Comune di Torino con la scure sulle scuole materne Fism

In pratica è un ricatto. Di fronte all’ultimo pesante taglio dei contributi comunali (-12% nel 2014) gli asili cattolici che prestano servizio scolastico per conto del Comune di Torino saranno lasciati senza scelta: pagare le spese scoperte di tasca propria, finché riusciranno, oppure lasciare il personale senza stipendio e i bambini a casa (nelle scuole materne municipali non c’è posto). 

Comune di Torino con la scure sulle scuole materne Fism

La decisione retroattiva di cancellare 400 mila euro da un contributo previsto originariamente attorno ai 3,2 milioni è stata annunciata dalla Giunta Fassino il 30 dicembre, a sorpresa, abbattendosi sulle 56 scuole materne convenzionate con Palazzo Civico (55 cattoliche Fism, 1 ebraica). Sconcertata la reazione del presidente provinciale Fism Luigi Vico: «il budget del 2014, già di per sé, era stato lasciato ai livelli del 2013; in anni passati avevamo subito altri tagli; abbattere ulteriormente i contributi è un colpo mortale. Il sindaco Fassino ci spieghi cosa ancora possiamo tagliare nel nostro bilancio per garantire il servizio scolastico che ci è stato affidato dal Comune per 5.400 bambini torinesi, un terzo del totale della città».

Le scuole Fism, spesso rette da parrocchie o congregazioni con personale religioso, lavorano sottocosto rispetto alle comunali: rappresentano un forte risparmio rispetto agli oneri che Palazzo Civico sarebbe costretto a sostenere con scuole proprie. «Non possono chiederci di tagliare ancora – sbotta Vico - Dobbiamo forse tenere in servizio meno di una maestra per classe?». Il dissesto finanziario del Comune è noto e fuori discussione, l’austerità sta abbattendosi su tutti i settori della macchina municipale, però il caso delle scuole materne pone un nodo politico: chiede di pagare il servizio pubblico con risorse private, ma non prende impegni per il futuro né chiarisce dove si vuole andare. Forse Palazzo Civico costruirà asili nuovi per 5 mila bambini?

Pochi mesi fa i tagli colpirono le scuole paritarie primarie e secondarie, finanziate con i buoni scuola regionali. Ora tocca alle materne. Secondo Vico il sindaco Fassino e la Commissione comunale Istruzione «si erano impegnati a difendere il budget; Palazzo Civico ha dato rassicurazioni ancora tre mesi fa. All’inizio dell’anno una delibera aveva stabilito che, a contributi invariati, le rette d’iscrizione non fossero aumentate per venire incontro alle famiglie. Invece è arrivata la mazzata dei nuovi tagli: una scorrettezza, ora cosa raccontiamo alle famiglie? Facciamo i salti mortali per tenere in piedi i nostri bilanci, andiamo in banca a garantire sui prestiti che siamo costretti a chiedere per i ritardi dei pagamenti comunali, abbiamo raschiato i fondi accantonati per i Tfr e chiuso un accordo con i sindacati per spalmare in sei mesi le tredicesime dei nostri 800 dipendenti. Come pensano si possa andare avanti così?». Vico chiede una convocazione urgente della Commissione paritetica Comune-Fism e un incontro con il sindaco, gli assessori Pellerino (Istruzione) e Passoni (Bilancio).

La vicenda Fism ha sollevato malumori trasversali in consiglio comunale, nelle file delle opposizioni (Silvio Magliano) ma anche della maggioranza, ove Domenica Genisio del Pd condivide la necessità di un chiarimento urgente. La Genisio esprime «amarezza sulla vicenda, perché gli accordi dovevano essere rispettati, è una questione di trasparenza»: a inizio dicembre presentò un emendamento per blindare il budget economico delle materne, ma il documento non passò.

Nell’acceso dibattito fa sentire la sua voce l’ex assessore regionale Giampiero Leo, padre della legge piemontese sui buoni scuola: «tagliando progressivamente i contributi alle scuole paritarie –osserva – gli enti locali stanno soffocando il principio di sussidiarietà: finiranno per caricare su di sé costi ben superiori degli attuali. Stanno vanificando quei principi di pluralismo, libera scelta e democrazia che nel 2000, con la Legge Berlinguer sulla parità scolastica, erano sembrati acquisiti».

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