De Gasperi: l'orgoglio italiano alla Casa Bianca

Settant'anni fa il primo ministro si recava negli Stati Uniti

Parole chiave: alleanza occidentale (1), De Gasperi (8), italia (221), stati uniti (38), ricostruzione (7), repubblica (17)
De Gasperi: l'orgoglio italiano alla Casa Bianca

A Washington il 5 gennaio 1947 la ban­diera italiana, per la prima volta dopo l'inizio della guerra nel 1940, viene issata davanti alla Casa Bianca. A Roma il 9 gennaio 1947 il torinese Giuseppe Saragat rompe con Pietro Nenni e con il Partito socialista,  perché troppo succubi dei comunisti e di Palmiro Togliatti, e fonda il Partito socialista dei lavoratori italiani (Psli), dal 1951 Partito socialdemocratico (Psdi). Il 2 febbraio 1947 il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi esclude i social-comunisti dai ministeri chiave in prospettiva filo-­occidentale. La politica economica, tracciata da Luigi Einaudi, segue un orientamento liberista. Il 10 febbraio 1947 il governo italiano firma il «Trattato di pace» molto oneroso per l’Italia per il quale i vecchi liberali, che avevano spalncato le porte all’orrenda dittatura del fascismo, accusavano De Gasperi di «cupidigia di servilismo».

Settant’anni fa nel gennaio-febbraio 1947 De Gasperi si reca negli Stati Uniti accompagnato da Maria Romana, la figlia maggiore. Viene ricevuto calorosamente, non più come vinto ma come amico. Corre una corrente di simpatia tra i dirigenti e la popolazione de­gli Stati Uniti e il rappresentante della giovane Repubblica Italiana: il 22 dicembre ’47 l’Assemblea Costituente approverà la Carta fondamentale. Gli Usa apprezzano la semplicità, la solidità, la cor­dialità sincera e la dignità un po' auste­ra dello statista italiano che ha al fianco la sorridente e dinamica Maria Romana.

E proprio la figlia, in «De Gasperi ritratto di uno statista» pubblicato da Mondatori nel 1964, racconta il viaggio lunghissimo perché ostacolato dal cattivo tempo e il cambio di aereo a Parigi, «uno Skay master che fa­ceva un rumore fortissimo, poi la doppia disce­sa alle Azzorre causa il vento troppo forte e il consumo di carburante, ma soprattutto quei let­tini dove dormimmo una prima sera mentre si attraversava l'oceano. L'ap­parecchio soffriva il mo­vimento del vento».

Finalmente l’aereo incomincia a scen­dere su Washington «dove quello che a noi sembrò un esercito, era invece un gruppo in­finito di fotoreporter che gridava a mio pa­dre: “Sorrida, sorrida a sua figlia, sorrida all'amba­sciatore italiano, sorrida al rappresentante del go­verno”. Finalmente approdammo alla Blair Hause (sede della residenza dell’ambasciatore d’Italia, n.d.r.) pensando di avere superato con di­gnità il primo assalto, senza immaginare i tre­milacinquecento sorrisi che il giorno dopo avremmo dovuto distribuire agli invitati all’ambasciata italiana».

Altre tappe sono: Panamerican Union a Chicago; un congresso a Cleveland organizzato dalla rivista «Time» dove De Gasperi è invitato a prendere la parola; a New York, all'uscita dalla chiesa nella quale assiste alla Messa, la folla entusiasta lo acclama e blocca la circolazione. Ricorda Maria Romana: «I banchetti e i discorsi si seguirono in un carosello faticoso e impressionante rimbalzando tra mazzi di orchidee, adagiati sui tavoli dove senatori, banchieri, giornalisti e uomini dell'industria formavano una variopinta immagine di un'A­merica da noi ancora poco conosciuta».

De Gasperi ha un incontro con James Byrnes, segretario di Stato (ministro degli Esteri) americano, l’unico che il 10 agosto 1946 aveva incoraggiato De Gasperi di fronte ai Ventuno vincitori della guerra e aveva scritto nelle sue memorie «Carte in tavola», pubblicate da Garzanti nel 1948: «Quando De Gasperi lasciò il rostro per tornare al suo posto nell'ultima fila, nessuno gli parlò. La cosa mi fece impressione; mi sembrava inutilmente crudele». Così quando De Gasperi arrivò davanti alla delegazione americana Byrnes gli tese la mano: «Volevo fare coraggio a quest'uomo che aveva sofferto nelle mani di Mussolini e ora stava soffrendo nelle mani degli Alleati».

De Gasperi viene invitato al Congresso dove il presidente Herry Spencer Truman tiene un discorso, onore concesso ra­ramente a uno straniero. Al suo ingresso, senatori e deputati si alzano e lo applaudono. Il dipartimento di Stato 8ministrero degli Esteri) offre un ban­chetto in suo onore e Byrnes beve alla salute dell'Italia che sta attraversando un periodo difficile: «Una situazione che richiede un uomo di grande coraggio per poter essere risolta. E in tutta Italia non vi è uomo di cuore più saldo e di coraggio più grande dell’uomo che qui onoriamo. Se egli non può farlo, nessun altro lo potrebbe e noi siamo ansiosi di aiutare l’Italia».

Nel giorno del banchetto alla Camera di com­mercio di New York – ricorda ancora la figlia - De Gasperi pronuncia un forte discorso: «Non si può volere la libertà di commercio e negare la libertà di lavoro, non si può essere per la libertà della comunicazione economica ed essere contro la libertà di pensiero, delle idee, delle discussioni. Ecco perché una libertà è legata all'altra».

L’ultimo giorno del soggiorno in America arriva la sospirata lettera della banca:  comunica che il prestito richiesto è concesso. Il viaggio negli Stati Uniti frutta risultati superiori alle attese. Oltre al credito della Import Export Bank di 100 mi­lioni di dollari, altre pos­sibilità sono offerte per superare le difficoltà lasciate da una guerra che solo Mussolini e i fascisti avevano voluto e alla quale la popolazione era contraria. De Gasperi incontra John Wesley Snyder, segretario (ministro) del Tesoro con l’incarico di rimborsare all'Italia le spese dell'occupazione americana. Dopo l’incontro con Truman, De Gasperi ritorna con un trattato commerciale, il prestito della Export-Import Bank e l'assicurazione che non sarebbero stati interrotti gli aiuti in cereali e materie prime dell'Unrra (United Nations Relief and Rehabilitation Administration, Amministrazione delle Nazioni Unite per l'assistenza e la riabilitazione) organizzazione costituita dall’Onu per l'assistenza economica e civile alle popolazioni danneggiate dalla guerra.

Risultati incredibili che solo la miopia e l’odio dei socialcomunisti di Pietro Nenni e Palmiro Togliatti impediscono di vedere. Ma è il solo modo per l'Italia di uscire dalla capitolazione e di essere ammessa all'O­nu.

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo