Sherlock Holmes e il mistero della tomba vuota/ Sulla soglia

Il racconto: per il tempo di Pasqua, una meditazione sul brano di Giovanni (20,1-9), con alcune incursioni sui racconti degli altri Vangeli caratterizzato dal dialogo e nell’interazione dei due protagonisti del romanzo di Chesterton con stile adeguato per una piacevole lettura che fa pensare. La quarta puntata

Parole chiave: Chesterton (4), letteratura (9), Pasqua (28), resurrezione (9)
Sherlock Holmes e il mistero della tomba vuota/ Sulla soglia

“Watson!”, sorrise Holmes parodiando un’espressione scandalizzata. “Da quando nella vostra tempra militare si è insinuata questa vena rivoluzionaria?”

“Come avete ricordato, io sono un credente. E in ogni cristiano, anche il più temperato e moderato, alberga il fuoco della rivoluzione. Ammetto che non è sempre facile trovarlo, ma c’è. Tornando a Giovanni, egli insegna piuttosto all’interno delle comunità già consolidate e punta ad approfondirne la conoscenza teologica e attraverso questa a rincuorarne lo spirito provato dalle persecuzioni. E da un certo imborghesimento, come si evince dalle lettere alle sette Chiese che aprono l’Apocalisse”.

“Direi che abbiamo divagato parecchio, seguendo le vicende successive di Giovanni. Torniamo a lui che arriva per primo al sepolcro, ma non entra e attende Pietro. Pensandoci bene, non credete che vi sia anche un’altra spiegazione, oltre a quella – senz’altro valida – che ho proposto poc’anzi?”.

“Non me ne viene in mente alcuna, ma so che ora me la direte voi”.

“Eccola: l’ansia e l’angoscia, l’urgenza di rendersi conto dell’accaduto, per quanto forti non arrivano al punto di violare la gerarchia. Giovanni, pur essendo arrivato per primo, pur essendo ‘il discepolo che Gesù amava’, si ferma sulla soglia perché sia Pietro a entrare per primo. Perché questa gerarchia è stata stabilita da Cristo stesso, con quel Tu es Petrus che si è dimostrato così gravido di conseguenze storiche”.

“E ha conferito a una creatura che rimane imperfetta un’autorità che non è auto-affermata, ma suscitata dall’amore stesso di Dio per l’umanità, al cui servizio pone la Chiesa”, aggiunse Watson.

“Una riflessione piuttosto cattolica, dottore, per un anglicano come voi”

“La Chiesa fondata da Cristo è una sola, le divisioni tra i cristiani non sono che accidenti storici”.

“Il nostro Giovanni, per quanto auto-disciplinato, non può comunque trattenersi dal dare un’occhiata attraverso la soglia del sepolcro. E qui ci viene in aiuto, almeno spero, la mia piccola mise-en-scéne. Venite, dottore”, disse Sherlock Holmes incamminandosi verso la porta del salotto, dopo aver tirato le pesanti tende delle finestre per oscurare la stanza e aver preso la Bibbia. Watson lo seguì e uscì dietro di lui. Giunti oltre la soglia, l’investigatore riprese:

“Se ho collocato correttamente la chaise longue e le strisce dell’ormai ex lenzuolo della signora Hudson, chinandoci dovremmo vedere più o meno quel che vide il giovane apostolo”. Si piegò in avanti, osservò l’interno semibuio del salotto e si raddrizzò soddisfatto:

“Direi che ci siamo. Volete provare?”.

Watson imitò il gesto dell’amico e restando chinato disse:

“Vedo la chaise longue e accanto ad essa, sul pavimento, le strisce di tessuto ammonticchiate”.

“Ovverossia il punto dove giaceva il cadavere, ovviamente senza più traccia del corpo, e le bende che lo avvolgevano, secondo il rito ebraico della sepoltura, abbandonate a terra. Possiamo dunque affermare che Giovanni dall’ingresso vede due cose: un’assenza e un disordine”.

“Il che potrebbe dare credito all’interpretazione di Maria di Màgdala, che qualcuno abbia trafugato il corpo di Cristo”.

“Giovanni non vi fa cenno, ma è facile immaginare che ci abbia pensato. Ma ecco che entra in scena Pietro. Giunge sul posto ansante e con le vesti scompigliate dalla corsa, capelli e barba appiccicati al volto dal sudore …” 

“Questa del sudore per la corsa è una vostra precisa convinzione, a quanto pare. Chi vi assicura che facesse così caldo già di prima mattina? E che fosse presto ce lo dice lo stesso Giovanni: Maria si reca al sepolcro ‘di buon mattino, quando era ancora buio’. Tra la constatazione del sepolcro aperto, la deduzione che sia vuoto, la corsa dagli apostoli e il tragitto, sempre di corsa, di questi ultimi, si può ritenere che i due siano giunti alla tomba sull’albeggiare, e a quell’ora fa freddo per l’escursione termica. Se avete presente il bel dipinto di Eugène Burnand, anche lui immagina Pietro e Giovanni che corrono avvolti nei mantelli”.

