Spiragli di luce per il Paese
Nel quadro complesso della situazione internazionale, senza negare le emergenze e la situazione di precarietà del nostro quadro politico ed economico, qualcosa evolve in positivo
Dopo otto anni di recessione, di crisi economica, alle quali vanno unite le crisi globali del Mediterraneo e dell’Africa, qualche segnale di ripresa si inizia a costatare. Tutto va preso con molto realismo e cristiana prudenza, lasciando ad altri i toni trionfalistici, ma ci sono dati di speranza. Sarebbe bene mettersi il cuore in pace perché non saremo più, come nazione e continente in grado la locomotiva economica e politica globale, ma in Italia, in Piemonte e a Torino, potrebbe essere il momento della svolta. Restano le domande più profonde e una realtà a tratti drammatica: lo scollamento tra cittadini e istituzioni, la crisi della politica, la corruzione diffusa e radicata, l’evasione fiscale come stile di vita, la non curanza del bene comune, da molti ritenuto secondario rispetto agli interessi individuali.
Però, vale la pena cercare, oltre il tunnel, spiragli di luce, prospettive di futuro, indirizzi e vocazioni sulle quali impegnarsi. Ci aiuta ancora una volta la riflessione di papa Francesco, che attendiamo con trepidazione a Torino i prossimi 21 e 22 giugno, quando parla di società, e famiglia: “Una nuova etica civile arriverà soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e povertà, che ci porta nel baratro”. Per questo dobbiamo riconoscere come un bene l’aumento dell’occupazione (+18mila posti di lavoro) e la frenata della disoccupazione stabile all’11,9%. I dati dall’Istat non sono tutto, e non dimostrano la complessità del quadro sociale, ma fotografano una situazione del mercato del lavoro in Piemonte nei primi tre mesi del 2015, migliore rispetto agli ultimi cinque anni. Dalle cifre pubblicate, la crescita dell’occupazione (+1%) risulta proporzionalmente superiore sia a quella del Nord Italia che al dato nazionale (+0,6% in entrambi i casi). Per quanto riguarda i disoccupati, invece, il nostro territorio è l’unico a mostrare una condizione di stabilità, a fronte del calo su base nazionale.
Rispetto al 2014 il numero di disoccupati in Italia è diminuito dello 0,5% (-17 mila) e il tasso di disoccupazione di mezzo punto percentuale, dal 13,5% al 13% , in Piemonte è rimasto fermo all’11,9%. Non è poco, sicuramente un motivo in più per impegnarsi perché tutti abbiamo la possibilità di ritrovare dignità, lavoro e relazioni nella nostra società, dalla città alla campagna, dai giovani agli adulti, dai migranti ai tanti esclusi della nostra società.
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