugura martedì 10 marzo in via maria vittoria il nuovo «accelleratore di impresa», un servizio per il lavoro nella città e la sua gente

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Il rinascimento sociale un progetto dell'Opera torinese del Murialdo

Per uscire dalla crisi c’è bisogno di ripensare a nuove forme di imprenditorialità sociale nella consapevolezza che solo se si uniscono creatività e competenze attive sul territorio si può dare ossigeno al rilancio. Ne è convinta l’Opera Torinese del Murialdo che, con questo obiettivo, ha promosso nel 2013 la nascita di «SocialFare» il primo centro di innovazione sociale italiano presso gli Artigianelli di corso Palestro 14, Casa madre della congregazione di San Giuseppe. E martedì 10 marzo si aggiunge un altro tassello a questa sfida per «costruire futuro»: alle 17.30 alla presenza di mons. Cesare Nosiglia e del presidente della Regione Sergio Chiamparino, nei locali dell’ ex Istituto delle Rosine in via Maria Vittoria 38, si inaugura «l’Acceleratore di conoscenza ed imprenditorialità sociali» reso possibile dalla collaborazione di SocialFare e del Consorzio Top-IX che, tra l’altro, fornisce sostegno a progetti di innovazione tecnologica. All’incontro sarà presente il sottosegretario al lavoro Luigi Bobba che ha manifestato molto interesse per l’iniziativa. Con un nome evocativo, il nuovo «laboratorio di imprenditorialità sociale» è stato chiamato «Rinascimenti sociali», richiamando la stagione storica in cui creatività e coraggio del cambiamento hanno fatto del nostro Paese una fucina di innovazione, di rinascita.

Tanti i patners che hanno accettato la sfida lanciata dai murialdini: dalla Compagnia di San Paolo che sostiene economicamente l’operazione, dall’Università al Politecnico, dalla Regione alle Confcooperative e poi altre imprese nel settore dell’innovazione sociale che si sono messe in gioco per sostenere i progetti che prenderanno forma invia Maria Vittoria. I locali, dove aveva sede la Fondazione Feyles trasferita presso l’Università salesiana Rebaudengo, sono stati concessi dall’Istituto delle Rosine in affitto diocesi alla Congregazione di San Giuseppe che ha rimesso a nuovo l’ex Istituto. L’obiettivo, sostiene l’equipe di Socialfare, è quello di accelerare in tre anni l’avvio di 12 start up  creando un ottantina di posti di lavoro oltre tutta l’attività di servizio e di consulenza alle imprese che metterà in campo «Rinascimenti sociali».

«Il nostro fondatore, san Leonardo Murialdo – spiega don Danilo Magni, direttore dell’Opera torinese dei Giuseppini del Murialdo - ha fatto sorgere i progetti di accompagnamento al lavoro dei suoi giovani mettendo insieme le competenze e i vari attori che erano in campo nella Torino del suo tempo: è stato con gli altri santi sociali un antesignano della costruzione di reti, esattamente nello spirito dell’Agorà del sociale lanciata dal nostro Arcivescovo. Pensiamo che la crisi dell’attuale sistema educativo, del welfare, del lavoro e dell’economia impongono un ripensamento radicale dei modelli educativi e formativi, nonché il superamento di diversi parametri culturali con cui siamo cresciuti e che oggi, di fronte alle nuove emergenze sociali richiedono una reinterpretazione profonda. Accelerare anche per uscire dallo stato di inerzia, di passività e di rassegnazione così radicati in questo momento storico».

Coloro che si accosteranno all’acceleratore – che si rivolge in particolare ai  giovani - avranno la possibilità di accedere a relazioni, a reti e a competenze svariate, messe a disposizione  dai vari attori che saranno presenti stabilmente in via Maria Vittoria. Grande importanza – nell’intento dei promotori – è data alle nuove tecnologie. «Competenze professionali e facile accesso alle nuove tecnologie permettono di incontrarsi nell’acceleratore per formarsi, per scambiarsi idee, per co-progettare- prosegue don Danilo - In questo senso, l’acceleratore non accompagnerà soltanto le start up, ma cercherà di affiancarsi a realtà già esistenti e consolidate perché, con strategie più ampie e attraverso il sapere fare insieme, si diano più in fretta alla collettività le risposte necessarie a superare la crisi non solo economica ma di speranza che ha ‘congelato’ il nostro territorio».

Parole d’ordine progetto sono: generare, sostenere e lavorare per il bene comune. Ma perché una congregazione come quella dei Giuseppini ha deciso di farsi promotrice di un’iniziativa così ambiziosa? «Perché il carisma del Murialdo – conclude don Magni - ci sollecita all’educazione dei giovani, secondo una visione della persona e della società ispirata al vangelo e perciò incarnata, situata storicamente e quello che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti. Non possiamo accontentarci di predicare la Parola, senza raccontarla con la testimonianza parlante di opere nuove. Se non ci assumiamo la responsabilità di stare dentro il nostro mondo cambiando noi stessi non educhiamo nessuno, perdiamo la nostra identità, corriamo il rischio di arroccarci nella difesa di quanto di buono già costruito ed operiamo ogni giorno, restiamo schiacciati dai vecchi modelli rispetto ai quali diventeremo sempre più schiavi o insignificanti se non sappiamo liberarcene». 

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