“Via, dottore, voi mi insegnate che sotto sforzo e sotto stress si suda anche quando fa freddo, tanto più se si sta coperti. Ricordo bene il racconto di un attacco che col vostro reparto subiste in Afghanistan, dove il clima è assai più rigido che in Palestina, e del sudore che vi sgorgava copioso sotto pastrano e giubba”.

“Sia pure. Ma infine perché questa insistenza sul sudore?”

“Perché il sudore cola sugli occhi, li irrita e confonde la vista. Se aggiungete la scarsa luce all’interno del sepolcro, quel primo colpo d’occhio di Giovanni dall’ingresso potrebbe apparirci sospetto. E questo dà ulteriore motivo alla sua attesa di Pietro: calmare un po’ il fiatone, tergersi il sudore e dare poi una seconda occhiata, più attenta e nitida. Senza nulla togliere, sia chiaro, all’interpretazione ecclesiologica, credo che anche questo elemento sia importante, perché ci autorizza ad attribuire ulteriore affidabilità alla testimonianza oculare. Ma è tempo che ci occupiamo del secondo testimone. Vogliate cortesemente impersonare Pietro, caro Watson”.

“Indegnamente …”, sorrise il dottore.

“Giunto al sepolcro, entrate, mentre io, nei panni di Giovanni, resto sulla soglia”

“Questo è strano. Ora che Pietro è giunto, perché Giovanni non entra subito con lui?”

“Ottima domanda. Secondo voi?”

“Beh, potrei pensare che fa il palo, anche se il termine non si addice a un apostolo”

“Ma rende l’idea. Non dimentichiamo che i due stanno facendo qualcosa che sarebbe considerata illegale da un’eventuale pattuglia romana e addirittura profanatoria dagli ebrei. Li si potrebbe persino accusare di avere trafugato essi stessi il corpo di Gesù. Del resto, non è ciò che troviamo nel Vangelo secondo Matteo?”.

Holmes sfogliò la Bibbia in cerca del passo. “Ecco qui, Matteo 27, 62 – 28,15: limitandoci all’essenziale, il giorno dopo la morte e sepoltura di Gesù i capi dei sacerdoti e dei farisei vanno da Pilato e gli chiedono di mettere delle sentinelle al sepolcro. Pilato nega i propri soldati e li autorizza a far uscire dalla cinta cittadina le guardie del Tempio. Con ciò riconoscendo comunque un fondamento alla sottile e capziosa argomentazione dei capi Ebrei: ‘si sono ricordati’ che Gesù – loro lo chiamano ‘quell’impostore’ – aveva detto che sarebbe risorto dopo tre giorni, e temono che i suoi discepoli rubino il corpo per poi dire al popolo che è davvero risorto dai morti”.

“Impagabile ipocrisia!”, esclamò Watson.

“Non è detto, dottore, ed anzi non lo credo. Direi piuttosto inarrivabile ostinazione ideologica: poiché hanno deciso che quell’uomo non può essere il Messia, tutto il resto viene di conseguenza. Lui è un impostore, i suoi discepoli degli illusi e dei poco di buono capaci di tutto. E loro, da previdenti capi di Israele, devono aspettarsi di tutto, anche il trafugamento del cadavere in funzione propagandistica. Ecco perché chiedono le sentinelle. Ed ecco perché Maria di Màgdala si inganna nel ritenere che Gesù sia stato portato via: gli ultimi cui sarebbe convenuto trafugarlo erano proprio i suoi uccisori”.

“Ma il sepolcro avrebbe potuto diventare meta di pellegrinaggio e devozione, come quelli dei grandi patriarchi e profeti”.

“Vero, ma nulla che non si potesse gestire con un po’ di mano forte nell’ordine pubblico, potendo contare sul robusto aiuto dei romani. Un morto è un morto, chi viene a onorarlo può essere facilmente dissuaso, o si può decidere ufficialmente di traslare la salma in luogo ignoto per rendere impossibili i pellegrinaggi. Ma un presunto risorto, quello sì sarebbe stato un grosso rischio”.

“Eppure, proprio in Matteo, l’unico a parlarne, al sepolcro qualcosa di straordinario accade davanti a testimoni: le donne del seguito di Gesù e le stesse sentinelle. Un gran terremoto …” 

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