Quando il calcio cattura la prima pagina di cronaca nera

Una riflessione sul mondo dello sport ridotto a problema sociale business, a realtà economica globale senza regole e scrupoli

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Quando il calcio cattura la prima pagina di cronaca nera

Molte polemiche si sono sollevate dopo le devastazioni del nostro patrimonio artistico ad opera dei tifosi del Feyenoord in occasione della partita di coppa di Europa League. Tutte giuste. Ma la domanda cruciale e scottante è: chi deve pagare?

Il 26 febbraio si terrà la partita di ritorno a Rotterdam. Tutti si affrettano a dichiarare che non ci saranno azioni di vendetta da parte dei tifosi romani. Speriamo.

Il calcio è un fenomeno complesso, dove la dimensione sportiva è sicuramente quella meno importante. Intorno a quei nuovi gladiatori girano affari, contratti, merchandising. Ma anche costi sociali. In una slide mostrata durante la trasmissione Piazza Pulita si stimano in 300.000 euro i costi sostenuti dalla collettività solo per le retribuzioni dei poliziotti in servizio in quei due giorni. A questo si aggiungano i costi dei danni ai mezzi pubblici, quelli di pulizia della città, quelli di immagine. E non ultimi quelli di restauro della Barcaccia.

L’esito delle polemiche suscitate dal sindaco di Roma Ignazio Marino è che il Ministero dell’Interno annuncia l’invio di altri 500 militari a potenziamento della sicurezza della capitale. Ben vengano, data la situazione internazionale, se il piano prevede un ripensamento intero della sicurezza pubblica. Ma sono altri costi per la collettività.

Le cose però non si fermano qui, perché non c’è solo Roma, né solo a Roma si giocano partite internazionali. Per Fiorentina – Tottenham, il prefetto di Firenze Luigi Varatta, annuncia che «una task-force monitorerà costantemente i movimenti dei tifosi del Tottenham fin dal loro arrivo a Firenze e presidi delle forze di polizia saranno disposti nelle piazze e a tutela dei monumenti per evitare danni al patrimonio artistico». Questo perché si prevede «una potenziale situazione di rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica connessa al consumo di bevande alcoliche ed alla prevedibile dispersione di un elevato numero di contenitori di vetro e, soprattutto, all’uso degli stessi come corpi contundenti o armi improprie per offendere ed arrecare danno a cose e persone».

Ora, proviamo a moltiplicare per tutte le partite di calcio di una certa rilevanza per tutto l’anno e facciamo la stima di quanto può costare per ciascuno di noi. Perché?

In alcuni paesi europei i costi per la forza pubblica impiegata all’interno degli stadi è a carico delle società sportive. Gli eventi sportivi, però, non avvengono solo “dentro” gli impianti, ma anche fuori. Togliendo ciò che è a carico necessariamente della collettività, sostanzialmente la pulizia delle città coinvolte, chiamiamoli “oneri di ospitalità”, perché bisogna caricare sulle pubbliche casse anche gli altri costi?

Si sollevi un movimento di opinione che faccia pressione perché tutti le spese siano pagate dalle Società Sportive i cui tifosi si rendono responsabili di atti vandalici. I treni messi a disposizione dei supporters; l’ordine pubblico; i mezzi di trasporto urbano; la ritinteggiatura dei muri imbrattati dalle scritte dei tifosi; il ripristino dell’arredo urbano. Le Società anticipano e poi, eventualmente, ricorrano per le vie legali opportune contro i singoli responsabili.

Scommettiamo che  nel giro di poco non avremo più così tanti problemi?

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