La certezza del perdono

Una riflessione che parte in Quaresima per arrivare alla Pasqua

Parole chiave: perdono (26), fede (42), religione (21), pasqua (28), Dio (158)
La certezza del perdono

«Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro», dal Vangelo della Misericordia di san Luca, distribuito ai fedeli presenti in Piazza San Pietro durante l'Angelus della Quinta Domenica di Quaresima. A tre anni di distanza da quel momento di gaudium magnum in cui sibi nomen imposuit Franciscum, il Papa ha spiegato le parole di Gesù riportate dall'evangelista, conducendo i fedeli al messaggio centrale che vuole esprimere questo Giubileo straordinario: la certezza del perdono che proviene dalla grazia. Essere coscienti del fatto che «tutti siamo peccatori» è il primo passo perché ognuno riacquisti la propria dignità, unico mezzo per la conquista di quella libertà che converte il male in bene. Dio non vuole mai la morte del peccatore, desidera piuttosto che egli viva e si converta, con quella stessa libertà di ribellarsi a ciò che è moralmente ingiusto e intollerabile.

 

La grazia che opera nell'atto del perdono si colloca nel quadro di una giustizia superiore, l'epikeia secondo cui l'equità è una giustizia mitigata dal dolce sapore della misericordia, come già nella formulazione medievale del canonista piemontese Enrico da Susa.

 

 La certezza del perdono è garantita dalla presenza, dalla parousia dello Spirito, il quale "rinnova la faccia della terra" (Salmo 104, versetto 30) ed è capace di condurre l'uomo a un concreto mutamento delle condizioni sociali, purtroppo ad oggi sempre più inclini all'indurimento del cuore. Quale allora la responsabilità dell'uomo, se questa presenza spirituale ripara i suoi danni? Cosa fare per entrare nel Regno? Ci sono richieste sette opere di misericordia corporale e sette opere di misericordia spirituale, esse non alimentano alcuna speranza, poiché non v'è speranza ma certezza nel perdono.

 

 Tuttavia, le nostre opere contribuiscono alla realizzazione di un tessuto sociale più equo e adeguato ad accogliere l'istanza principale di questo Anno Santo, l'amore. «Il perdono apre alla gioia e alla serenità perché libera l’anima dai pensieri di morte, mentre il rancore e la vendetta sobillano la mente e lacerano il cuore togliendogli il riposo e la pace. Cose brutte sono il rancore e la vendetta», aveva già annunciato il Santo Padre, attraversando la Porta Santa della Misericordia, ancora aperta.

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