Percorsi di unità dal Sinodo a Firenze
Perché cogliere come occasioni di crescita nella fede e nella vita l'assemblea dei vescovi sulla famiglia e il convegno ecclesiale decennale
La conclusione del Sinodo ordinario sulla famiglia e l’approssimarsi del convegno decennale della Chiesa italiana, a Firenze dal 9 al 13 novembre, sono strettamente legati come appuntamenti fondativi nella vita della Chiesa. Essi devono coinvolgerci in modo non superficiale. Prima di addentrarci in un pensiero su di essi non possiamo eludere un brevissimo commento sulla notizia, smentita da p. Lombardi e dallo stesso Papa, della presunta malattia di Francesco, rilevando come sia incomprensibile e patologica la ricerca di «scoop» e sensazionalismi, utilizzati ad arte da operatori dei media, prima e durante importanti incontri ed assemblee. Meglio guardare oltre, dunque, e più in alto, provando a stimolare un confronto aperto e profondo sulla vita della Chiesa universale nell’opinione pubblica credente e non credente.
Dal Sinodo e dall’assemblea della comunità cattolica italiana si è in attesa di indicazioni, linee e orientamenti pastorali per i prossimi anni. Nostro umile compito è informare e formare coscienze critiche, cristiani, coraggiosi e umili, testimoni del Vangelo e pronti al dialogo in spirito di misericordia.
Non esiste la comunità dei «perfetti», lo raccomanda la Parola di Dio, ma dei peccatori, in grado di ammettere e confessare le proprie debolezze, per poi riprendere il cammino alla sequela di Cristo. Questo è ciò che ci ha indica il Sinodo sulla famiglia, luogo fondamentale e generativo dell’umano, dal quale fiorisce la vita. Nonostante la fragilità e i fallimenti, esso è luogo di relazioni, crescita e di talenti spirituali e umani. La famiglia vive in una società in evoluzione e dunque non si confronta in una cornice rigida e immutabile, ma senza il suo operare, il mondo sarebbe popolato da una solitudine di individui. La relazione dunque come principio primo dell’Amore di Dio verso l’uomo e tra gli uomini.
Ragionamenti semplici che si sviluppano in una dinamica spesso in contrasto con la complessità del mondo contemporaneo, più prossimo a una deriva nichilista piuttosto che ad uno sguardo positivo verso un futuro da costruire. Da Roma a Firenze, il tratto è breve e le distanze si accorciano fino a sparire tra l’assemblea universale e quella della chiesa italiana. Esiste una continuità tra l’orizzonte dell’«educare alla vita buona del Vangelo» di Verona 2006 e la ricerca del «nuovo umanesimo in Gesù Cristo», percorso di difficile ascesi e al tempo stesso affascinante grazia.
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