Un mondo troppo violento

Guerre, violenze fisiche e morali, persecuzioni, torture. In quale realtà viviamo. L'eterna lotta tra bene e male

Un mondo troppo violento

Steven Pinker, psicologo americano docente ad Harvard, nel suo «The Better Angels of Our Nature: Why Violence Has Declinied» afferma che mai come nella nostra epoca il tasso di violenza, di guerre e di morti violente sia stato così a livelli minimi. Un’analisi sicuramente accurata e basata su dati scientifici rilevati e autorevoli. Se però leggiamo la realtà ordinaria, la percezione è esattamente contraria a questa teoria e opinione. In molte parti del mondo la violenza domina, irrobustita dal fanatismo religioso, dall’idea di un totalitarismo teocratico che dal Medio Oriente all’Africa, vuole distruggere libertà religiose e politiche.

Guerre civili e diffuse, esecuzioni, torture, inumane condizioni di vita di milioni di abitanti del pianeta ci dicono che il cammino di umanizzazione sulla terra è ancora molto lungo e la responsabilità di tutti, dovrebbe essere orientata a costruire una dimensione sociale a difesa della vita.

Bisogna costruire relazioni di  convivenza alle quali tolleranza, libertà, democrazia, dignità non siano solo espressioni filosofiche o desideri ma impegno di verità e di responsabilità sociale. Nel corso della Settimana Santa e durante le omelie pasquali il Papa ha ricordato i cristiani perseguitati, il loro martirio, l’indifferenza del mondo e delle Istituzioni internazionali. Ha poi rilevato come sulla vita delle persone, con il commercio delle armi, si consumi uno dei peccati più abominevoli e aberranti. Francesco ha fatto un altro passo avanti dicendo che la complessità di questa società è la compresenza di identità diverse, alcune d’ispirazione religiosa, altre d’ispirazione laica, sono la realtà di una comunità plurale che non può perdere il valore dell’integralità della vita.

Il confronto tra queste identità presenta aspetti di fatica ma il dialogo è irrinunciabile, è il cuore di una società democratica, dove il confronto diventa conoscenza e non dimenticanza o riduzione o, addirittura, eliminazione.  Per questo combattere la violenza, la menzogna è  compito di ogni uomo, di ogni cristiano, con coraggio senza pensare alle conseguenze, fiduciosi nell’Amore che vince il male e che ci guida anche nel sentiero buio e apparentemente senza vie d’uscita.

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