Heidi, storia e attualità

HEIDI    (Germania, Svizzera, 2015)

Regia: Alain Gsponer

con Anouk Steffen, Bruno Ganz, Isabelle Ottmann.

Parole chiave: heidi (1), svizzera (3), film (67)
Heidi, storia e attualità

 

Evviva! E' tornata Heidi sui nostri schermi, una boccata d'aria pulita ogni tanto fa bene alla salute.

 E se qualcuno pensasse che di favole ottocentesche non abbiamo bisogno, non ci resta che invitarlo a rileggersi Esopo e Fedro e ci fermiamo qui, altrimenti stiliamo un catalogo da biblioteca.

Sì, Heidi è una favola sociopedagogica, costellata di simboli, molti dei quali attualissimi.

 “Heidi”, diretto da Alain Gsponer, è frutto di una felice produzione svizzero tedesca, in carattere con l'ambientazione del romanzo che Johanna Spyri pubblicò nel 1880, a cui è abbastanza fedele. Certo non è una novità perché le Heidi del cinema e della televisione sono una ventina, la prima ad avere un grande successo fu Shirley Temple in “Zoccoletti olandesi” del 1937, poi si devono ricordare le 52 puntate del 1974, un cartone animato visto ovunque e periodicamente replicato, diretto da Isuo Takahatu, una produzione dello studio d'animazione giapponese con la tedesca Taurus film.

La storia di Heidi è esemplare. La bimba – che in questo film ha 8 anni e nel romanzo 5 – è un'orfanella allevata dalla zia Dete, personaggio di dubbia reputazione, la quale trova lavoro a Francoforte e porta la bimba dal nonno paterno, che vive isolato sull'alpe di Dörfli, sopra Maienfeld, nel Canton dei Grigioni in Svizzera. Il vecchio è detestato e disprezzato dagli altri montanari e sopravvive con due capre, in quota, in due baite di legno poverissime. Ma Heidi è una bambina gentile, gioiosa, affettuosa e coraggiosa e il burbero nonno recupera la spontaneità dei sentimenti e si trasforma, diventa tutto ciò che serve alla nipotina, felice di vivere libera nella natura. Un brutto giorno torna Dete e senza alcun scrupolo con l'inganno rapisce Heidi per portarla a Francoforte, praticamente venduta affinché diventi il rimedio alla solitudine di Klara Sesemann – nel romanzo ha 12 anni – paralizzata su una sedia a rotelle e prigioniera nel buio e nelle regole della sua casa altoborghese, ricca ma infelice.

La piccola Heidi diventa amica di Klara, l'aiuta a recuperare la gioia di vivere, malgrado le angherie della governante Rottelmeier, un pessimo esempio di arrampicatrice sociale che mira al matrimonio con il vedovo e potente signor Sesemann. Heidi deperisce e Sesemann, costretto dal medico di famiglia, sarà costretto a rimandare Heidi dal nonno. Nel frattempo Heidi, grazie all'affetto della nonna di Klara, ha imparato a leggere e scrivere, ha conosciuto un mondo diverso, vedendone i lati positivi e negativi. Klara andrà a farle visita in Svizzera, l'aria alpina le gioverà e tutti vivranno felici e contenti.

Un film da non perdere, recitato benissimo da Bruno Ganz e dalle due giovanissime protagoniste, un film ambientalista che inneggia all'amicizia e ai buoni sentimenti.

                                                                                                

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